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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni.

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11/06/2012 08:59 - 11/06/2012 17:54 #13001 da Narrante
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da quì riparte l'album fotografico con vedute di Massaua e dintorni


Massaua - i famosi angareb stile arabo in mostra sulla pubblica via

Massaua - il tramonto dà spettacolo sulla nuova moschea

Massaua - La guerra non ha risparmiato neppure i quartieri artabi...

Massaua - La vecchia moschea ŠAYḪ HAMMĀLI malridotta dalla guerra.

Massaua - La luce dell'alba si proietta con riflessi magici sulla città.

Massaua - vecchia casa turca con la tipica veranda in legno a "sbalzo"

Massaua - scorcio sulla vecchia città turca: si noti la bici parcheggiata

Gurgussum - la stada che conduce verso la spiaggia.

Gurgussum - la spiaggia: una volta infestata di ricci marini...quante punture..

Gurgussum: Alì Rashaidah e il suo dromnedario in cerca di escursionisti?

Gurgussum: Carlo non ha voluto perdersi il tramonto da mille e una notte...

Massaua - Veduta panoramica dall'hotel Dahlak

Massaua - un ricco "caicco" alla fonda

Massaua - antica casa turca ridotta male per guerra e vecchiaia...

Massaua - tipica copertura "SUK" in legno...assicura ombra e fresco...
Ultima Modifica: 11/06/2012 17:54 da Narrante.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
10/06/2012 18:28 #12998 da Carlo Di Salvo
Guardo ancora la bianca spiaggia e mi accorgo che adesso vi è un secondo capanno, mentre gli altri miei compagni di viaggio si accingono a preparare le proprie masserizie, prendo la mia sacca, la borsa con la macchina fotografica che accosto sul bordo del sambuco, con un salto sono in mare che mi arriva sino alla vita, mi faccio consegnare i miei due bagagli e con essi sulle spalle mi avvio verso il bagnasciuga, una volta a riva la risalgo leggermente verso il capanno dancalo in cerca di un posto asciutto ed all'ombra, accosto il tutto al capanno, spingo verso l'interno del capanno una specie di porta fatta con legni tenuti legati tra di loro, entro nel capanno, all'interno vi è un tavolo abbastanza lungo su cui giacciono varie conchiglie e madrepore, mentre in un angolo vi è un angareb, sui lati vi sono accostate alcun sgabelli fatti con legni d'acacia, il tetto del capanno mi è sembrato abbastanza sicuro da eventuale pioggia per cui in un angolo pongo la mia sacca e la macchina fotografica.
Mentre gli altri componenti del gruppo, molto più attrezzati di me si accingono a montarse le tende a cupola per la notte poco più distanti dal mare quasi ai piedi della collina di acacie alle spalle del capanno.
Sapevo che sicuramente il padrone del capanno sarebbe prima o poi venuto a controllare la sua proprietà, per cui non dovevo toccare nulla di ciò che in essa si trovava.
Quasi di fronte all'ingresso del capanno intanto il cuoco emiliano addetto al nostro sostentamento si mise a montare una tenda abbastanza grande per le derrate alimentari, era una specie di cucina ambulante.
Mentre fervevano tutti questi lavori iniziai un mio primo giro lungo l spiaggia di questa piccola prima insenatura di Dissei, cercai nella mia mente di ricordarmi questo luogo quando con Ibrahim sulle due huri giungemmo su questa spiaggia, che allora la trovammo arida e secca al contrario di come era in quel momento.
Ero in costume e non potei fare a meno in quel momento di farmi una nuotata, questa volta mi ero portato un paio di ochhialini subacquei graduati che mi ero fatto fare prima della mia partenza, occhialini e non maschera perchè io ho bisogno di avere in apnea il naso libero per mia abitudine.
Cari miei quando si scende nel fondo del Mar-Rosso chiamato dagli arabi "il giardino di Allah" si rimane attoniti da tanta vita che in esso si svolge, fatta di architetture naturali inimagginabili alla mente umana e di una vita frenetica, ricci di mare, oloturie, stelle marine, conchiglie dalle forme più varie, pesci di ogni forma e colore, spesso con livree multicolori e dai disegni più fantasiosi ci circondano ovunque, moltissime conchiglie di "Bocconi di Mare" come li chiamavamo noi dopo di averli lessati, qualche massauino sicuramente se le ricorderà, la nuotata non durò più di tre quarti d'ora perchè tra poco il cuoco avrebbe chiamato, e poi dovevo levarmi un pò di salsedine con qualche secchiata di acqua dolce prelevata da fustini in plastica azzurra dal sambuco,
non ci crederete ma il pranzo sarebbe stato di rigatoni con ragù bagnati anche da buon vino.(continua).

