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All'ombra dei 'calipti. Una voce fuori dal coro

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21/08/2014 09:38 - 21/08/2014 09:46 #23010 da Agau-del-Semien

AMBESSA'
AMBETTA'


Leggendo vecchie cronache riguardanti l'Etiopia, mi sono fatto un'idea che non mi sembra neppure tanto peregrina su una delle cause che possono avere indotto tanti eritrei, amhara, tigrini, scioani, dancali e galla a arruolarsi nelle nostre truppe coloniali.
In un rapporto del 1932, redatto da lord Buxton per conto della Società Antischiavista britannica, si afferma che la schiavitù è la base dell'intero sistema economico etiopico e, già nel 1923, la Società delle Nazioni considerava tale situazione un ostacolo all'ammissione dell'Etiopia.
E Ludwig Huyn scrive che ...Vabissino non concepisce Vimmoralità della schiavitù e la stessa chiesa copta abissina non ripudia la schiavitù e, pertanto non capisce perché la SdN miri così intensamente alla sua abolizione... Da qui derivano le opposizioni degli etiopici all'abolizione di questa istituzione adatta a uno stato feudale quale è ancor oggi l'Etiopia.
Questo stato di cose talmente radicato da consuetudini millenarie si presenta informe tanto diverse da risultare insopprimibile senza una riforma totale della struttura sociale e politica e senza una rigenerazione morale delle popolazioni etiopiche.
C'erano i piccoli schiavi domestici dei sacerdoti, i giovinetti che venivano venduti sui mercati d'Arabia, il servaggio politico (ghebbar) e la schiavitù domestica.
Il ghebbar, che in italiano potrebbe essere tradotto con "servitù della gleba" era coltivato particolarmente dagli amhara che, dopo ogni conquista, trasformavano le popolazioni locali in schiavi che erano costretti a lavorare per i conquistatori dopo che gli stessi si erano divisi tutte le terre. I ghebbar non potevano neppure allontanarsi dai loro villaggi e dovevano sempre essere a disposizione dei loro padroni.
La schiavitù domestica era, nella maggior parte delle occasioni, conseguenza di razzie compiute da alcune tribù a danno di altre... E il Pollerà scriverla condizione degli schiavi domestici è assai triste perché sono considerati alla stregua di semplici cose o, più propriamente, come animali che il padrone può utilizzare per qualsiasi lavoro. In caso di unioni tra schiavi, la prole generata appartiene di diritto al padrone...
Nel 1934, il governo di Addis Abeba annunciava alla SdN di avere aperto uffici per la repressione della schiavitù ma i dati ufficiali di tali uffici erano piuttosto scoraggianti: sui circa due milioni di schiavi stimati in quell'anno soltanto poco meno di quattromila erano stati liberati.
La realtà era che la Chiesa Copta, la casta militare e i grandi proprietari terrieri si opponevano alla cessazione della schiavitù e il Negus, per ragioni politiche, emetteva editti contro questa istituzione soltanto per fare cosa gradita alla SdN.
Per liberarsi da uno stato di avvilente schiavitù senza timore di essere perseguiti dai padroni, quale occasione migliore che arruolarsi nelle truppe coloniali italiane che, oltre a garantire la loro sicurezza, li retribuiva, li vestiva e li alloggiava? La loro libertà e quella delle loro famiglie era assicurata e non sarebbero mai più stati schiavi.

ANGRA

Termina qui la riproduzione del bellissimo articolo di Angelo Granara. Sono certo che le persone innamorate delle terre rosse dell'Eritrea lo avranno letto con attenzione ed interesse.
Agau
Allegati:
Ultima Modifica: 21/08/2014 09:46 da Agau-del-Semien.

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21/08/2014 07:10 #23007 da Francesco
Buondì, AGAU, ho letto nella posta che non ti è giunta l'e-mail di ieri pomeriggio.
Tu mi avevi detto di ridurre la foto, ma come?
Sarebbe più opportuno che, tramite e-mail, mi dessi le necessarie istruzioni, chiare e limpide ( come l'acqua Recoaro e non la Giommi).Chiaro?
Oggi,altra giornata da tropici....beato te che te ne stai ben fresco fra i temporali...con fulmini, saette inviati da Giove Pluvio...
Anche il mare, ahimè, non più nostrum ma lorum, è calmo e piatto...come una tavola ....sembra una vendetta della storia.
Sono trascorsi ben 113 anni ( era il 1911, al limite del tracollo della mitica e pacifica Belle Epoque)da quando le nostre navi iniziarono a bombardare i forti de li turchi oppressori nella nostra Quarta Sponda.Ora le cose sono capovolte...sono loro, sempre loro ad invaderci. Noi portavamo benessere e civiltà, mentre loro .....solo miseria, malattie ed anche terroristi.

