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Daaro Addi, ovvero il Sicomoro del Villaggio.

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01/09/2014 11:22 - 01/09/2014 11:31 #23157 da Agau-del-Semien
In riferimento al post 23155 di Cristoforo, a completamento della sua descrizione, aggiungo una bellissima foto del caro Amico Alberto Vascon, vero Abissino-Istriano.




Grazie Alberto.

Agau
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Ultima Modifica: 01/09/2014 11:31 da Agau-del-Semien.

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01/09/2014 10:29 #23156 da Francesco
Caro Cribar, ti ringrazio per la precisazione.Evidentemente, consultando alcuni testi,fra i quali “Esploratori italiani in Africa” di Giotto .Dainelli-Utet, avro’ fatto inavvertitamente un qui pro quo.Comunque nei testi è scritto nei pressi che coincide, secondo me, con lo sfiorare , come tu scrivi.
Sono luoghi ai quali mi sento particolarmente attratto, essendo nato a Gondar. Della mia città natale, purtroppo, non ricordo nulla se non i luoghi , a me molto cari, di cui mi parlavano i miei genitori: il Castello dei Fasilides e i dintorni : Azozò, Bahar Dar, le cascate, le gite in barca fra ippopotami e coccodrilli del Tana, un’isola con monastero interdetta alle donne ( come il greco M. Athos ed il M. Bizen eritreo). Nel febbraio 1941 il gen. Nasi diede ordine ai civili di trasferirsi ad Asmara, essendo il luogo assediato dai perfidi figli di Albione. Mio padre, gregario della MVSN, fece in modo di far parte della scorta armata del convoglio lungo il percorso Gondar-Asmara, passando per l’aspro e ardito Passo dell’Uolchefit , che tu certamente conoscerai. A Gondar abitavamo in una villetta nei pressi della Banca d’Italia, che venne trasformata , su disposizione di Nasi, in comando operativo di Gondar che coordinava i capisaldi di Gondar- Azozò, Ualag, Culquaber e Blagir, nonché i ridotti di Uelchefit e Tabor. Tutti siti ove gli italiani ed Ascari scrissero pagine di gloria. Gondar ammainò l’ultimo vessillo d’Italia in AOI la notte tra il 27 ed il 28 novembre 1941. L’indomani, di prima mattina, i nostri soldati seguendo i generali, con in testa Nasi, sfilarono con le armi davanti le truppe inglesi sull’attenti e in posizione del presenta arm! Indi, innanzi agli inglesi , deposero le armi e si avviarono in prigionia verso il Kenia.
Una notte, mio padre, assieme ad altri due commilitoni, di notte, dopo avere eliminato due sentinelle sudanesi , fuggirono con solo le armi dei medesimi. Ma questa è un’altra storia.
Se riesco allego una foto della resa.
mas

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01/09/2014 08:13 #23155 da cribar
Caro Francesco,
Alcune imprecisioni devono essere corrette e tu preciso come sei me lo consentirai. Bahar Dar è sulle rive del lago Tana, il Nilo Azzurro (Abbay) esce dal lago come fosse anzi lo è uno sfioratore, un troppo-pieno. Le cascate di Titisat (da Tiso-ha: fumo-acqua) sono a circa, quelle sì ad una trentina in verità a ventisei chilometri dalla fonte. Mi dai lo spunto e per questo ti sono grato, di essere più esaudiente in altra sede dato che in quella zona ci ho lavorato e vissuto per un anno. Un saluto, Cribar

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29/08/2014 15:46 #23123 da cribar
Caro Franccesco,
conoscevo la storia, non fa che confermare quale dignità ci accompagnasse e quale prestigio, ma giustamente ci ricorda Agau che erano altri tempi ed altri uomini. E' un episodio che riguarda l'Italia ma non attiene alla "nostra terra". Complimenti per la precisione e la chiarezza dell'esposizione.
Un saluto, Cribar.

