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Daaro Addi, ovvero il Sicomoro del Villaggio.

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21/07/2014 11:47 #22671 da Agau-del-Semien
Cristoforo ci manda questo suo scritto:

Correva l'anno 1938 .


Che cosa accadde quell'anno ad Asmara? Forse nulla di rilevante, dai libri della Storia ufficiale, eppure un anno per noi importante perchè si consolidò una situazione, quella della nostra comunità, che incrocerà poi la seconda guerra mondiale.
La situazione socio economica che descrivo o sostanzialmente quella che trovarono gli Inglesi occupanti dopo soli trenta mesi.
Il I938 è storicamente considerato il massimo tra"gli anni del consenso" in Patria, ma anche ad Asmara ha la sua importanza e può essere considerato un anno di affermazione e di consolidamento del nostro operato.
All'epoca Asmara, con i suoi cinquantamila abitanti nazionali non ebbe nulla da invidiare, per strutture e servizi, ai migliori capoluoghi di provincia della Madrepatria.
Prima della campagna d'Etiopia (1935/1936) i connazionali residenti erano solo tremila che subito raggiunsero i cinquantamila in costante crescita. E qui notiamo una delle caratteristiche che contraddistinsero la nostra comunità: appartenere al vecchio nucleo, i "vecchi coloniali" ivi residenti da circa quarant'anni quindi anche di seconda o di tersa generazione; o essere i "nuovi arrivati" per un numero di oltre quindici volte superiore !
Dico subito che non ci fu contrasto tra vecchi e nuovi coloniali e per le seguenti ragioni: primo perché il senso di Italianità era in tutti molto sentito; secondo, perché i nuovi venuti apprezzarono e rispettarono i maggiori sacrifici iniziali e considerarono pionieri e coloni i vecchi coloniali potendo usufruire di quanto era già stato realizzato, mentre questi ultimi notarono nei nuovi venuti un dinamismo ed una intraprendenza che anticipava i segni dei nuovi tempi.
I vecchi coloniali provennero da tutte le regioni d'Italia ma in maggior parte erano Piemontesi (funzionari e militari) Friulani e Siciliani (agricoltori, muratori, fornaciai ecc.) questi ultimi caratterizzati da famiglie numerose. All’ inizio del novecento i sette, nove figli furono la norma; alcuni vecchi Eritrei li individuavano quasi come piccole tribù.
Quanti cognomi mi vengono in mente ma non li cito a causa di quelli che potrei dimenticare, sarò grato a chiunque possa fornirmi i nomi delle prime cento famiglie ivi trasferitesi, dai registri dell'anagrafe o parrocchiali per descrivere le loro attività prima che se ne perda il ricordo. Ma ritorniamo al 1938: il nuovo tessuto sociale così formato godette allora' delle grandi infrastrutture già realizzate: ferrovie (Asmara-Massaua Agordat), teleferica (Asmara- Massasaua) sistema stradale che collegava agevolmente i maggiori centri abitati, una città per l'appunto Asmara, con un impianto urbanistico ed un piano regolatore che l'hanno resa unica per bellezza e funzionalità; oltre all'acquedotto, centrali elettriche, telefoni, sistema fognario, servizi comunali, scuole, ospedali e centri di ricerca sanitari, zoo-profilattici, vivai e collegamenti regolari -per mare e per cielo- con la Madrepatria- Si dovrà attendere gli anni settanta perchè tali livelli qualitativi siano raggiunti in molti paesi di media dimensione in Europa.
Raggiunti i cinquantamila residenti, la nostra Comunità rappresentò ogni aspetto della vita nazionale al meglio, ogni regione fu rappresentata senza alcun campanilismo e l'uso del- l’Italiano prevalse come lingua.
Il progresso non potè così non riprendere, date le doti lavorative ed il genio che tutti ci riconobbero,
Nel 1938 contiamo in Asmara, oltre alla struttura militare, almeno venti servizi pubblici o di pubblica utilità articolati in oltre cento centri operativi, sessanta aziende agricole e centosessanta artigiani, liberi professionisti, commercianti ecc., che costituirono un necessario quanto qualificato terziario.
Fummo quindi una comunità autosufficiente dove è più facile dire che cosa non si producesse (nel caso: metallurgia pesante, sebbene un italiano creò un'acciaieria presso Addis Abeba nei primi anni sessanta) piuttosto di che cosa si producesse.
Gli Eritrei, per parte loro, passarono da seicentomila abitanti della fine '800 (frammentati in circa quindici etnie e tre, quattro religioni) ad un milione nel 1938 ed inconinciarono ad assumere la caratteristica di popolo. Stime attendibili, di parte italiana, in assenza di uffici d'ana- grafe o censimenti.
Collaborarono con gli Italiani diecimila Eritrei nelle forze armate, diecimila collaboratori familiari (uno per ogni famiglia delle nostre), ottocento nel terziario (cinque per le centosessanta attività del settore), duemila duecentoquaranta nei servizi pubblici (venti per centodieci centri operativi) mille duecentoventi nelle aziende agricole (venti per le sessantuno aziende)Un totale quindi ventiquattromila duecentosessanta.
All'epoca ogni famiglia godette di un solo reddito e se poniamo nel numero di quattro i componenti, novantasettemila quaranta Eritrei vissero in simbiosi con gli Italiani, circa due per ogni connazionale, circa un decimo della loro popolazione. Doveva essere solo l'inizio, ogni programma tendeva allo sviluppo; portare lavoro e creare ricchezza per la comunità eritrea, nel suo complesso, dato che pochissimi furono i casi di grande arricchimento personale, senza aver portato via nulla ad alcuno! ma aver sostituito un potere moderno a quello di un Ras feudatario e qualche Sceicco; un potere coloniale ma di un imperialismo "straccione", in realtà di lavoratori, come fu internazionalmente riconosciuto quello italiano .
Tutto ciò venne disconosciuto e sacrificato dagli Angloamericani occupanti fin dall'Aprile 1941, per la programmazione del dopo-guerra e per il nuovo corso della loro politica terzomondista.
L’impostazione socio-economica e l'entusiasmo di quegli anni però influenzò così tanto la nostra Comunità che può essere considerata la sol la giustificazione di quanto si continuò a costruire anche dopo la sconfitta militare, altrimenti irrazionale. Ma questo è un'altro discorso e tutto ciò accadde, ormai, nella prima metà del secolo scorso.


