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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni.

  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
15/05/2012 12:41 #12671 da Carlo Di Salvo
Il 26 dicembre 1994 volli ritornare in stazione per vedere se riuscivo ad andare dentro al deposito locomotive che sapevo in grande attività, volevo vedere anche Gherezghiller Cardelli che sapevo essere il vecchio ferroviere che dirigeva la ricostruzione di alcune macchine.
Giunto in stazione mi rivolsi al responsabile della stazione il quale, saputo che ero il figlio del vecchio direttore del traffico, fu ben felice di accompagnarmi sino al deposito locomotive.
Per raggiungere il deposito bisognava attraversare quasi tutta la stazione verso il vecchio scambio d'uscita verso la grande officina ai piedi del fortino Viganò, mentre camminavo mi accorsi che cumuli di traversine in ferro erano impilate con grande ordine pronte ad essere ricollocate lungo la linea, ero molto emozionato perchè vedevo che gli alti eucalipus come sempre circondavano il deposito e mano a mano che mi avvicinavo sentivo il classico martellio sulle lamiere.
Una volta all'interno fu grande per me la gioia di rivedere una Mallet a doppio rodigio quasi rimessa a nuovo con le sue ruote dipinte di rosso cerchiate di bianco, sembravano appena uscite dall'Ansaldo di Genova le cui targhe in ottone erano ancora al loro posto, finalmente incontro Gherezghiller il quale mi accoglie con grande entusiasmo, soprattutto quando cito i nomi dei suoi maestri: Falzoi, Maranzana e Viizzo ad ogni nome che citavo a quel vecchietto di 76 anni brillavano gli occhi, mi fece fare ungiro dentro il deposito mostrandomi tutti i lavori su altre locomotive.
Tutto il personale in pensione dei vecchi ferrovieri era stato richiamato in servizio per ricostruire questo capolavoro dell'ingegneria italiana.
Ci salutammo con Gherezghiller con la promessa che sarei tornato, il sogno di rivedere in funzione le ferrovie eritree si stava avvicinando.
Dopo la visita al deposito locomtive mi accinsi a ritornare verso il centro di Asmara, scendendo però lungo il viale Duca degli Abruzzi vedendo la chiesa di Ndà-Mariam pensai di andarla a fotografare da vicino visto che la domenica 8 gennaio sarei dovuto andare al matrimonio di Franco e Saba.
Dopo acune foto a Ndà-Mariam, visto che ero in zona mi diressi verso il mercato indigeno attraversai piazza Somalia giungendo dapprima al mercato di frutta e verdura indi al mercato delle granaglie, i colori, gli odori fanno parte dell'anima dell'Eritrea, le sue frutta bisognerebbe vederle come sono esposte e curate, persino molta delle nostre verdure mediterranee fanno lì la loro bella figura, pamodori, lattughe, melenzane, zucchine e tante altre sono assieme a papaie, hannoni, pompelmi, banane e tanta altra frutta.
Dopo un lungo giro per i vari mercati mi ricordai di Teclè che sapevo faceva il giardiniere ai giardini attorno alla Croce del Sud, mi portai quindi in corso del Re che risalii tutto sino alla salita di via Ferdinando Martini, passando davanti a piazza Roma con la sede del tribunale e quella della Banca d'Italia e subito dopo il vecchio negozio di alimentari di Tagliero e l'abergo Cheren (oggi Italia) iniziai la salita di via Ferdinando Martini, anche quì emozioni a non finire: la vecchia sede dell'Upim, poi occupata dalla Mitchell-Cotts dove mamma lavorò per otto anni mi portarono in dietro negli anni, finalmente giunsi in piazza De Cristoforis dove alcuni giardinieri erano intenti a curare i fiori dei giardini, domandai di Teclè che mi fu indicato intento ad innaffiare alcune piante, mi avvicinai lentamente per vedere se era proprio il Teclè giardiniere alla stazione di Asmara, lo riconobbi, lo chiamai per nome, si voltò ed i nostri sguardi s'incontrarono: Teclè ti ricordi di me? Io sono Carlo Di Salvo, fu un lampo ed il suo sguardo si trasformò in stupore, qualche lacrima ci apparve ad entrambi e ci abbracciammo, lo invitai a bere una birra nel tucul dove era una volta la Croce del Sud, gli domandai della mia Lettèbraham e della piccola Nebiat che spesso teneva in braccio, mi disse che Lettè era ad Addis-Abeba e che Nebiat era andata negli U.S.A., al momento di salutarlo gli regalai 300 Bir lo stipendio di 6 mesi ne fu felice.

