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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni.

  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
12/05/2012 21:02 #12646 da Carlo Di Salvo
Rieccomi a voi asmarini in attesa.
Nella mia mente sento di tanto intanto le vocine dei bambini provenire dalle finestre della mia scuola, il tempo non ha per niente cambiato la facciata del fabbricato, come del resto tutti i palazzi di Asmara per il suo clima secco e asciutto si sono mantenuti in buone condizioni.
Salendo la via Gustavo Bianchi raggiungo la via Chiarini dove abita Michele, suono al cancello e subito mi viene ad aprire Froeini che sarebbe l'aiutante di mamma Sara, grande accoglienza da parte di tutti, familiari di Michele e anche di Rino Modici mi accolgono con grande festa, subito dopo giunge anche padre Protasio, la tavolata si preannuncia molto numerosa, non ci crederete ma ho mangiato dei tortellini in brodo di gallina eccellenti, ciò che mi ha colpito però è l'antica usanza di pregare prima del pranzo e lo spezzare del pane secondo un antico rito cristiano rimasto ancora vivo nelle popolazioni cristiane dell'Eritrea.
Dopo pranzo Rino Modici volle darmi un passaggio sino in albergo visto che lui abita a Godaif, accetto ben volentieri, giunto però davanti alla sua officina mi invita ad entrare, vedo una 1.500 Fiat perfettamente funzionante e mi dice che se voglio posso guidarla, allora non vi erano tanti problemi per la guida in Eritrea, con la mia patente potevo benissimo guidarla, vi era solo una differenza, malgrado il senso di marcia era a destra bisognava dare la precedenza alla sinistra.
Non gli feci ripetere l'invito perchè accettai subito, messo in moto il motore e resomi conto dei vecchi comandi non tutti funzionanti in realtà, mi riferisco a clacson e comandi di direzione tutto il resto sembrava a posto.
Dentro di me avevo un desiderio intimo nascosto, andare nel punto delle Porte del Diavolo poco prima di Arbaroba.
Fu così che mi avviai lungo la strada verso via De Bono, passai davanti all'ingresso del Pavoni Social Center del Gruppo Missioni Asmara, poco prima del viale De Bono supero il Bar Gimma, laeroplano della Fiat Tagliero e mi dirigo lungo tutto il viale De Bono verso il viale Mussolini stando molto attento alla segnaletica e rispettando le precedenze perchè di tantanto incontravo qualche biroccino, supero viale Mussolini, viale Cadorna, svolto a sinistra per imboccare la salita di via Duca degli Abruzzi, giunto a piazza degli Alpini imbocco la camionabile per Massaua.
Voi non potete immaginare la mia emozione, stavo percorrendo un tratto di strada che avevo sempre sognato dentro di me, giunto all'altezza della missione svedese vedo a destra ai piedi del vecchio fortino Viganò lo spiazzo dove erano la mia baracca a ed altre due tutte di dipendenti delle ferrovie, adesso non vi era più nulla.
Proseguo con la 1.500 Fiat supero la vecchia fabbrica di bottiglie sulla sinistra, a desrta noto la deviazione verso il laghetto ed il circolo del tennis di Bietgherghis, era una salita che attraversava un fitto bosco di eucaliptus dove andavo, con il carrettino con i cuscinetti a sfere, giù a precipizio, adesso invece vedevo pochi alberi.
continuo la salita verso la sella supero il bar Laghetto, giunto in cima dopo un breve tratto pianeggiante, sulla destra si notano piccoli focolari della discarica di Asmara, regno di iene, sciacalli e babbuini, inizio subito dopo la discesa, inserisco la marcia più bassa per diminuire la velocità non essendo tanto sicuro dei freni.
Mentre scendevo tra un'infinità di curve notai la splendida visione della valle del Mai-Henzì, di tanto intanto vedevo il percorso della ferrovia spoglio dei suoi binari che si sviluppava come un serpente tra i monti penetrando ora in una ora in un'altra galleria o superando precipizi con audaci viadotti.
Finalmente noto che il tracciato ferroviario costeggia la camionabile quasi allo stesso livello, ecco ci siamo tra poco raggiungerò le Porte del Diavolo, infatti poco dopo vedo il sotto passaggio che la ferrovia incrocia la camionabile per trasferirsi nell'orrido della valle del Dorfù, noto un spiazzo sufficiente per fermare la macchina e scattare alcune foto di questo luogo, la valle del Dorfù si perde a vista d'occhio in fondo a un precipizio di circa 300 metri dove si vedono ancora le vecchie coltivazioni create dagli italiani.
Mi avvio adesso verso Asmara, tuto attorno le montagne sono costellate da piante endemiche di Belès (ovvero fichid'india) e di alti alberi di eucaliptus, giunto a Bietgherghis ad un cero punto mi fermo perchè sul muro di una roccia vedo una lapide di marmo curioso scendo per fotografarla leggo: "Milizia Forestale Operosa e Fedele", riprendo il ritorno verso Asmara quando vedo una donna eritrea che lentamente avanza china sotto un carico enorme di legni secchi di fichi d'india la supero mi fermo per fotografarla, era il simbolo della donna eritrea. (continua).

