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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni.

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05/07/2012 11:36 - 07/07/2012 07:49 #13313 da Narrante
Carlo, come puoi vedere, son ritornato sui miei passi.
Quale foto ho saltato?
Forse le foto del Monastero ipogeo?...può darsi che le abbia scaricate, ma le devo ottimizzare per il web.Credo siano rimaste indietro....
Ci guarderò diman. Ora vo' a pranzo frutta e verdura a volontà!
Essendo giovedì, nel pomeriggio son chiuso.
Sarò a casa a sbrigare qualche arretrato e farmi una bella pedalata verso Sasso Marconi o un po' oltre: in tutto una trentina di Km.
Ciao.
Silvano
Ultima Modifica: 07/07/2012 07:49 da Narrante.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
05/07/2012 11:09 #13312 da Carlo Di Salvo
Silvano non correre hai saltato le foto del monaster, io te le mando secondo il procedere del mio racconto, guarda le date delle mie e.mail.

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03/07/2012 17:48 - 07/07/2012 07:48 #13292 da Narrante
Con Carlo in pellegrinaggio al Monastero di Debre Sina


Debre Sina - La salita al Monastero è impervia: massi e euserbie ci aspettano

La sagoma del Monastero appare ben camuffata fra i massi

Una grande Croce Copta indica l'inizio della strada

Strada facendo si incontra un pastorello che sorveglia il bestiame al pascolo

Lungo il percorso si nota un piccolo villaggio al momento disabitato

L'ombra dell'imponente sicomero invita ad una breve sosta..

Il capovillaggio si aggira fra le abitazioni per controllare che tutto proceda bene

Panorama dal Monastero - sullo sfondo i monti che circondano Cheren

Debre Sina - Il complesso esterno del Monastero

Debre Sina - una parte sotterranea del Monastero - ai lati della porta:
oggetti iconografici e un "mini-altare" per piccole funzioni in loco...

La...francescana abitazione ipogea dei monaci monasteriali

zona a lato del monastero: piccola abitazione in pietra fra sassi e...macigni...

Il guardiano del monastero esce dalla sua abitazione ipogea: un anfratto!


Debre-Sina : un'altra veduta verso Cheren...sempre monti e montagne...

Asmara-Cheren :ponte sul fiume Toccor alberi imponenti fanno la guardia

Asmara-Cheren : piloni e arcate di sostegno lato sin.

[justify]Ancora il ponte sul Toccor: vista laterale dx. dei robusti piloni e arcate di sostegno previste causa l'andamento torrentizio del fiume[/justify]

Pozzo pressi toccor con scritta...indelebile - Gigliola Franzolin, del
MaiTaclì, tenta di sottrarsi alla...foto...ma...Carlo NON perdona...

Si ritorna verso Asmara: una gigantesca "Euforbia-Candelabro"
offre una bell'ombra per un breve pic-nic e una gradita pausa...

Breve considerazione di Silvano:
La Chiesa Copta Eritrea, PREDICA BENE e RAZZOLA BENE dando il Buon esempio! E' una Chiesa Millenaria! Grazie Carlo per aver sottolineato e averci fatto conoscere questo lodevole aspetto della Chiesa Copta Eritrea!

********************************
...seguiteci nelle prossime puntate...
Ultima Modifica: 07/07/2012 07:48 da Narrante.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
03/07/2012 16:51 #13289 da Carlo Di Salvo
Cara Lulù perchè dovrei raccontare cose non vere, quando quelle reali sono tantissime.
Si è vero posso dire d'essere stato molto fortunato nei miei viaggi, però devo dire che la fortuna sembra che me la sarei cercata forse per l'amore che ho per l'Eritrea ed i suoi abitanti.

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01/07/2012 21:28 #13262 da wania
[justify]Caro Carlo che dirti; se non ti conoscessi penserei che nel raccontarci i tuoi ricordi ricorri spesso alla fantasia:....i paesaggi danteschi...... il veccho Eritreo che incontri per caso e che è....niente meno...il capo del villaggio del Monastero.....tutto sa di favola...ma io lo so che favola non è, e devo dire che sei stato, si, fortunato nel tuo andare per ricordi durante il 1° ritorno in Eritrea a 46 anni dal distacco, ma sei stato anche attentissimo a tutto ciò che ti circondava e sensibilissimo alle voci della Natura......perciò non posso che dirti bravo bravo e grazie grazie. Si ancora una volta grazie e bravo. Dunque,con immenso piacere alla prossima puntata, ciao. [/justify]