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21/08/2014 07:10 #23008 da Francesco
Buondì, AGAU, ho letto nella posta che non ti è giunta l'e-mail di ieri pomeriggio.
Tu mi avevi detto di ridurre la foto, ma come?
Sarebbe più opportuno che, tramite e-mail, mi dessi le necessarie istruzioni, chiare e limpide ( come l'acqua Recoaro e non la Giommi).Chiaro?
Oggi,altra giornata da tropici....beato te che te ne stai ben fresco fra i temporali...con fulmini, saette inviati da Giove Pluvio...
Anche il mare, ahimè, non più nostrum ma lorum, è calmo e piatto...come una tavola ....sembra una vendetta della storia.
Sono trascorsi ben 113 anni ( era il 1911, al limite del tracollo della mitica e pacifica Belle Epoque)da quando le nostre navi iniziarono a bombardare i forti de li turchi oppressori nella nostra Quarta Sponda.Ora le cose sono capovolte...sono loro, sempre loro ad invaderci. Noi portavamo benessere e civiltà, mentre loro .....solo miseria, malattie ed anche terroristi.

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20/08/2014 18:08 #23003 da Francesco
AGAU, vedi che la mail l'ho già spedita. Dammi conferma. Grazie. Passo e chiudo!
AGAU, come invidio voi nordisti. Avete il fresco e l'acqua dal cielo...la bomba( come la chiamano i media), ma basterebbe anche una bombetta perchè quì c'è un gran caldo strano che mi ricorda Massaua.Sono pieno di dolori a furia di stare dentro con l'aria cond.
Sto contando i giorni in attesa che arrivi il 3/9, giorno della mia partenza per Pisa e da lì ad Empoli per godermi un poco di freschetto e magari un po' di pioggia. Amo la pioggia ed, in particolare, i temporali.
Hai visto la ministra in topless?
Io mi sono rifiutato di scaricarla... dal pc. Secondo il mio parere il rotocalco che ha fatto il colpaccio non è che abbia sortito un granchè...in fin dei conti il personaggio mi pare un poco sbiadito.
Buona serata

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20/08/2014 16:04 #22999 da Francesco
AGAU, tu ti meravigli, ma viene da piangere per il desolante stato di una delle tratte ferroviare più belle del mondo, grazie all’ingegno ed al lavoro italico ( non itagliano). Mi riferisco a quella che collegava Asmara-Massaua, l’unica con cui ho vaggiato negli anni ’40 e l’inizio dei’50.
Quei poveri operai, un tempo istruiti dagli italiani, cosa potrebbero fare, malgrado la loro buona volontà, senza le attrezzature adatte? Anzi, per quel poco che hanno, meriterebbero un elogio.
Dovrebbero “ringraziare”il loro dittatore, molto simile ai talebani, che non ha capito il resto di un tubo per ciò che gli italiani hanno lasciato in quella terra bella, ma sfortunata. Al riguardo leggil’articolo seguente.
EEA

L' Eritrea sfida l' Italia, distrutta la Cyprea
L' ordine del dittatore Afeworki: case a schiera al posto di Villa Melotti.