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10/06/2012 16:59 - 10/06/2012 17:30 #12997 da Narrante
Riprende quì il viaggio verso le isole Dahlak ma inizio con qualche chicca inviatami
da Carlo e...rimasta accantonata in attesa di poterla inserire come...cappello

si tratta del piano regolatore di Massaua previsto, sin dal 1914, dall'Ing. Odoardo Cavagnari del Genio Civile. Praticamente prevedeva una seconda diga creando quindi un bacino chiuso. Prevedendo un conseguente ampliamento dell'isola di Taulud...

Quì sopra uno studio, sempre dell'Ing. O.Cavagnari, relativo
al piano regolatore di Nefasit chiusa fra le alte montagne.

segue un link per accedere al piano regolatore di Massaua in formato *.pdf:

piano regolatore Massaua - 1914

Per ingrandire l'immagine potete zoomare agendo sui pulsanti "+ / -"
che compaiono quando posizionate il mouse sulla pagina.

Segue un altro link con notizie interessanti sviluppate dall'Ing. GianLuca Podestà dell'Università di Parma(credo sia il marito della "Mimma Bancalari" massauina doc. che Giacinto, e i massauini penso ricordino bene)

Eritrea - le città Impero - di Podestà
Ultima Modifica: 10/06/2012 17:30 da Narrante.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
10/06/2012 09:48 #12995 da Carlo Di Salvo
Caro Giacinto il mio I° Viaggio alle Dahlak nel gennaio 1995 è stato un po limitato in quanto siamo stati a Dissei ed a Madote dopo di ché siamo rientrati a Massaua.
E' nel mio II° viaggio che, nell'ottobre del 1996 con il caicco Nobile al comando di Maurizio Pazzelli, siamo penetrati nel Gubbet Mus Nefit di Dahlak-Kebir passando a fianco del relitto dell'Urania da me fotografato, pensa che era tutto sforacchiato perchè durante il regime di Menghistù i russi si divertivano a sforacchiarlo per esecitazioni di lanci dagli aerei che partivano da un campo di aviazione da loro costruito nell'isola, a fianco dell'Urania emerge anche la torretta di un rimorchiatore affondato, quando parlerò del mio II° viaggio vedrai le foto, a meno che tu non levoglia subito tramite e. mail.
A presto Carlo.

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09/06/2012 19:48 #12991 da wania
[justify]CARLO buonasera, ti vedo in linea, ciao. Ho avuto una giornata campale, come ieri del resto, domani mi riposo, lunedì si ricomincerà a parlare nel forum? Speriamo[/justify]

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09/06/2012 14:24 #12988 da Giacinto-Matarazzo
Caro Carlo, molto interessante il tuo racconto della gita alle Dahlak. Io ricordo di esserci stato ancor prima della guerra con i miei genitori e loro amici in gita in occasione di qualche festività. Forse avevo 5 anni.A quell'epoca sentivo dire dai grandi che c'era l'AGIP MINERARIA che trivellava per la ricerca del petrolio.Poi venne la guerra e quell'arcipelago divenne il cimitero di diverse navi. Da qualche appunto trovato fra le carte di mio padre posso citare alcuni nomi di queste.Si tratta di alcuni rimorchiatori della Marina Militare : AUSONIA, MALAMOCCO, ONEGLIA,PANARIA, PIRANO E PORTOVENERE. Per il naviglio mercantile le navi passeggere del Lloyd Triestino URANIA, NAZZARIO SAURO, GIUSEPPE MAZZINI. E poi la nave da carico CAPITAN BOTTEGO e le petroliere GIOVE e PROMETEO.In merito al MAZZINI, il comandante, era un cugino di mio padre ed era al suo ultimo viaggio in quanto già in procinto allora di andare in pensione.Quindi fu ospitato dai miei e rimpatriò con una delle navi bianche nel '42. Ci stai coinvolgendo nei tuoi ricordi. Ognuno di noi ne ha, pochi o molti in rapporto di quanto tempo ha vissuto in Eritrea e di quanto è riuscito per quel tempo a immortalare, luoghi e persone. Io ho usato prevalentemente la cinepresa 8 mm e ho molti ricordi.Ogni tanto me li proietto.
Buona domenica
Cisi

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