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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni.

  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
15/06/2012 15:26 #13071 da Carlo Di Salvo
Mamma mia quanta curiosità ho suscitato con il Sambuco e con l'uri, ma come facevano gli arabi nei lontanissimi secoli a conoscere le vele latine? Ve lo dico io, sono i latini che si sono appropriati delle vele triangolari che furono portate nel mediterraneo per la prma volta dai Fenici di Tiro in Libano, vedi il caso, provenienti costoro dalle coste della penisola arabica, proprio Erodoto li dice provenienti dal mare così detto ERITREO e s'affacciarono a questo nostro mare riferendosi al Mediterraneo.
I Sambuchi o Dohw sono antichissimi, la loro origine si perde nell'antichità più remota, inizialmente venivano assemblati con zeppe di legno perchè era sconosciuto l'uso dei chiodi, la calafatura veniva fatta con stracci imbevuti in olio di pescecane e pece, per la loro navigazione soprattutto nell'oceano indiano e vedi un pò nel Mar Rosso venivano sfruttati i monsoni invernali ed estivi, le uri erano e sono tuttora dei tronchi d'albero scavati usati per navigare nei bassi fondali pericolosi per gli scogli di madrepore, se riuscirò a fotografare il modellino di sambuco da me costruito ed esposto al "ristorante Dahlak di Padova" ve la farò avere.
Ed ora andiamo verso Madote, si parte la mattina prestissimo, si vede appena il chiarore del giorno dietro la bassa sagoma della penisola di Buri, l'elica del sambuco lascia dietro di noi una lunga striscia di schiuma, appena al largo si gettano le lenze per pescare al traino, lenze con più ami in modo da catturare più pesci, per un lungo tratto costeggiamo Dissei, conto una, due, tre, le quattro baie che nel lontano dicembre '46 con Ibrahim su due uri andammo a visitare il villaggio nella ultima grande baia quasi semicircolare di Dissei, anche la penisola di Buri, fino alla sua estrema punta nord, per un lungo tratto ci accompagna dal lato opposto a Dissei la quale anche lei con l'ultimo promontorio sprofonda in mare prolungandosi in una lunga lingua di sabbia sommersa.
Improvvisamente il numero di giri del motore viene fatto diminuire, il motivo è che alcuni pesci hanno abboccato ed occorre tirare su le lenze, i marinai dancali iniziano a tirare le lenze e palamiti, barracuda e aguglie iniziano a riempire una cassetta di legno saltellando violentemente in cerca della libertà, i bambini e perchè no, noi adulti siamo affascinati da questa prima pesca, mentre procediamo adesso verso Madote il cielo si va schiarendo sempre più, cerco di gurdare il mare attorno nella speranza di scorgere qualche gigantesca manta, ma vedo solo saltare fuori dal mare pesci volanti che per lunghi tratti sorvolano la superficie del mare.
Il sole sta quasi per sorgere, finalmente si scorge il traliccio del faro spento di Madote, l'isola ancora non si distingue perchè è come una secchiata di sabbia gettata in mare talmente è bassa, finalmente il sole sorge dietro la sua bassa poca vegetazione il suo riflesso fa mare assumere al mare il colore della spremuta di una arancia sanguinella mentre tutto il cielo sembra prendere fuoco, o cara Madote tu sai sempre stupire il tuo visitatore non ti smentisci mai.
Il sambuco getta l'ancora a circa 50 metri dal suo bagnasciuga, il mare è di una trasparenza eccezionale, il fondo si distingue appena, si prepara la barchetta per portare sull'isola i turisti, ma io non posso aspettare un tuffo da prua ed in poche bracciate mio avvio in questo mare da sogno verso l'isola, ho lasciato nella barchetta la mia macchina fotografica avvolta in un sacchetto di cellofan, Madote è il regno degli uccelli marini e migratori provenienti dall'Arabia, chissà che non riesca a fotografarne qualcuno.
Dopo una bella nuotata sino a toccare il fondo sabbioso stando attento a non calpestare qualche razza o addirittura torpedine, ad evitare qualche riccio e alcune madrepore finalmente metto piede sulla sabbia incontaminata di Madote.
Ovunque sulla spiaggia sono sparsi i resti di coralli rossi a canne d'organo alcun i più belli li raccolgo per portarmeli a Padova, aspetto che giunga la barca per prendere la macchina fotografica nel mentre mi guardo attorno, si vi sono uccelli, addirittura sulla sommità del faro un'aqila marina ha il suo nido e non fa altro che volarci attorno, nella parte centrale di questo lembo di sabbia lungo si e no dai 200 ai 300 metri cresce una vegetazione bassa di cespugli, una volta ritirata la macchina fotografica comincio l'esplorazione dell'isola, vado tra i bassi cespugli e mi accorgo che quasi ovunque vi sono nidi di uccelli con alcune uova, uccelli che volano sopra la mia testa quasi a minacciarmi con gli escrementi, capisco che ho invaso il loro regno e mi limito a fare il giro dell'isola lungo il bagnasciuga.
Il giro è profiquo perchè riesco a fotografare urie e gabbiani oltre l'aquila pescatrice, ogni tanto sulla sabbia si trovano purtroppo i resti di carcasse di pescicani senza la coda e le pinne, il commercio della cucina cinese e giapponese ha invaso purtroppo anche il Mar-Rosso dove i poveri pescatori vendono per pochi soldi ciò che nei piatti della Cina e del Giappone viene venduto a peso d'oro.
Prima di tornare al sambuco, dopo avere consegnato la macchina fotografica a chi tornava in barca, poichè è impossibile camminare sulla sabbia infuocata, mi avviai a nuoto verso il sambuco questa volta però con molta calma perchè la carezza di quel mare era qualcosa di indescrivibile e volevo farla durare più a lungo.
Dopo avere pranzato a bordo con il pesce cucinato alla dancala dentro un fusto con la brace, il sambuco prese la rotta verso Massaua. (continua).

