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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni. |
Riduci
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26/05/2012 10:44 #12804
da Giacinto-Matarazzo
O WANIA, dovevi vedere quando si andava in motoscafo di notte e senza luna, che spettacolo la fosforescenza. Sembrava navigare in un mare d'argento liquido.Buon fine settimana a tutti.
Cisi
Cisi
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Riduci
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26/05/2012 10:40 #12803
da Giacinto-Matarazzo
CARLO, io leggo con attenzione il tuo racconto,a pag.8 così particolareggiato che mi vien voglia di farti mille domande. Attendo di vedere le foto. Buon fine settimana.
Cisi
Cisi
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26/05/2012 04:48 #12801
da wania
[justify] Carlo, il tragitto Massaua-Gherar e viceversa in barca di sera me lo ricordo.......con mia sorella fummo ospiti, un anno, di una famiglia amica dei miei genitori che stava, appunto, a Gherar........Ero affascinata dal mare fosforescente, ad ogni movimento dei remi il mare si illuminava......sotto quel cielo che descrivi te.. uno spettacolo indimenticabile. Ancora grazie, grazie di farci rivivere, con i tuoi racconti, episodi dei nostri anni verdi in Eritrea. Bravo![/justify]
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- Carlo Di Salvo
- Autore della discussione
25/05/2012 19:51 #12797
da Carlo Di Salvo
Riprendo il racconto del mio viaggio:
Sono appena stato a visitare il Lido e vi confesso, come potrete vedere dalle foto, la grande tristissima desolazione che ho trovato di quello che era stato il locale più alla moda di Massaua, dove, possiamo dirlo spassionatamente, si divertiva la più, più bella gioventù di tutta l'Eritrea.
All'uscita dal Lido mi avvio questa volta lungo il corso Venezia che costeggia il lungo mare Sud di Massaua, giunto alla punta estrema vedo il magazzino di Filippo Cicoria il quale, da una trasmissione su Canale "5" sulla liberazione dell'Eritrea fu intervistato dalla giornalista, non so se molti di voi si ricordano questa trasmissione, ebbene trovai Filippo Cicoria seduto al suo tavolo con accanto una radio da cui si ascoltava i comunicati della RAI, tutto attorno era un ammasso di ferraglie di ogni genere, lui si occupava della manutenzione dei frigoriferi delle navi, era l'unico italiano rimasto a Massaua.
Ripresi la mia lenta passeggiata seguendo sempre corso Venezia, non vi era casa che non avesse i segni dei bombardamenti, alla punta Est dell'isola si vedeva emergere il faro a strisce nere e bianche del porto di Massaua, sarei voluto andare fino alla sua base, ma mi ricordava la mia partenza dall'Eritrea era l'ultima luce che mi accompagnò durante il suo distacco.
Proseguii così per via Milano giungendo sino all'altezza della banchina Regina Elena del porto dove il 24 dicembre 1939 sbarcai dal Francesco Crispi con mamma e papà, il quale era venuto a bordo fuori dal porto con la pilotina del pilota, ad abbracciare mamma e me prima che sbarcassimo.
Ripresi così la via del ritorno verso piazza Cassala percorrendo il lungomare Umberto I°, disastri ovunque, sicuramente questa parte di Massaua era la più esposta ai bombardamenti dei Mig di Menghistù, perchè non esisteva costruzione che non avesse i segni delle bombe, la più danneggiata perchè ridotta ad un colabrodo era la bellissima sede della Banca d'Italia che malgrado tutto serbava la sua orgogliosa architettura coloniale.
Mentre continuavo la mia passeggiata lungo il lungo porticato scattavo le foto, l'ex sede della casa del Fascio, sempre sotto i portici il bar "Ragno d'Oro", il bar "Savoia" all'angolo con piazza Cassala dove si erge, quasi indenne, l'Hotel Torino dove ai nostri tempi sul suo terrazzo si andava a ballare e dove purtroppo tra americani ed inglesi, tutti ubriachi, scoppiavano liti e botte da orbi.
Giunto in piazza Cassala mi avviai in via Roma per vedere se erano pronti dal sarto arabo i due taffetani che avevo ordinato, con mia somma meraviglia erano già pronti, erano già passate più di due ore in verità, mi stavano a pennello con le tasche profonde all'uso sudanese, non ricordo quanto pagai, ma fu una cifra irrisoria in Bir.
