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C' ERA UNA VOLTA ....L'ERITREA FELIX |
- Anonimi
- Autore della discussione
28/10/2009 09:58 #1000
da Anonimi
Cara Annamaria,
I fatti cui ti riferisci accaddero nell'agosto (fra il 20 e il 25)del 1946.
Ricordo bene questa data in quanto all'epoca abitavo in V.le Mussolini (palazzo Derviniotti) sopra il Bar Rex.
Il 21 di agosto del '46 nacque mia sorella Gloria. Sentendo degli spari, all'inizio lontani, ci affacciammo alla finestra per capire cosa stesse succedendo.Erano circa le 16,30. Improvvisamente apparvero carri armati leggeri guidati da sudanesi (truppe al seguito dell'esercito inglese) che sparavano indiscriminatamente agli eritrei senza distinzione di sesso e di età. Ci fu un fuggi fuggi generale e molti cercarono riparo sotto il porticato del Cinema-Teatro Asmara che stava proprio di fronte a noi.
Alcuni caddero feriti e si sentivano urla provenire da ogni dove. Mio padre, chiuso subitamente il negozio, rientrò in casa e ci scaraventò letteralmente via dalle finestre ordinandoci di non muoverci. Uscì quindi alla ricerca di notizie. Dopo un po' ritornò e ci disse di aver appreso, da alcuni autisti della Salvati che si erano rifugiati nell'atrio del palazzo,che le sparatorie erano in corso anche nella zona dell'Ospedale. Mio padre salì su, un birroccino che stazionava sotto casa (i taxì erano introvabili avendo cercato riparo nelle strade laterali), il birrocciao tentò invano di rifiutarsi ma mio padre non volle sentire ragioni. Il suo scopo era raggiungere l'Ospedale dove trovavasi mia madre nel reparto maternità, per tranquillizzarsi in quanto al telefono dell'Ospedale nessuno rispondeva, evidentemente impegnati con i feriti che arrivavano in gran numero.
Finalmente gli inglesi riuscirono a far rientrare nei ranghi i sudanesi e successivamente si apprese che il tutto era successo in seguito al rifiuto di una "sciarmutta" di andare con un militare sudanese. Questi, infuriatosi, iniziò ad aggredire la malcapitata, ma alcuni eritrei accorsero in sua difesa e il militare sudanese cadde a terra ferito, rimanendo forse ucciso, insieme ad altri commilitoni che erano accorsi in suo aiuto.
Di quì scaturì la cruenta rivolta dei sudanesi che, rientrati in caserma, uscirono con carrarmati e autoblinde. Effettivamente tralasciavano di colpire i musulmani riconoscibili dal classico turbante avvolto intorno al capo.
Palesemente quindi fu una sorta di guerra religiosa.
Sembra comunque che già precedentemente ci fossero state scaramucce e dissidii fra sudanesi ed eritrei.
Quando finalmente tornò un po' di calma, iniziarono ad arrivare autombulanze per portare soccorso ai feriti. Molti raggiunsero l'ospedale con mezzi di fortuna in quanto le autombulanze non erano sufficienti. Solo verso la fine si videro autombulanze militari americane intervenire nella zona. Dal nostro osservatorio non vedemmo autombulanze inglesi.
Mio padre rientrò a casa tardi, tranquillizzandoci sulla salute della mamma e della neonata sorellina Gloria.
Io, mio fratello Michele e l'altra sorella Annamaria di 5 anni, rimanemmo accucciati in casa e solo durante le pause degli spari si dava una sbirciatina per vedere se le acque si fossero calmate.
Ci furono diversi feriti anche fra i nostri connazionali, un nostro conoscente perse un occhio, sembra comunque che fra gli italiani non ci fossero stati dei morti.
Gli inglesi furono duramente chiamati in causa sia dalla stampa che dalle autorità civili e religiose e ritenuti quindi responsabili dell'accaduto per non essere riusciti ad impedire gli avvenimenti.
Per evitare ulteriori episodi del genere, visto il profondo astio esistente, gli inglesi consegnarono in caserma le truppe sudanesi e dopo alcuni giorni vennero trasferite in Sudan ai reparti di provenienza.
Questa è una testimonianza diretta di quanto ricordo circa quei tragici avvenimenti. Il Silvano aveva all'epoca 11 anni.
Cara Annamaria cosa te ne pare del Silvano come reporter di guerra?
Saluti asmarini a tutti,
Silvano.
I fatti cui ti riferisci accaddero nell'agosto (fra il 20 e il 25)del 1946.
Ricordo bene questa data in quanto all'epoca abitavo in V.le Mussolini (palazzo Derviniotti) sopra il Bar Rex.
Il 21 di agosto del '46 nacque mia sorella Gloria. Sentendo degli spari, all'inizio lontani, ci affacciammo alla finestra per capire cosa stesse succedendo.Erano circa le 16,30. Improvvisamente apparvero carri armati leggeri guidati da sudanesi (truppe al seguito dell'esercito inglese) che sparavano indiscriminatamente agli eritrei senza distinzione di sesso e di età. Ci fu un fuggi fuggi generale e molti cercarono riparo sotto il porticato del Cinema-Teatro Asmara che stava proprio di fronte a noi.