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
12/05/2012 16:21 #12645 da Carlo Di Salvo
Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto qualche problemino col computer, riprendo i miei ricordi del "I° Ritorno in Eritrea".
Dopo la foto fatta aiferrovieri del deposito littorine mi sarebbe piaciuto visitare il deposito locomotive, ma mi dissero che occorreva un permesso al che per ilmomento rinunziai. Ritornai così fuori dalla stazione ripercorrendo il viale Duca degli Abruzzi, giunto in piazzadegli Alpini dove il viale si interseca con la camionabile per Massaua e con la via Bengasi che conduceva al Caravanserraglio, mi accorsi che nulla era cambiato, ancora esisteva il negozietto di alimentari dove si acquistavano il pane, la pasta e qualsiasi altro genere alimentare.
Ripresi così a discendere la via Duca degli Abruzzi avendo questa volta sulla destra la visione della chiesa di Nda-Mariam, ogni volta che andavo a scuola era questa la strada che facevo, ma questa volta la guardai in un altro modo perchè leggendo avevo conosciuto la storia di quel luogo che mi aveva affascinato. Pensato anticamente vi era un tempio Sabeo, da quel luogo passò la regina Makeda in attesa di partorire Menelik che nacque poi a Zazzega nei pressi di Asmara verso Cheren ed infine si dice anche che lì si fermò l'Arca dell'Alleanza trasportata da Gerusalemme in Etiopia.
Con questi pensieri giunsi all'altezza dell'autorimessa Principe, ma questa volta mi diressi sulla sinistra verso la via Cadorna, prolungamento di viale Mussolini, mi soffermai nel casotto della piccola edicola di giornali, una volta dentro non so cosa avrei fatto, vi erano i vecchi giornali e riviste della mia gioventù: la Domenica del Corriere, la Tribuna Illustrata, i giornaletti che ci passavamo tra di noi e libri persino "I ragazzi della via Paal", i romanzi di Salgari con bellissime illustrazioni che tanto mi avevano fatto sognare, insomma sono uscito fuori con tanti ricordi per la testa.
Una volta giunto all'inizio del viale Cadorna mi apparve uno straordinario spettacolo, quasi un chilometro del più bel viale alberato di tutta l'africa adornato a destra ed a sinistra da una interminabile fila di altissime palme, sì le mie, per non dire le nostre gemelle, mi misi al centro del viale e fotografai questo spettacolo.
Proseguendo adesso lungo questo meravigioso viale, reso ancor più bello dal cielo turchino di cristallo che lo sovrasta, cominciai il mio percorso in direzione della Cattedrale, ad ogni passo andavo in dietro con la memoria, cominciavo ad avere una certa stanchezza e non v edevo l'ora di sedermi al bar del cinema Impero, si erano fatte già le 11,30 ed alle 12,30 dovevo essere a casa di Michele Cosentino per il pranzo di Natale.
Giunto al bar Impero ordinai un bicchiere di acqua minerale ed anice perchè ero morto dalla sete, mi avviai così verso la cattedrale, volevo rivedere un momento padre Protasio che trovai in chiesa occupato a preparare il Presepe, guarda un pò proprio nello stesso punto dove lo si faceva ai nostri tempi e cioè nella cappellina alla destra vicino all'ingresso della sagrestia, anche lui, mi disse, era stato invitato a pranzo a casa di Michele Cosentino, avevo ancora voglia di vedere Asmara, così lo salutai dandoci appuntamento da Michele.
Fuori la Cattedrale mi avviai verso la Croce del Sud, ma mentre sono all'altezza dell'Arcivescovado incontro una coppia lui italiano e lei eritrea, ma entrambi di Milano, è naturale tra turisti salutarsi e scambiare due parole, venni così a sapere che Franco e Saba si erano sposati a Milano, ma che adesso ripetevano il matrimonio con il rito copto nella chiesa di Nda-Mariam e fui invitato a partecipare alla cerimonia e per di più al pranzo nuziale, non ero mai entrato a Nda-Mariam e questa sarebbe stata un'occasione unica, la cerimonia si sarebbe svolta la domenica successiva, avrei avuto anche la possibilità di fotografare l'interno di Nda-Mariam.
Una breve sosta nel negozio di Reffo con quattro chiacchere di ricordi di vecchi amici lontani e quindi mi avvio verso via Gustavo Bianchi per andare a casa da Michele che sta alla successiva traversa dopo le nostre scuole del Principe di Piemonte, passando difronte ad essa dove su un alto pennone sventola ancora il nostro tricolore non ho potuto fare a meno di ricordare i nostri banchi con i calamai dell'inchiostro incassati nel banco e perchè no i nostri messaggini con le femminucce che andavano il pomeriggio. Continuo più tardi......