Impacchettato il tutto mi avviai verso l'albergo, sapevo che Michele Cosentino mi sarebbe venuto a prendere con il suo fuori strada assieme alla mamma, infatti giunto al Dahalak lo trovai che mi aspettava.
Mi portò ad Edag-Behrai in casa di una vecchia amica di sua mamma, finita la visita ci dirigemmo con il fuori strada in direzione delle Saline di Gherar costeggiammo dapprima il seno di Taulud, dopo di chè svoltammo a destra su un lungo rettifilo il quale era circondato da montagnole bianche di sale e da chiuse dove il mare si lasciava evaporare al sole cocente di Massaua, giungemmo così davanti al cancello d'ingresso delle Saline di Massaua dove di fianco al cancello esisteva ancora la scritta "Saline di Massaua",eravamo a Gherar, lasciammo di fianco al cancello la macchina ed iniziammo una passeggiata verso il pontile di attracco delle barche provenienti dall'isola di Massaua la quale dall'altro del porto di Massaua si presentava al nostro sguardo in tutto il suosviluppo, dall'ingresso del porto sino all'estrema punta dell'isola di Taulud con l'albergo Dahlak e lo scheletro del palazzo governatoriale.
Attorno al pontile di Gherar tutto era praticamente raso al suolo sembrava che un terribile terremoto avesse spazzato via tutte le costruzioni, con mia grande meraviglia però da una grande fabbrica su cui campeggiavano delle sottili lettere che si potevano ancora leggere S.E.D.A.O., usciva da un grosso tubo del fumo ad indicare che era in attività,forniva ancora l'elettricità all'isola di Massaua e dintorni.
Mi feci fotografare davanti al cancello delle Saline, ricordavo una sera che l'Arch. Gallo assieme alla moglie ed al figlio Enzo, mio inseparabile amico, fummo invitati a cena dal direttore delle Saline di Massaua, alla sera con una barchetta da Massaua ci eravamo trasferiti a Gherar e lo stesso facemmo a notte inoltrata ritorno a Massaua sotto miriadi di stelle, che tempi ragazzi che tempi. (continua).
Sono appena stato a visitare il Lido e vi confesso, come potrete vedere dalle foto, la grande tristissima desolazione che ho trovato di quello che era stato il locale più alla moda di Massaua, dove, possiamo dirlo spassionatamente, si divertiva la più, più bella gioventù di tutta l'Eritrea.
All'uscita dal Lido mi avvio questa volta lungo il corso Venezia che costeggia il lungo mare Sud di Massaua, giunto alla punta estrema vedo il magazzino di Filippo Cicoria il quale, da una trasmissione su Canale "5" sulla liberazione dell'Eritrea fu intervistato dalla giornalista, non so se molti di voi si ricordano questa trasmissione, ebbene trovai Filippo Cicoria seduto al suo tavolo con accanto una radio da cui si ascoltava i comunicati della RAI, tutto attorno era un ammasso di ferraglie di ogni genere, lui si occupava della manutenzione dei frigoriferi delle navi, era l'unico italiano rimasto a Massaua.
Ripresi la mia lenta passeggiata seguendo sempre corso Venezia, non vi era casa che non avesse i segni dei bombardamenti, alla punta Est dell'isola si vedeva emergere il faro a strisce nere e bianche del porto di Massaua, sarei voluto andare fino alla sua base, ma mi ricordava la mia partenza dall'Eritrea era l'ultima luce che mi accompagnò durante il suo distacco.
Proseguii così per via Milano giungendo sino all'altezza della banchina Regina Elena del porto dove il 24 dicembre 1939 sbarcai dal Francesco Crispi con mamma e papà, il quale era venuto a bordo fuori dal porto con la pilotina del pilota, ad abbracciare mamma e me prima che sbarcassimo.
Ripresi così la via del ritorno verso piazza Cassala percorrendo il lungomare Umberto I°, disastri ovunque, sicuramente questa parte di Massaua era la più esposta ai bombardamenti dei Mig di Menghistù, perchè non esisteva costruzione che non avesse i segni delle bombe, la più danneggiata perchè ridotta ad un colabrodo era la bellissima sede della Banca d'Italia che malgrado tutto serbava la sua orgogliosa architettura coloniale.