N.B. I dati statistici sono desunti dalla “Guida dell’ A.O.I.” dalla “Consociazione Turistica Italiana” e dalla “Guida della città di Asmara” edita da “Il resto del Carlino” di Bologna; quindi approssimativi ed ufficiosi, ma certamente in difetto.


Cristoforo Barberi.

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18/07/2014 14:30 #22642 da cribar
Caro Francesco,
ho avuto occasione di trattare gli stessi argomenti in precedenti miei scritti a suo tempo pubblicati.
Si tratta "dell'Evangelizzazione dell'Etiopia ( ed Eritrea naturalmente)" e della "riorganizzazione della nostra Comunità" nell'immediato dopoguerra. Testi che G. Emilio possiede che andrebbero confrontati, integrati e costituire un tutt'uno. Ma è un lavoro enorme e non so chi lo possa fare.
Per quanto riguarda l'ONU sappiamo che svolse un ruolo puramente formale e che il nostro destino fu determinato dagli Inglesi e dagli accordi tra loro ed Hailè Sellasiè.
In altra sede possiamo discutere delle cause vere che rendono, invece, quasi inutile questa Organizzazione. Un saluto, Cristoforo.

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17/07/2014 09:27 #22630 da Agau-del-Semien
(2) Nel Sidamo.
Si è già parlato della divinità Magano (la volta celeste).
La leggenda prosegue e ci racconta come Magano ordinò ai Sidama di venerare e quindi sempre rispettare Buthe, la madre di tutti i serpenti.
Queste popolazioni pur avendo paura per tutti i rettili ne considerano la loro uccisione un’azione proibita, sacrilega, un’offesa a Buthe.
I Sidama pensano che il serpente sia immortale e che alla fine del suo ciclo vitale venga riassorbito dalla madre terra, divinizzata con il nome di Bahato.
Al giudizio universale i serpenti risorgeranno dalla terra e giudicheranno tutti gli uomini e con il loro veleno uccideranno tutti quelli che avranno agito in modo disonesto durante la loro vita terrena.
Agau

