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Daaro Addi, ovvero il Sicomoro del Villaggio.

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27/11/2014 06:32 #24027 da Francesco
AGAU, hai citato le cifre CCXL che sembrerebbero il numero identificativo di un battaglione se dell'esercito o di una coorte se della Milizia.
A cosa ti riferisci e chi era Giovanni Isotta?
EEA

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27/11/2014 06:14 #24026 da Francesco
Buondì AGAU,
per il motivo musicale basta cliccare su Youtube "se non ci conoscete guardateci dall'alto"
EEA

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27/11/2014 05:30 #24025 da Agau-del-Semien
Caro Francesco,

certamente, domani le nostre bandiere saranno poste a mezzasta in ricordo dei nostri gloriosi eroi che hanno combattuto in AOI tenendo sempre alto il loro onore e quello della Patria lontana. E, con loro, onoreremo gli Ascari che rimasero fedeli sino alla fine sacrificando la vita per i loro comandanti e per l'Italia.
Onore ai Battaglioni delle Camicie Nere degli scontri di Culqualber e in particolare al CCXL.
Giovanni Isotta, Presente!
agau

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27/11/2014 00:02 #24022 da Francesco
ERRATA 72°anniversario

CORRIGE 73° anniversario

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27/11/2014 00:00 #24021 da Francesco
“ANNIVERSARIO 28 novembre 1941

Domani , 28 novembre ricorre il 72° anniversario della caduta di Gondar , ultimo baluardo dell’Impero ad avere ammainata la nostra gloriosa bandiera .
L’assedio dell’antica capitale imperiale abissina inizio’ nel maggio 1941.
Dopo la resa dell’Amba Alagi , di Addis Abeba , di Cheren , dell’Asmara , di Massaua e di tutti gli avamposti ,difesi strenuamente dal Regio Esercito ,dalle Camicie Nere , dagli Ascari e dagli Zaptiè , l’indomita Gondar ,capitale dell’Amhara , ,alle prime luci dell’alba del 28 novembre 1941 , si arrendeva , per fame ed esaurimento degli armamenti , alle forze soverchianti inglesi .
Il gen. di Corpo d’Armata Guglielmo Nasi ( la piu’ alta autorità militare e civile dell’Impero dalla caduta dell’Ammba Alagi ) ,dopo avere telegrafato a Roma ,prese contatto con il nemico per trattare le condizioni della resa .Da quelle trattative gli inglesi ,riconoscendo il valore dei soldati italiani che tennero in scacco ( con pochi mezzi ) le loro forze , riconobbero ai medesimi la resa condizionata tributando loro l’onore delle armi ( cioè la resa dei vinti con le armi in spalla ) .
Le truppe superspisti ,con le divise lacere , affamati e sfiniti scesero , con le armi in spalla , verso il pianoro ove era attestato il campo base nemico ,fra due file di soldati inglesi , i quali resero l’onore delle armi presentando ,sull’attenti ,le loro armi suonando squilli di tromba .Giunti nel pianoro i nostri consegnarono le proprie armi .
Tutto questo mentre in citta’ i guerriglieri abissini ,al soldo degli inglesi , raziavano e davano alle fiamme le abitazioni e gli uffici .
La nostra bandiera , lercia ma gloriosa , venne raccolta da un sergente e nascosta .Attualmente ,dovrebbe essere esposta in un museo dell’Emilia-Romagna .
Le nostre forze effettive ( fra nazionali e ascari ) ammotavano a circa 40.000 unità .I morti furono 4.000 ,di cui 300 italiani e 3.700 ascari , mentre feriti furono ( fra italiani ed ascari ) circa 8.400 .
Durante l’assedio il gen. Nasi compose le seguenti strofe utilizzando la musica di una nota canzone patriottica .
:

I gondarini ( 1 )

