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I° ritorno in Eritrea dopo 46 anni.

  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
23/07/2012 09:18 #13527 da Carlo Di Salvo
Ho visto le foto della zighinata di Bologna, sì ho riconsciuto molti, ma i nomi mi sfuggono tranne quelli di Mietta e di Paoletta De Nadai, ma tu lo sai che quì a Padova abbiamo il ristorante Dahlak nei pressi dell'aeroporto, troverai oltre ad un'ottima cucina, anche foto del sottoscritto dell'Eritrea, un modellino di sambuco da me costruito ed un piccolo villaggio eritreo con i soldatini dei primi anni dell'Eritrea, il titolare si chiama Carlo come me, non ricordo il cognome ma è un autentico asmarino, l'anghera è squisita non ti dico lo zighinì, i tutmò, le lenticchie, provare per credere purtroppo il locale è aperto solo la sera ed è gradita la prenotazione.

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23/07/2012 07:33 #13524 da Narrante
Carlo è vero!
Ieri, avendo fatto un pisolino pomeridiano, cosa per me insolita, alla sera son rimasto...senza sonno e quindi...ho lavorato per il MaiTaclì
Adesso vado a vedere di recuperare le foto rimaste indietro...
Hai dato un'occhiata al link relativo alla zighinata di Bologna del 2005 dove fra gli altri c'era la Mietta?
Dei presenti a quel raduno c'erano asmarini di Torino, di Milano, e se non sbaglio anche di Padova.
Prova a vedere se riconosci qualcuno.
Ciao

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
23/07/2012 06:55 #13523 da Carlo Di Salvo
A Silvà è vero che io sono un pò tardo di sera ma tu alle ore 01,30 che ci fai al computer?

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22/07/2012 23:28 - 23/07/2012 15:50 #13519 da Narrante
Le adozioni a distanza: la proiezione nel futuro...

La famiglia Rekeya

Halib Mentel - Il tramonto: i tucul ricevono l'ultimo saluto del Sole

Halib Mentel - Il tramonto qualche istante dopo

Halib Mentel - Il tramonto uno spettacolo in continua evoluzione...

Cheren - strada alberata

Cheren - Tipica donna bilena...sorridente al fotografo...

Cheren - La piccola Rekeya che Carlo sta adottando a a distanza

Cheren - La piccola Rekeya con la mamma

Ghinda: l'assistente sociale che aiuterrà Carlo per le pratiche dell'adozione

Ghinda - due tipi locali: un lui e una lei che lo segue a viso coperto

Ghinda - proverbiale ospitalità eritrea: si prepara l'acqua per il tchai...

Ghinda - due fratelli con la nonna

Ghinda - La nonna con uno dei nipoti

Ghinda - uno dei fratellini accenna un mesto sorriso...
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Il "MaiTaclì-Forum" augura a TUTTI i giovani inquadrati nelle foto del "Forum" un avvenire meno duro e con buone prospettive di riscatto e di lavoro...