DAL NOSTRO INVIATO NAIROBI - Un altro capriccio del dittatore che comanda con pugno di ferro l' Eritrea. Un altro schiaffo all' Italia. Le ruspe dell' esercito hanno raso al suolo una delle più belle dimore di tutta l' Africa, Villa Melotti, conosciuta anche come la Cyprea, che era stata costruita dall' architetto Luigi Vietti negli anni ' 60. Uno splendido esempio di architettura mediterranea incastonato sulla costa del Mar Rosso, davanti a uno dei più suggestivi panorami del continente nero, a Massaua, la città portuale eritrea dichiarata dall' Unesco patrimonio dell' umanità. Al suo posto saranno costruite delle villette turistiche e un operatore italiano, Renato Cialona, ha già visitato il promontorio, oggi ormai orfano del suo più bel gioiello. L' ambasciata italiana, che aveva saputo in via informale delle intenzioni del dittatore, il 4 marzo aveva inviato il suo numero due, Ludovico Serra, a Massaua con il compito di controllare lo status della villa, (stimata 4 milioni di euro) confiscata dal governo a Riccardo Melotti, l' ultimo erede della famiglia. Serra era stato immediatamente arrestato, messo per due notti in guardina, costretto a tornare in autobus ad Asmara, la capitale dell' Eritrea, ed espulso. Da tempo circolavano voci che fosse lo stesso presidente Isayas Afeworki a volersi impadronire della villa da usare come residenza marina. Ma secondo informazioni raccolte dal Corriere nello stesso entourage presidenziale, Isayas sarebbe stato convinto a un ripensamento. Così, si sussurra per le strade di Asmara, avrebbe deciso di distruggerla, perché nessuno mai più potesse godersela. Chi ha informato il Corriere ha paragonato la distruzione della Cyprea alla furia iconoclasta dei talebani contro i Buddha di Bamiyan. Villa Melotti era stata voluta dalla signora Emma, una donna affascinante ed energica arrivata in Eritrea nel 1940 per sposare il suo fidanzato, Luigi Melotti, fondatore della Birreria Melotti. Alla morte del marito nel 1946 la signora Emma rifiuta i consigli di chi la invita a partire e abbandonare tutto. Rimane in Eritrea e prende in mano gli affari di famiglia, il liquorificio, la vetreria e la birreria che la rende famosa in tutta l' Africa Orientale. La signora accumula una grande fortuna ma ha un sogno: lasciare al suo Paese d' adozione (l' Eritrea che lei sente come la sua nuova patria) qualcosa di importante che possa in qualche modo arricchirlo e si possa conservare nel tempo. Insomma un' opera monumentale. E così chiama sulle rive del Mar Rosso l' architetto più famoso ed apprezzato del momento, quello che ha «inventato» la Costa Smeralda, con la villa da favola dell' Aga Khan, che ha impreziosito Cortina d' Ampezzo, costruendo le case di vacanza dei Barilla, dei Borletti, dei Tronchetti Provera, dei Marzotto. L' alta borghesia italiana negli anni ' 60 passa tutta dallo studio di Vietti. La signora Emma convince l' architetto a venire a Massaua e lui si innamora del posto. Disegna una delle sue splendide costruzioni: la Cyprea. I lavori, che durano quasi due anni, cominciano nel 1964. I materiali vengono tutti portati dall' Italia. Le piastrelle per i pavimenti dalla Sardegna, i serramenti e i mobili, disegnati dallo stesso architetto, dalla Brianza. Per abbracciare la vista sul mare crea tre immense vetrate, 15 metri, inserite in archi a tutto sesto. Per montare i cristalli vengono dall' Italia anche gli operai specializzati. La piscina entra nell' enorme salone, come fosse un prolungamento del mare. Dal giardino ci si può tuffare direttamente in un mare corallino, pieno di pesci tropicali. In quegli anni passano ospiti illustri, tra cui Giulio Andreotti . Poi arriva la guerra civile e nel 1990 Massaua viene conquistata dai guerriglieri indipendentisti. La signora Emma apre le porte della sua Cyprea ai profughi in fuga dai bombardamenti. Nel giardino bivaccano un migliaio di persone e le cantine diventano formidabili rifugi dove trovano accoglienza donne e bambini. Il salone diventa il quartier generale della guerriglia. Sono i ribelli che portano la signora in salvo in Sudan dopo un rocambolesco viaggio a dorso di cammello. Isayas Afeworki quando prende il potere l' anno dopo dichiara: «Il nome Melotti fa parte della storia dell' Eritrea». Il governo di Asmara aveva promesso a Riccardo Melotti per l' esproprio un compenso ridicolo, 600 mila dollari. Lui ha tentato fino all' ultimo di non farsela portare via, ma senza successo: «Sono allibito e depresso - ha spiegato al Corriere - e francamente non mi aspettavo un comportamento così. Con il governo eritreo non c' è dialogo. Sono molto legato a quella terra e la mia famiglia ha sempre simpatizzato con gli indipendentisti». L' arroganza dei dittatori in questi casi ha sempre la meglio. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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20/08/2014 15:43 - 21/08/2014 09:47 #22998 da Agau-del-Semien
(continua 10)
storia anche se vennero praticamente ignorate nel contesto dell'immane conflitto mondiale che sconvolgeva il mondo.
Forse la guerra combattuta dalle truppe italiane e coloniali in A.O.I. potrebbe essere giudicata "fuori del tempo" rispetto a ciò che accadde in Europa e in Estremo Oriente con la distruzione totale di grandi città, con milioni di morti e paesi trasformati in cumuli di macerie, ma ciò non può certo sminuire il valore di quei combattenti che, ben consci della loro inferiorità, combatterono sempre oltre il limite delle loro possibilità.

Da / nostri ascari di Gastone Rossini riprendo i versi con i quali lui, storico e combattente d'Africa, onora gli ascari:

Le balze eritree,
le ambe abissine,
le sabbie di Libia, le rive dell'Uebi Scebeli
degli ascari nostri fedeli
non vedono danze tribali,
non odono canti corali.
Oh ascari fieri
Del IV Toselli,
del III Galliano,
arabo somali
del VI Carrano,
del IX Mauricchio,
dubat scattanti
dai bianchi turbanti,
savari e spahis,
meharisti del Sahara,
amhara,
hararini,
tigrini,
eritrei,
dancali e galla,
libici prodi
di Sidi el Barrani,
scioani,
penne di falco veloci,
dove voi siete?
I battaglioni disciolti,
travolti
dal nero destino.
La gloria dispersa nel nulla!
Leoni di guerra
bagnaste col sangue la terra
fra il rombo di vecchi cannoni
dai rigidi affusti,
fra crepitar di vetusti
consunti dall'uso
Manlicher, Wetterly ,Breda
E il gracidare di vecchie
gloriose
mitraglie Schwarzlose.
L'avversa ventura ed il tempo
han logorato le fasce
dai tanti vivaci colori
e i rossi tarbusc hanno stinto,
ma non hanno vinto
il nostro ricordo,
l'affetto per voi,
umili eroi.
Africa Italiana, 1885-1943.

Angra
(continua11)
Ultima Modifica: 21/08/2014 09:47 da Agau-del-Semien.

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