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
01/07/2012 10:12 #13260 da Carlo Di Salvo
Riprendo oggi il racconto del mio viaggio verso il monastero di Debre-Sina, prima però voglio vorrei chiarire una cosa, andando verso Cheren attraverso la camionabile ebbi una piccola delusione, mia aspettavo di vedere tanto verde ed invece incontrai spesso tanta siccità, mi ero dimenticato che i miei viaggi verso Cheren li avevo fatti sempre via ferrovia, allora papà ispettore del traffico aveva un bagagliaio ufficio che faceva attaccare in coda al treno per poterlo sganciare in qualsiasi stazione lungo la linea e spesso nei giorni di vacanza mi portava sempre con sè, la ferrovia fa un percorso completamente diverso dalla camionabile perchè segue quasi sempre la ubertosa valle dell'Anseba che è completamente all'opposto della camionabile.
Lungo la valle dell'Anseba è un continuo susseguirsi di foreste sempre verdi tra alberi di sicomori e mangos, inoltre la selvaggina a causa dell'acqua del fiume è talmente numerosa che si rimane incantati da tanta exmeraviglia della natura.
Seguendo invece la camionabile dopo Ad-Teclesan la strada inizia una perenne discesa tra curve e tornanti attraversando paesaggi dove nel mezzo a massi enormi si alternavano grandi piante di Cactus candelabro ed acacie.
Soltanto all'altezza di Halib-Mentel le due strade si riunivano fino a Cheren, noi però giunti all'altezza delle ex concessioni De Nadai svoltiamo a destra su una stradina in terra battuta circondata da entrambi i lati da una fitta fioritura di bouganvillee, questa stradina conduce alla diga che più in alto De Nadai fece costruire per irrigare le concessione giù nel piano ed anche per produrre energia elettrica per le sue industrie alimentari.
Quando con il pulmino di Rino Modici giungemmo alla base della diga pensai ad un monumento quasi inutile posto tra le montagne, quando però salendo ancora giungemmo alla sommiyà della diga rimasi sbalordito, un meraviglioso lago colmo sino quasi all'orlo della diga era abitato persino da un pellicano lassù tra lemontagne.
Costeggiammo lungo una stradina in terra battuta il lago per iniziare una perenne salita che dall'inizio delle concessioni salirà per circa 18 km., più si saliva e più ammiravo il lago sottostante, la stradina però era diventata quasi una mulattiera e solo per la perizia di Rino il pulmino riusciva ad arrampicarsi tra ciotoli enormi disseminati lungo la strada.
Attorno a noi il paesaggio è dantesco tra massi enormi crescono enormi cactus candelabro a formare spesso ombrose foreste, ogni tanto dobbiamo fermarci perchè incontriamo spesso mandrie di buoi condotte da pastorelli, ad un certo punto lungo la strada incontriamo un eritreo vecchietto il quale ci fa segno con la mano di fermarci, ci chede un passaggio per il monastero, lo facciamo accomodare davanti accanto a me per indicarci la strada da seguire siamo in mezzo ai monti e non abbiamo nessuna indicazione tranne che la mulattiera, per fortuna Rino, la moglia Margherita e la mamma che è eritrea parlano il tigrino e fanno alcune domande al passeggero appena salito, io mi accorgo che tiene in mano un libretto con fogli di pergamena, è un Vangelo scritto in Gheez, scopriamo così che abbiamo dato il passaggio al capo del villaggio del monastero di Debre-Sina, egli stava tornando dopo avere visitato le tenute di proprietà più a valle del monastero.
Continuando a salire finalmente scorgiamo sulla cima di un monte tra massi enormi la chiesa che l'imperatore Hailè-Sellassiè fece costruire addossandola al masso enorme dentro cui era stato creato il monastero ipogeo.
Per raggiungerlo però dovremo ancora salire per portarci sul retro della montagna su cui sorge il monastero, finalmente dopo un'altra buona mezz'ora raggiungiamo uno spiazzo dietro la montagna da dove ha inizio un sentiero, questa volta pedonale, che ci condurrà al monastero di Debre-Sina.
Parcheggiato il pulmino all'ombra di un sicomoro iniziamo a scalare il sentiero il cui inizio è segnato da tre croci, il capo villaggio, grato del passaggio, ci fa strada, il sentiero è formato da grosse pietre poste l'una accanto all'altra a formarne la massicciata, quasi all'inizio del sentiero un grosso sicomoro con le sue radici ha imprigionato dei massi che fanno da sedili ombrosi per gli stanchi pellegrini.
Finalmente giungiamo alla meta della nostra lunga gita, non so proprio come descrivervi quel che è apparso alla mia vista, su un piazzale circondato da massi enormi una chiesa era addossata ad un masso enorme semi-interrato, la chiesa è chiusa, ma il capo villaggo va a chiamare il monaco guardiano che poco dopo giunge per aprirci al chiesa e quindi visitare l'antico monastero ipogeo.
Appena dentro si accede ad una grande sala dove una porticina nella parete difronte all'ingresso permette di vedere, in una seconda sala, l'ingresso all'interno del grande masso che contiene il Santa Santorum del Monastero.
Nell'oscurità più assoluta, illuminata solo dalla luce di poche candele scendiamo 4 gradini scavati nella roccia entriamo nel vestibolo che precede la Sancta-Santorum con le tavole del Tabot, ma non possiamo andre oltre perchè una tenda impedisce ai fedeli di andare oltre, sulle pareti del vestibolo usando il flash fotografo alcune immagini della Madonna.
Tornato fuori inizio il giro del panorama che ci circonda, la vista è bellissima, si dominano i monti di Cheren con il Suardum fino ai lontani territori dei Baria e dell'Anseba. (continua).

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