Alcuni caddero feriti e si sentivano urla provenire da ogni dove. Mio padre, chiuso subitamente il negozio, rientrò in casa e ci scaraventò letteralmente via dalle finestre ordinandoci di non muoverci. Uscì quindi alla ricerca di notizie. Dopo un po' ritornò e ci disse di aver appreso, da alcuni autisti della Salvati che si erano rifugiati nell'atrio del palazzo,che le sparatorie erano in corso anche nella zona dell'Ospedale. Mio padre salì su, un birroccino che stazionava sotto casa (i taxì erano introvabili avendo cercato riparo nelle strade laterali), il birrocciao tentò invano di rifiutarsi ma mio padre non volle sentire ragioni. Il suo scopo era raggiungere l'Ospedale dove trovavasi mia madre nel reparto maternità, per tranquillizzarsi in quanto al telefono dell'Ospedale nessuno rispondeva, evidentemente impegnati con i feriti che arrivavano in gran numero.
Finalmente gli inglesi riuscirono a far rientrare nei ranghi i sudanesi e successivamente si apprese che il tutto era successo in seguito al rifiuto di una "sciarmutta" di andare con un militare sudanese. Questi, infuriatosi, iniziò ad aggredire la malcapitata, ma alcuni eritrei accorsero in sua difesa e il militare sudanese cadde a terra ferito, rimanendo forse ucciso, insieme ad altri commilitoni che erano accorsi in suo aiuto.
Di quì scaturì la cruenta rivolta dei sudanesi che, rientrati in caserma, uscirono con carrarmati e autoblinde. Effettivamente tralasciavano di colpire i musulmani riconoscibili dal classico turbante avvolto intorno al capo.
Palesemente quindi fu una sorta di guerra religiosa.
Sembra comunque che già precedentemente ci fossero state scaramucce e dissidii fra sudanesi ed eritrei.
Quando finalmente tornò un po' di calma, iniziarono ad arrivare autombulanze per portare soccorso ai feriti. Molti raggiunsero l'ospedale con mezzi di fortuna in quanto le autombulanze non erano sufficienti. Solo verso la fine si videro autombulanze militari americane intervenire nella zona. Dal nostro osservatorio non vedemmo autombulanze inglesi.
Mio padre rientrò a casa tardi, tranquillizzandoci sulla salute della mamma e della neonata sorellina Gloria.
Io, mio fratello Michele e l'altra sorella Annamaria di 5 anni, rimanemmo accucciati in casa e solo durante le pause degli spari si dava una sbirciatina per vedere se le acque si fossero calmate.
Ci furono diversi feriti anche fra i nostri connazionali, un nostro conoscente perse un occhio, sembra comunque che fra gli italiani non ci fossero stati dei morti.
Gli inglesi furono duramente chiamati in causa sia dalla stampa che dalle autorità civili e religiose e ritenuti quindi responsabili dell'accaduto per non essere riusciti ad impedire gli avvenimenti.
Per evitare ulteriori episodi del genere, visto il profondo astio esistente, gli inglesi consegnarono in caserma le truppe sudanesi e dopo alcuni giorni vennero trasferite in Sudan ai reparti di provenienza.
Questa è una testimonianza diretta di quanto ricordo circa quei tragici avvenimenti. Il Silvano aveva all'epoca 11 anni.
Cara Annamaria cosa te ne pare del Silvano come reporter di guerra?
Saluti asmarini a tutti,
Silvano.
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- Anonimi
- Autore della discussione
28/10/2009 06:33 #996
da Anonimi
Caro Francesco,ti ringrzio moltissimo,forse però troverò qualcosa sul libro di Eros Chiasserini o mi rivolgerò direttamente a lui.Fu una cosa terribile e, a differenza di Wania,io ero presente siaan Bar Impero,quando i sudanesi si presentarono,sia dopo,quando mamma i accompagnò a casa (al secondo piano della stesso palazzo Impero) e guardavo dalla fnestra passare in Viale Mussolini le camionete cariche di
cadaveri insanguinati.Un ricordo terribile.Ciao e grazie ancora.EEA
cadaveri insanguinati.Un ricordo terribile.Ciao e grazie ancora.EEA
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- Anonimi
- Autore della discussione
27/10/2009 19:39 #994
da Anonimi
[justify]CARO ANTONIO LO SCEITAN ben tornato anche a te. Bella la festa della Mamma a Milano?. Hai portato la chiccia ,l'angera e lo zighiniì che ci avevi promesso? Bravo, mettili li' sotto il Baobab. A te zampate non ne darò mai perché non mi provochi e sei di animo gentile.Guarda bene quando e a chi le dò! Sempre in risposta a qualcuno che se le merita...Ora basta ti voglio salutare con un abbraccio. Ben arrivato qui al Baobab. Ciao [/justify]
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- Antonio il ghezzabandino
- Autore della discussione
27/10/2009 13:24 #992
da Antonio il ghezzabandino
Ribentornata cara Wania,ma non fai in tempo ad entrare che,zac dai la zampata.Tigre fino in fondo, spero di poterti sentire in viva voce domani.Un saluto affettuoso.Antonio.
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- antonio il ghezzabandino
- Autore della discussione
27/10/2009 13:18 #991
da antonio il ghezzabandino
Caro Francesco,sembra che io abbia sempre furia,La pagina e la N°4 sul chicchi,e le foto sono le prime due;in mezzo i nomi delle classi.A te un EEAA.Antonio.
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- Anonimi
- Autore della discussione
27/10/2009 12:38 #989
da Anonimi
Cara Wania ,
i fatti ,cui si riferisce Annamaria non riguardano quelli del febbraio del '50 , ma relativi a molti anni prima , possibilmente prima del'48 .So bene che in quell'anno sei rimpatriata per l'Italia .
EEA
Francesco
i fatti ,cui si riferisce Annamaria non riguardano quelli del febbraio del '50 , ma relativi a molti anni prima , possibilmente prima del'48 .So bene che in quell'anno sei rimpatriata per l'Italia .
EEA
Francesco
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