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10/05/2012 21:32 #12634 da wania
[justify]Sempre più appassionante questo tuo racconto, ma, scusa, perché lo chiami continuazione del ritorno in Eritrea dopo 46 anni, non siamo ancora al ? Credo che tu lo possa correggere, fatti dire da Silvano come si fa! Bravo comunque, bravo Carlo. Chissà perché hai aspettato tanto ad entrare qui da noi, in questo forum! Perché? Ciao, buonanotte.[/justify]

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
09/05/2012 17:07 - 25/05/2012 20:05 #12619 da Carlo Di Salvo
Una volta entrato all'interno della stazione vedo sulla destra che al deposito littorine lavorano con fervore, mi si avvicina un anziano con la tuta di lavoro "noi tutti vecchi ferrovieri", la maggioranza hanno i capelli bianchi, ma alcuni sono anche giovani,tutti sono con la tuta, mostro a loro le foto di mio papà, lo riconoscono e mi fanno una grande festa, mi invitano ad entrare nel deposito littorine, entro e con mia somma meraviglia vedo la littorina N°2 tutta rimessa quasi a nuovo, bianca con la fascia rossa sulla fiancata, manca solo il copri radiatore, quanti ricordi in quel momento mi assalgono la mente, è come se un film impazzito faccia scorrere all'impazzata i suoi fotogrammi: viaggi verso Massaua, Arbaroba, Nefasit, la mia cara Ghinda, la cocente stazione di Mai-Atal e poi Dogali con il suo monumento in alto sulla collina ed infine la lunga diga di Taulud, l'odore dell'aria bollente mista alla salsedine del Mar-Rosso, l'arrivo in stazione..... svegliati Carlo!! stai sognando!!
Si è vero stò sognando, adesso viaggio verso Cheren lungo la meravigliosa valle dell'Anseba tra sicomori, tamarindi, bao-bab, mangos, giungo a Cheren, non voglio fermarmi, proseguo per Agordat, la littorina inizia la discesa verso Asciadira tra le montagne che videro la più grande battaglia mai combattuta in africa (Parole di Winston Churchil), la battaglia di Cheren, i miei occhi rivedono quei monti: il Dongolas, il Sanchil, lo Zeban, la Forcuta e tanti altri bagnati del sangue dei nostri soldati sia Italiani che Eritrei.
La littorina scende ancora raggiungo la stazione di Hummed, prosegue per Agat, ah! quanti ricordi di vacanze con mamma e papà in questa ridente piccola stazioncina; prosegue la littorina costeggiando vari letti secchi di fiumi le cui sponde cominciano ad adornarsi di boschi fitti di Palme Dum, mentre nel letto dei fiumi abbondano le endemiche piante dei ghindà con i loro caratteristici fiori a palla, rivedo i villaggi di tucul ed infine dopo avere attraversato un ardito ponte in ferro sul fiume Barca entriamo nella stazione di Agordat in stile arabo.
Tutte queste immagini mi hanno, in un baleno, attraversato la mente mentre si guardavano le foto di mio papà, li ho così invitati a mettersi in fila per una foto ricordo.
Ultima Modifica: 25/05/2012 20:05 da Carlo Di Salvo.

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09/05/2012 15:20 #12618 da wania
[justify]Si, Silvano, sempre sveglia oggi, orari sballati,sentimenti sottosopra,sto aspettando notizie delle vecchierelle partite.....giro a vuoto per casa....sono in agitazione ma...passerà.....se Carlo "manda in onda" la quinta puntata, leggendola mi calmerò! Dai Carlo! Muves! [/justify]

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09/05/2012 14:56 - 09/05/2012 15:08 #12617 da Narrante
La Wania alle 15,32 ancora...sveglia? ma allora è proprio innamorata...perdutamente !!! di Asmara ovviamente...

Praticamente sta effettuando un Tour virtuale di Asmara.
Beata lei! beata...
Invece io sogno soltanto. Per non far torto a nessuno distribuisco i miei sogni tra Massaua, Asmara senza disdegnare qualche puntatina a Decameré o Cheren...

Che tempi ragazzi! Che tempi! eravamo giovani...eravamo...

Ultima Modifica: 09/05/2012 15:08 da Narrante.

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