Se non ci conoscete, guardate il nostro pane,
noi siamo i gondarini che sanno far la fame.
Se non ci conoscete, tenetelo a memoria,
noi siamo i gondarini che fuman la cicoria.
L'inglese ci conosce, si morde i pugni e ringhia,
noi siamo i gondarini che stringono la cinghia.
Gl'indiani ci conoscono e anche i sudanesi,
noi siamo i gondarini incubo degli inglesi
Se non ci conoscete, leggete i nostri casi,
noi siamo i gondarini del generale Nasi.
Se non ci conoscete, lasciatevelo dire,
noi siamo i gondarini, i duri da morire “

Guglielmo Nasi

(1) I versi sono stati scritti dal gen. di C.A.. Guglielmo Nasi ( Civitavecchia 1879-Modena 1971 ) , parafrasando quelli di una canzone degli arditi ( Grande Guerra ) ed utilizzando la musicale originale .

p.s. Anche mio padre era fra quei prigionieri destinati nei campi di concentramento britannici delle colonie del Kenia, Sudafrica e India.
Papà, durante il viaggio, assieme a due conterranei, riuscì a fuggire nottetempo, dopo essersi sbarazzati delle sentinelle e con le loro armi , presero la via verso nord con destinazione Asmara per ricongiungersi con le rispettive famiglie. La loro marcia, a piedi, fra molte insidie pericolose, durò dai primi di dicembre 1941( in territorio amarico) a fine febbraio1942.
Durante il loro viaggio incontrarono molti villagi amici degli italiani, ove ricevettero cibo, letto ed altri aiuti.In uno di quest’ultimi barattarono le loro divise per indumenti civili. A papà toccò una tuta da meccanico ed un cappotto lercio. Ma c’erano anche alcuni villagi ostili, che regolarmente erano evitati su indicazione degli amici abissini, alcuni ex ascari.
Papà aveva un fratello (ferito al capo) , non avendo nessuno che lo aspettasse all’Asmara, preferì non rischiare.
La nostra villetta,nei pressi della Banca d’Italia , venne saccheggiata come tutte le abitazioni dai barbari abissini.

Allegati: copertina della Domenica del Corriere che celebrò l’epopea gondarina.

Questi sono i versi originali , mentre il compositore è rimasto anonimo
Se non ci conoscete guardateci dall'alto,
noi siam le fiamme nere del battaglion d'assalto.

Bombe a man e colpi di pugnal.

Se non ci conoscete guardateci sul viso,
veniamo dall'inferno, andiamo in paradiso.

Bombe a man e colpi di pugnal.

E se l'artiglieria fa il suo bombardamento,
gli Arditi vanno all'assalto veloci come il vento.

Bombe a man e colpi di pugnal.

Ci han messo sul trofeo un cipresseto nero
e ci hanno riservato un posto al cimitero.

Bombardier tira la bomba ben.

E'gradita una preghiera in suffragio di tutti i Caduti nazionali e coloniali ( comprese le vittime dei terroristi sciftà e di un gruppo di tedeschi, provenienti dal Tanganica che si arruolarono nella MVSN ). Si intendono tutti i Caduti dei fatti d'armi di Dogali , Adua e successivi.

EEA

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04/11/2014 17:08 #23708 da Narrante
Caro Francesco,
La piazza di Massaua cui fai cenno e di cui ricordi la presenza di arabi che frequentavano le teccerie ascoltando musica o giocando a carte, potrebbe essere "Piazza degli Incendi", così chiamata dopo l'incendio divampato in quella piazza nell'ormai lontano 1888 e che distrusse la piazza stessa e il vicino abitato.
In quella piazza sorge un Minareto ben visibile anche da lontano e il Muezzin, chiamava a piena voce i fedeli per le preghiere quotidiane.
Chi poteva si recava direttamente in Chiesa, chi era impossibilitato, svolgeva il rituale sul posto ove si trovava, previe abluzioni dei piedi e delle mani, inginocchiandosi quindi verso la Mecca per le orazioni rivolte ad Allah e a Maometto il suo profeta.
Rituale rigorosamente rispettato tuttora in ogni parte del mondo dai fedeli Musulmani.
I più anziani stendono, in segno di rispetto, un apposito tappetino che viene chiamato "il tappeto della preghiera".

P.S. Non trovo la foto della bandiera giapponese cui fai cenno. Ti ricordi dove è stata inserita?

Silvano

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