Auguri ragazzi! Auguri a...bizzeffe! Auguri fatti col cuore!
Ultima Modifica: 23/07/2012 15:50 da Narrante.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
22/07/2012 18:53 #13516 da Carlo Di Salvo
Prima di iniziare il racconto del mio II° ritorno in Eritrea dopo 48 anni voglio raccontarvi i due viaggi che in Eritrea feci alla ricerca dei bambini che, tramite il GMA (Gruppo Missioni Asmara) del Pavoni Social Center di Montagnana in provincia di Padova, avevo fatto adottare a distanza ed una di Cheren l'avevo adottata io, si versava una quota annuale per lo studio e l'educazione dei bambini, questo fino a quando il GMA decise di non adottare il singolo bambino, erano tutti orfani di guerra, ma di rivolgere l'adozione al villaggio.
Ebbene quando nel I° viaggio giunsi ad Asmara fu mia preoccupazione riuscire a vedere quei bambini che avevo fatto adottare compresa la mia Rakeia di Cheren.
Tramite il PSC di Asmara mi rivolsi al centro Orfani di Guerra la cui sede era poco distante dall'Hotel Expò dove ero sceso.
Fui fortunato perchè trovai delle persone veramente gentili e aperte tramite le quali potei realizzare di incontrare i bambini che avevo fatto adottare: due gemelli stavano a Ghinda, una ad Asmara e la mia Rakeja a Cheren.
Il centro Orfani di guerra mi mise a disposizione un fuori strada Toyota con una gentile accompagnatrice ed un autista a patto che io mettessi il carburante, fu così che il terzultimo giorno di permanenza ad Asmara (l'11 Gennaio 1995) partimmo come primo giorno verso Cheren alla ricerca della mia Rakeja.
Già vi ho descritto il mio precedente viaggio fino ad Elaberet quando andammo al monastero di Debre-Sina, da Elaberet a Cheren vi sono ancora circa 30 km., fino ad Elaberet non conoscevo quei paesaggi perchè ero andato a Cheren sempre in ferrovia la quale segue un tracciato completamente diverso dalla camionabile, cioè lungo la valle dell'Anseba, solo allaltezza di Halib-Mentel i due tracciati si riuniscono fino a Cheren, rividi così quel che restava della vecchia stazione senza più i binari, restava solo la massicciata della linea ferrata con i suoi piccoli viadotti sopra i secchi corsi d'acqua, il villaggio di tucul arroccato sopra unaleggera collina.
Finalmente poco dopo giungiamo a Cheren con il classico biancore delle sue costruzioni, ci avviamo subito verso l'orfanatrofio per conoscere l'indirizzo di dove trovare Rakeja, dopo alcune ricerche ci indirizzano verso un altro ufficio degli orfani che vedi caso ha sede nella vecchia villa coloniale dei De Ponti, quì conosciamo l'ubicazione della casa di Rakeja che vive con un fratellino e con la mamma.
Ci avviamo così verso l'nizio della strada per Asmara, troviamo l'abitazione, ma Rakeja non c'è perchè è a scuola, la mamma felicissima ci accompagna a scuola perchè tra poco finiranno le lezioni, all'uscita finalmente vedo e perchè no abbraccio la mia Rakeja la quale un pò confusa e timida non sa cosa dire, invito tutti ad un ristorante eritreo che si trova nella nota rotonda di Cheren nei pressi del vecchio Hotel Piemonte.
Parlando l'accompagnatrice mi fa sapere che a Rakeja piacerebbe avere una bicicletta per andare a scuola essendo un pò distante da casa, al chè domando quanto costerebbe una bicicletta e mi fa sapere l'importo in birr, non era cara così prometto che avrà la sua bicicletta che la stessa accompagnatrice si occuperà di acquistare e fare pervenire a Rakeja, ritornammo felici ad Asmara per la prima missione compiuta perchè all'indomani saremmo andati a Ghinda a trovare i due gemelli.
All'indomani mi vennero addirittura a prendere in albergo con la solita Toyota per andare a Ghinda, dopo avere attraversato tutta Asmara imboccammo in piazza degli Alpini la camionabile per Massaua, rividi sempre con grande emozione la zona dove abitai in Asmara nei pressi della Missione Svedese ai piedi del fotino Viganò, la deviazione per il laghetto di Bietgherghis una volta era tra un bosco di eucaliptus adesso invece rimaneva qualche sparuto albero.
Già vi ho descritto il mio viaggio per Ghinda, la stazione di Arbaroba, la visione di Nefasit discendendo i tornanti dei monti Lessà con la visione del massiccio del Bizen, l'apparizione della bella conca di Embatkalla ed infine la conca di Ghinda preannunciata dal classico ponte in cemento armato sul fiume Ghindà.
La ricerca dei bambini adottati a Ghinda fu breve perchè l'assistente sociale del luogo era ben informata e subito ci condusse nella baracca per non dire tucul dove la nonna teneva i due gemelli.
Malgrado la povertà di quella gente vollero a qualunque costo offrirmi il tradizionale tè e di ciò se ne occupò la stessa assistente sociale.
Tornati in Asmara in albergo mi accinsi a preparare le valigie perchè alle 04,15 del giorno successivo ancora l'aereo della Lufthansa sarebbe partito per Francoforte e da lì con un altro aereo a Venezia.
La sera del 13 Gennaio 1995 fui invitato a cena da Renato e Margherita Piazzalunga i quali con grande gentilezza stettero a conversare con me fino a quando mi accompagnarono alle 02,00 di notte all'aeroporto, solo amici asmarini potevano fare questo. ( Fine I° Ritorno in Eritrea dopo 46 anni. )

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20/07/2012 16:28 #13498 da Narrante
Sì Carlo! Missione compiuta!

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