Mentre continuavo la mia passeggiata lungo il lungo porticato scattavo le foto, l'ex sede della casa del Fascio, sempre sotto i portici il bar "Ragno d'Oro", il bar "Savoia" all'angolo con piazza Cassala dove si erge, quasi indenne, l'Hotel Torino dove ai nostri tempi sul suo terrazzo si andava a ballare e dove purtroppo tra americani ed inglesi, tutti ubriachi, scoppiavano liti e botte da orbi.
Giunto in piazza Cassala mi avviai in via Roma per vedere se erano pronti dal sarto arabo i due taffetani che avevo ordinato, con mia somma meraviglia erano già pronti, erano già passate più di due ore in verità, mi stavano a pennello con le tasche profonde all'uso sudanese, non ricordo quanto pagai, ma fu una cifra irrisoria in Bir.
Impacchettato il tutto mi avviai verso l'albergo, sapevo che Michele Cosentino mi sarebbe venuto a prendere con il suo fuori strada assieme alla mamma, infatti giunto al Dahalak lo trovai che mi aspettava.
Mi portò ad Edag-Behrai in casa di una vecchia amica di sua mamma, finita la visita ci dirigemmo con il fuori strada in direzione delle Saline di Gherar costeggiammo dapprima il seno di Taulud, dopo di chè svoltammo a destra su un lungo rettifilo il quale era circondato da montagnole bianche di sale e da chiuse dove il mare si lasciava evaporare al sole cocente di Massaua, giungemmo così davanti al cancello d'ingresso delle Saline di Massaua dove di fianco al cancello esisteva ancora la scritta "Saline di Massaua",eravamo a Gherar, lasciammo di fianco al cancello la macchina ed iniziammo una passeggiata verso il pontile di attracco delle barche provenienti dall'isola di Massaua la quale dall'altro del porto di Massaua si presentava al nostro sguardo in tutto il suosviluppo, dall'ingresso del porto sino all'estrema punta dell'isola di Taulud con l'albergo Dahlak e lo scheletro del palazzo governatoriale.
Attorno al pontile di Gherar tutto era praticamente raso al suolo sembrava che un terribile terremoto avesse spazzato via tutte le costruzioni, con mia grande meraviglia però da una grande fabbrica su cui campeggiavano delle sottili lettere che si potevano ancora leggere S.E.D.A.O., usciva da un grosso tubo del fumo ad indicare che era in attività,forniva ancora l'elettricità all'isola di Massaua e dintorni.
Mi feci fotografare davanti al cancello delle Saline, ricordavo una sera che l'Arch. Gallo assieme alla moglie ed al figlio Enzo, mio inseparabile amico, fummo invitati a cena dal direttore delle Saline di Massaua, alla sera con una barchetta da Massaua ci eravamo trasferiti a Gherar e lo stesso facemmo a notte inoltrata ritorno a Massaua sotto miriadi di stelle, che tempi ragazzi che tempi. (continua).
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25/05/2012 15:09 #12793
da wania
[justify]Scusa SILVANO, riprende dove? Io questa galleria non riesco a seguirla; si, vado a pagina 4 ma è sempre ferma allo stasso punto, sbaglio? Illuminami per favore, ciao cisi dopo in chatte?[/justify]
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25/05/2012 08:22 - 09/06/2012 16:02 #12792
da Narrante
Continua alla prossima...puntata
Galleria fotografica del ritorno di Carlo Di Salvo;
si riparte da Taulud: porta d'ingresso per Massaua
Taulud: La stazione ferroviaria - la linea si prolunga fin dentro il porto
un vecchio locomotore Mallet in disuso dopo gli eventi bellici
Taulud: abitazioni dei ferrovieri sul retro della stazione che guardano il mare
la nuova chiesa di Taulud ricostruita dopo la guerra
residuato bellico etiopico al momento abbandonato...
L'ingresso a Massaua, Piazza Cassala, provenendo dalla diga di Taulud
Massaua: Il Palazzo della Banca d'Italia malconcio dopo la guerra dei 30 anni
Taulud: sambuchi in secca sulla spiaggia dei ferrovieri...
Taulud: una suggestiva veduta dell'alba verso Massaua e il porto
Suggestiva panoramica dell'alba verso l'ampio golfo di Gherar
Massaua: suggestivo panorama dell'alba verso la città
Massaua colta di primo mattino al primo sorgere del sole
Ala d'Italia infranta: monumento alla memoria dei piloti Gozzi e Panzeri caduti, in
seguito ad avaria meccanica al proprio aereo nei pressi della diga "Massaua-Taulud"
Massaua via Serobeiti: Costruzioni risalenti all'epoca della dominazione turca
Il primo sole dell'alba sulla zona dell'ex palazzo del governatore in rovina...