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15/05/2012 11:13 #12670 da wania
[justify]Tutto qui? E il racconto del 1° ritorno dopo 46 anni è già finito? Non credo....come mai ti sei fermato? Dài Carlo, coraggio! Io intanto vo a dormire.....cisi stasera.[/justify]

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
15/05/2012 09:42 #12669 da Carlo Di Salvo
Quel Natale 1994 io ero assieme con Michele Cosentino ed andavo spesso a mangiare da lui perchè mamma Sara mi invitava sempre, se non ci siamo incontrati è stato un caso fortuito, perchè andai alla messa delle 10 il giorno di Natale, l'Expò è molto lontano dalla cattedrale e a mezzanotte ero tra i sogni beati dei miei ricordi.

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14/05/2012 17:51 - 22/05/2012 17:04 #12663 da Narrante
Galleria fotografica del "RITORNO" di Carlo Di Salvo dopo 46 anni


La valle del Mai-Henzì nella sua imponenza

Il sempre ben curato Chiostro della Cattedrale.

veduta verso la famosa porta della "gola del diavolo"


La famosa "8a" il cui suono si propagava per tutta Asmara.
La campana fu ricavata dalla fusione di un cannone austriaco
Guerra 1915/'18 - a voler simboleggiare "PACE FRA I POPOLI"

Asmara - La grande Chiesa Copta di 'Nda Mariam - Il Degghé Salam

Asmara - Un accurato e ben rifornito banco di frutta e verdura

Asmara - Mercato coperto: in bella mostra prodotti vari per la casa, la cucina...

Nei grandi capannoni della Stazione F.E. si lavora per il ripristino del materiale rotabile. Quì sopra si 'rimette a nuovo' una gloriosa locomotiva "ANSALDO"

Bet Gherghis - Dal moderno all'antico...tutto il peso della vita sulle spalle...

Teclé, il vecchio giardiniere delle F.E.riconosce Carlo e posa per lui

Valle Mai-Enzì: Il vecchio tracciato F.E. Massaua-Asmara

Valle del Dorfu: il tracciato ferroviario

Arbaroba - Il ponte ferroviario e la camionabile

Arbaroba - La bella stazioncina ancora in rovina (anno 1994)

Asmara - V.le Mussolini sullo sfondo a sin. il Cinema Impero

Asmara - Cinema Impero - atrio e biglietteria

Asmara - La Casa degli Italiani in Eritrea

Verso Embatkalla:- la ferrovia e la camionabile...curvano insieme...

Panorama verso la verde conca di Embatkalla

Embatkalla - Ciro Costa: una vita dedicata all'Eritrea

Onoreficenza della Repubblica Italiana e quella del governo Eritreo

La valle del Maienzì dominata dal massiccio del Gaab

Arbaroba sovrastata dall'imponente Gaab

Ghinda: Quel che resta della casa di Carlo e dei genitori...

Ghinda: Lo stato di abbandono della casa di Carlo..(a. 1994)

Ghinda: Il ponte ferroviario d'ingresso al paese...

Ghinda: La rivincita dei dromedari - una carovana sfila imperterrita...

Ghinda - Quel che resta del famoso "Buon Respiro" in stato di abbandono


Ghinda - Bimbi sorridenti e curiosi accorrono a salutare Carlo

Acquaiolo, asinello, ghirba: il trasporto dell'acqua è assicurato...

Il trasporto dell'acqua prosegue con sistemi antichi ma sempre...validi...

Dongollo: l'ex stabilimento dell'acqua minerale ormai in disuso

Dongollo Alta: Panorama verso l'arida e rovente Piana di Saberguma

agg. 22/05/2012...Il viaggio prosegue verso Massaua su un'altro POST

N.B. con un "click" sull'immagine, la vedrete ingrandita su un'altra finestra...premendo il tasto con la freccia rivolta a sin "<
" si rientra nel Forum...

Ultima Modifica: 22/05/2012 17:04 da Narrante.