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15/06/2012 14:45 #13069 da Giacinto-Matarazzo
Riprenderò quando sarò più calmo, 'sto stronzo di PC è andato in T.O.
Cisi

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15/06/2012 10:27 - 15/06/2012 14:29 #13067 da Narrante
Giacinto so che gli arabi per motivi religiosi...non potendo disperdere e/o spargere seme a...vuoto...si portavano a bordo dei giovinetti che venivano comunemente chiamati..."francolini"...
e venivano utilizzati per tali scopi giusto per non attirarsi le ire di Allah...
Gli URI erano forse una sorta di alcova...per ottemperare a tali usanze?...
Giacinto quanto alla spiaggetta non posso cedere alle tue lusinghe...bisogna indovinare...si trova in Adriatico...ma dove?

Cercando di documentarmi sui sambuchi ho trovato qualcosa di interessante di cui vi fornisco il link: proviene dalla rivista digitale "Il Corno d'Africa" quì sotto il link:
Ultima Modifica: 15/06/2012 14:29 da Narrante.

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15/06/2012 09:57 #13066 da Giacinto-Matarazzo
SILVANO, canoa non "o" ma "e" piroga sono due tipi di imbarcazioni già di diversa struttura e conformazione tra loro sebbene all'osservazione del profano possano sembrare simili. L'URI, usato dai nakuda del Mar Rosso, in prevalenza,è una imbarcazione in genere in dotazione ai sambuchi per gli usi necessari.E' una imbarcazione scavata in un tronco d'albero senza ordinate e madieri e senza chiglia.Al medesimo poi viene data la conformazione esterna con due prue. Ma osservandolo bene si nota che non ha la caratteristica forma ellittica di uno scafo.E' tutto diritto.Bisogna saperci stare sopra e mantenere un discreto equilibrio.Sapednolo governare, l'URI, può affrontare anche un discreto mare mosso. Che è 'sta faccenda della spiaggetta da individuare ? Fra le foto di Carlo ce ne sono diverse. Si tratta sempre della zona del Mar Rosso o di altri mari ? Se me lo dici ti mando un barattolo di olive di Gaeta.
Cisi

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15/06/2012 07:41 #13064 da Narrante
Giacinto ero sicuro di sbagliare!
Difatti Carlo aveva scritto URI, pensando fosse un errore di battitura, l'ho battezzato canoa.
In realtà ero indeciso fra... canoa o piroga
Come vedi la mia incompetenza marinara è elevata: non si finisce mai di imparare.
Ma, detto fra di noi, URI a Massaua non ricordo di averne visti evidentemente era un tipo d'imbarcazione poco diffusa.
Comunque hai visto quanti giri gli ho fatto fare?
Comunque la baia con la spiaggetta che ho inserito non si trova nel gruppo delle Dahlak ma in ben altra zona.
Inizia così la caccia alla spiaggetta misteriosa...
Dove si trova realmente? come si chiama?
La gara è aperta! Possono partecipare tutti indistintamente: asmarini, massauini, oriundi purché di età compresa fra i 5 e i 120 anni...
Silvano

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15/06/2012 07:20 #13063 da Giacinto-Matarazzo
SILVANO, il natante su cui Carlo cerca di mantenere l'equilibrio si chiama URI non canoa.Scafo con buona galleggiabilità ma stabilità precaria, vero Carlo ? Pensa, Silvano, che io e Glauco, il figlio di quell'ufficiale di porto, Salvatore Riotta, che firmò il permesso al padre di Carlo,bimbetti coetanei,a Massaua giocavamo insieme.All'occupazione tutto il personale dello stato maggiore della Capitaneria,dal com.te, col.Pace, all'ultimo graduato della scala gerarchica,rifiutarono di collaborare,furono presi prigionieri e spediti in India.Le loro famiglie rimpatriarono nel '42 con il primo scaglione delle navi bianche. Vedi una semplice foto come può far rivivere lontani ricordi. Forza che sta arrivando l'estate, son previsti i 40°.
Cisi

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