I primi bagliori dell'alba su una Taulud ancora addormentata...
Primi raggi di sole sulla diga e la baia di Taulud
Veduta dell'alba su Taulud e, in lontananza sullo sfondo, la striscia dell'isola verde
L'alba sulle rovine dell'ex palazzo del governo: unico superstite il Leone di Giuda...
La bella costruzione della Banca d'Italia, in stile arabo, malridotta dalla guerra...
Massaua 1994: i bei portici sul lungomare che proseguono sino al porto
Massaua: i malridotti resti del famoso lido
Massaua: I resti del...nostro trampolino ormai...solitario e silenzioso
Massaua: La vecchia piscina ormai in completa decadenza...
Sheik Said: meglio conosciuta come l'isola sorprendentemente verde...
Massaua: colpo d'occhio al vecchio quartiere turco
Massaua: veduta verso il lungo porticato che conduce al porto
Massaua: Le saline di Gherar costituiscono una fonte inesauribile di ricchezza.
Gherar veduta dalla strada che conduce al complesso delle saline.
Massaua - veduta delle vecchie costruzioni coloniali in stile arabesco.
Massaua: veduta dell'ampia veranda che sovrasta l'Hotel Dahlak.
Massaua: i porticati che si estendono lungo via Roma.
Massaua: portico e veranda in perfetto stile arabesco.
si riparte da Taulud: porta d'ingresso per Massaua
Taulud: La stazione ferroviaria - la linea si prolunga fin dentro il porto
un vecchio locomotore Mallet in disuso dopo gli eventi bellici
Taulud: abitazioni dei ferrovieri sul retro della stazione che guardano il mare
la nuova chiesa di Taulud ricostruita dopo la guerra
residuato bellico etiopico al momento abbandonato...
L'ingresso a Massaua, Piazza Cassala, provenendo dalla diga di Taulud
Massaua: Il Palazzo della Banca d'Italia malconcio dopo la guerra dei 30 anni
Taulud: sambuchi in secca sulla spiaggia dei ferrovieri...
Taulud: una suggestiva veduta dell'alba verso Massaua e il porto
Suggestiva panoramica dell'alba verso l'ampio golfo di Gherar
Massaua: suggestivo panorama dell'alba verso la città
Massaua colta di primo mattino al primo sorgere del sole
Ala d'Italia infranta: monumento alla memoria dei piloti Gozzi e Panzeri caduti, in
seguito ad avaria meccanica al proprio aereo nei pressi della diga "Massaua-Taulud"
Massaua via Serobeiti: Costruzioni risalenti all'epoca della dominazione turca
Il primo sole dell'alba sulla zona dell'ex palazzo del governatore in rovina...
I primi bagliori dell'alba su una Taulud ancora addormentata...
Primi raggi di sole sulla diga e la baia di Taulud
Veduta dell'alba su Taulud e, in lontananza sullo sfondo, la striscia dell'isola verde
L'alba sulle rovine dell'ex palazzo del governo: unico superstite il Leone di Giuda...
La bella costruzione della Banca d'Italia, in stile arabo, malridotta dalla guerra...
Massaua 1994: i bei portici sul lungomare che proseguono sino al porto
Massaua: i malridotti resti del famoso lido
Massaua: I resti del...nostro trampolino ormai...solitario e silenzioso
Massaua: La vecchia piscina ormai in completa decadenza...
Sheik Said: meglio conosciuta come l'isola sorprendentemente verde...
Massaua: colpo d'occhio al vecchio quartiere turco
Massaua: veduta verso il lungo porticato che conduce al porto
Massaua: Le saline di Gherar costituiscono una fonte inesauribile di ricchezza.
Gherar veduta dalla strada che conduce al complesso delle saline.
Massaua - veduta delle vecchie costruzioni coloniali in stile arabesco.
Massaua: veduta dell'ampia veranda che sovrasta l'Hotel Dahlak.
Massaua: i porticati che si estendono lungo via Roma.
Massaua: portico e veranda in perfetto stile arabesco.
Continua alla prossima...puntata
Ultima Modifica: 09/06/2012 16:02 da Narrante.
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