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14/05/2012 15:18 #12661 da wania
[justify]Che emozione! Se stai parlando del Natale 1994, c'ero anch'io all'Asmara. Quell'anno presi in affitto una casa e ci stetti per ben tre mesi. Ero al mio terzo viaggio del ritorno e cominciavo a pensare di andare a svernare tutti gli anni lì....Ma si che era il Natale del 1994, non c'incontrammo alla Casa degli Italiani?. Io tutte le mattine andavo in Cattedrale agli Uffici Selam e davo una mano alle impiegate di Padre Protasio nel settore Adozioni a Distanza.Tutte le mattine e tutti i pomeriggi. La Notte Santa la trascorsi in Cattedrale, c'eri anche te? Che pianti!Il pranzo di Natale lo organizzammo a casa di mia sorella - anche lei in affitto col marito in una casa a Gaggiret, io invece con alcune amiche in una traversa di Viale Mussolini - Nel pomeriggio Protasio ci venne a trovare con tanti bambini adottati e le loro mamme, noi avevamo preparato fittatine e dolci per tutti.....te perché non venisti a mangiare le frittatine?.... :cheer: :cheer: :cheer: [/justify]

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
13/05/2012 16:44 #12649 da Carlo Di Salvo
Il secondo giorno del mio ritorno ad Asmara era il Santo Natale e in cattedrale alle 10 vi era la S.Messa, la giornata si presentava splendida, il cielo di Asmara non si smentisce mai con il azzurro intenso di cristallo, il sole dopo il fresco della notte cominciava a scaldare l'aria, per tempo mi avviai questa volta a piedi verso la cattedrale, da Godaif al centro vi è un bel tratto di strada, un pezzo sino al bar Gimma , tutto il viale De Bono e poi il viale Mussolini o Corso Italia e adesso viale Della Liberazione.
Come è diverso in una città conoscerla in macchina o a piedi, tutto ti appare più familiare, anche le persone che si incontrano lungo la strada assumono una dimensione più umana e vera e ad Asmara camminare per le sue strade è un viaggio nel tempo, anche mio papà nei suoi primi giorni in Asmara pensavo aveva fatto il percorso che stavo facendo.
Si sarà fermato al bar Gimma a scambiare due parole con qualche avventore, si sarà anche lui fermato a guardare il distributore della Fiat Tagliero a forma di aereo, avrà anche lui percorso il viale De Bono, adesso però vi sono nuovi alberghi e nuove costruzioni, sarà anche lui andato a vedere la piscina Mingardi, allora vi era il ristorante Croce del Sud, adesso al suo posto vi è un bar a forma di un grande Tucul.
Giunto a questo punto decisi di risalire le scale dette da noi "dello zoppo" perchè si usa quasi sempre la stessa gamba sia per salire che scendere, raggiungo piazza De cristofori, rivedo il Comando Truppe, il Palazzo Governatoriale, l'inizio di via Francesco Crispi, la discesa di via Ferdinando Martini dove nella vecchia sede dell'Upim, successivamente sede della Mitchell-Cotts mamma andò a lavorare sino al 1952.
Scendo lungo il viale della Regina verso la cattedrale il cui bellissimo campanile svetta in fondo al viale, rivedo i vecchi negozi di artigiani, il rinomatissimo ristorante "La Gazzella Bianca", entro nel bar "Alba" dove la dolce Alba Forzani seduta alla cassa mi accoglie con il suo sorriso, lì incontro i coniugi Piazzalunga che mi fanno grande festa, in loro compagnia mi avvio verso la cattedrale perchè tra poco padre Protasio inizierà la S.Messa.
E' inutile ogni volta che si salgono quelle scale ti salgono in mente tanti di quei ricordi conservati gelosamente in scrigni preziosi del nostro cervello, le messe domenicali con papà e mamma, i colpi che padre Zenone mi dava scherzosamente sulle gambe con il suo cordone perchè qualche volta saltavo la dottrina.
Una volta dentro rivedo la Sacra Immagine della Madonna del Rosario a cui mamma era devotissima, ma vedo con grande stupore il bel presepio che padre Protasio ha allestito nello stesso identico posto dove lo allestiva padre Zenone cioè nella cappellina a destra di fianco all'ingresso della sacrestia, difronte dal lato opposto vi sono i bambini che con tamburi ed organo cantano con bravura e tanto entusiasmo.
Nei banchi a sinistra della navata sono sedute tutte le suore con i loro bambini, molte di esse hanno trascorso tutta la loro vita al servizio di tanti bambini orfani dei genitori a causa della lunga guerra con l'Etiopia.
(continua)

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