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  • Carlo Di Salvo
16/07/2014 19:42 - 16/07/2014 19:44 #22618 da Carlo Di Salvo
Il 24 dicembre 1994 atterravo con la Lufthansa all'aeroporto di Asmara e scendendo la scaletta appena messo piede sul suolo Eritreo mi ero inginocchiato per baciare quella terra, pensate proprio il 24 Dicembre 1939 per la prima volta sbarcavo a Massaua con mia mamma, raggiungevamo papà in Eritrea, l'arrivo in aereo ad Asmara era avvenuto all'1 di notte ed Asmara mi accoglieva con la sua aria fresca sotto un manto di stelle attraversato da un estremo all'altro dal chiarore della Via Lattea, mi ero dimenticato da tanti anni questo meraviglioso spettacolo della natura. Erano trascorsi 55 anni tra i due arrivi chissà come avrei trovato la città che mi era rimasta nel cuore, il mio caro amico Rino Modici era venuto a prendere me e l'altro mio caro amico Michele Cosentino con moglie parenti, mi condussero in albergo e per la stanchezza sprofondai in un sonno profondo non mi rendevo ancora conto di essere in Asmara, stavo sognando? Non immaginavo che l'indomani all'Arcivescovado avrei avuto un colloquio con Monsignor Milesi. (continua)
Ultima Modifica: 16/07/2014 19:44 da Carlo Di Salvo.

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16/07/2014 00:17 #22613 da Francesco
Caro Cristoforo, anzitutto colgo l’occasione di darti il benvenuto in questa piccola comunità, contaggiata dal metaforico “MAL d’AFRICA.”Mi permetto di invitarti a darci del tu, lasciando l’antipatico pronome “lei”agli itagliani, atteso che era stato già abolito verso la fine degli anni ‘30!
Appartengo alla tua generazione( e per l’appunto me ne aveva già parlato Emilo con una mail), ma mi sento molto vecchio per formazione.
Sull’argomento del destino dell’Eritrea hai scritto tutto con cognizione di causa, ma dovrei aggiungere anch’io qualcosa al riguardo, non quello che tu sapientemente, hai esposo, ma per completare l’argomento con quello che so in materia.
Si da quando avevo 9 o 10 anni cominciavo a capire e discernere il giusto dall’ingiusto ( ti avevo preannunciato che anche allora ero un vecchio): l’operato degli scifta echi li comabdava; l’ambiuguità e la perfidia di queii cani rabbiosi dei figli di Albione, ad eccezione ovviamente del baronetto Sir Oswald Ernald Mosley ed i suoi seguaci ( anche per non fare torto ad una certa persona…..), le giravolte dell’ONU, uno degli enti internazionali piu’ inutili.
Mio padre, già camicia nera e decorato due volte, essendo molto amico del dr. Di Megli ( nostro medico di fiducia), il quale dirigeva l’associazione italo-eritrea, di cui non ricordo , in questo istante l’acronimo….forse Meie…non ricordo)era membro di quell’organizzazione, i cui membri erano stati tutti schedati dalla polizia britannica.
La predetta organizzazione nello statuto voleva l’indipendenza dell’Eritrea, precedutoda un mandato italiano ( tipo somalo).
La sede sociale era in corso Italia ed io assistetti a diverse tiunioni.
Dopo che l’Onu decise di “federare l’Eritrea al’Abissinia, l’organizzazione venne sciolta e trasformata nell’attuale Casa degli Italiami.
Fu allora che mio padre, prevedendo il peggio per noi italiani, decise di ritornare in Patria!
Francesco
EEA

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15/07/2014 15:07 #22609 da cribar
Vorrei far presente, a proposito del film Abuna Messias che è reperibile in edizione completa e restaurata presso le migliori videoteche in formato DVD. Un dischetto che non dovrebbe mancare nelle case degli Asmarini.E' stato fatto con cura nei minimi particolari e non trascura neanche la presenza di militari italiani (era una missione geografica) e del particolare dell'Imperatore Johannes, che parla con il Massaia attraverso una tenda, perché temeva lo sguardo del prelato considerato al pari di uno stregone. Saluti Cristoforo.Francesco ha scritto:

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