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29/08/2014 08:26 - 29/08/2014 08:28 #23105 da Agau-del-Semien
Caro Francesco,
sono perfettamente d'accordo con te. Ma tu parli dell'ITALIA dei nostri Padri. Ora non esiste più quella Nazione. Oggi viviamo in un paese dove i giudici, ultima notizia, ti possono condannare per ISLAMOFOBIA. Pensa in che mani è la penisola!
Non si può essere più gaudenti di cosi!
Agau
Ultima Modifica: 29/08/2014 08:28 da Agau-del-Semien.

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28/08/2014 23:27 #23099 da Francesco
Caro CRIBAR,
sono d’accordo con te sul fatto che, essendo mutati i tempi mutano anche le persone. Un tempo i problemi si affrontavano con più coraggio e determinazione.
Un esempio che certamente conoscerai: nell’agosto 1923, a meno di un anno dalla Marcia su Roma, a Giannina ( lungo il confine greco-albanese) avvenne, per mano di alcuni greci ( ma non erano comuni banditi) , l’uccisione dei componenti la commissione militare italiana, comandata dal gen. Tellini. La predetta era stata incaricata dal governo italiano, su richiesta della Conferenza degli Ambasciatori ( Consiglio Supremo Alleato), per la delimitazione del medesimo confine. Il fattaccio di natura politico venne denominato “Eccidio di Giannina”.
Mussolini, dopo avere condannato l’eccidio, inviò al governo greco una ferma nota di protesta ed un ultimatum chiedendo che, entro tre giorni, di assolvere i seguenti impegni:
a) l’istituzione di una commissione d’inchiesta per individuare i responsabili dell’eccidio e la relativa pena di morte;
b) il risarcimento economico di 50 milioni di lire;
c) lo spiegamento della flotta greca per rendere gli onori militari alla bandiera italiana.
L’ultimatum del Duce venne accolto solo parzialmente dal governo greco, per cui Mussolini , senza indugio , ordinò alle corazzate Conte di Cavour, Giulio Cesare, Andrea Doria e Caio Duilio, componenti la S.N. del M. Jonio di bombardare il vecchio forte presso il porto dell’isola di Corfù. Ultimato il bombardamento l’isola venne immediatamente occupata dalle truppe italiane.
Il governo greco, dopo avere inutilmente protestato presso l’allora SdN , fu costretto ad accettare tutte le richieste legittime e rendere gli onori militari alle bandiere italiane che pavesavano la Squadra Navale ancorata nella rada del Falero di Atene.
Ad onor del vero devo dire che questa legittima prova di forza è giovata successivamente per due importanti riconoscimenti dell’Italia , come nazione che determinò la fine e la vittoria della Grande Guerra. Il primo è stato quello greco che riconobbe la sovranità italiana sulle isole del Dodecaneso, strappate all’Impero Ottomano dopo la conquista libica, mentre il secondo, con il Trattato di Roma, con il quale la cosidetta Jugoslavia riconobbe la nostra sovranità italiana sulla città di Fiume.
Ho citato quest’episodio per evidenziare che , durante il “deprecato ventennio”, anche i “sassi” italiani erano tenuti in grande considerazione e rispetto.
Purtroppo per noi abbiamo perso la guerra , ma non siamo stati mai capaci di alzare la voce per timore ed anche vigliaccheria. Siamo arrivati che nazioni come Malta ( che noi siamo impegnati a proteggerla) si permette di sequestrare i pescherecci …..noi invece se vediamo i loro pescare nelle nostre acque territoriali non succede nulla.
Ma sta flotta che cacchio la teniamo a fare? Ah, dimenticavo………serve da navetta bus per i negretti del continente nero.
Tu scrivi che quando gli arabi vedevano una nostra nave esultavano e ci ammiravano. Oggi, caro amico, esultano ancora appena le vedono, ma per invaderci …..

MAS

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