C' ERA UNA VOLTA ....L'ERITREA FELIX

Via Dalmazia : chi non la ricorda ?
So benissimo di quella porta e dell'eunuco .Detto fra noi era il casino o bordello .Ma . all'Asmara non era l'unico .
Ricordo pure che a Massaua c'erano tre o quattro di questi lupanari .
Mi meraviglio come Francesco non lo sapesse .
Per ora un caro saluto
Male Lahe

Carissimo, ma che Asmarini siete se non sapete che sceitan è il diavolo In eritreo.Si io parlo francese ed un pò dell'inglese studisto al Comboni,che come saprai era la lingua principale in quell'istituto,poi si studiava un pò di arabo,e naturalmente l'etiopico.Io comunque anche se figlio di persone con laure e diplomi ero un tanto lavativo e preferivo andare in giro,perciò spesso rimandato o bocciato.Si vede vero?Ma cet la vie.Ciao Antonio

Per Antonio
Caro Antonio , quindi , essendo stato nella legione francese , sarai padrone della lingua francese .Io ho studiato latino , francese e tedesco ( quest'ultimo da autodidatta essendo stato fianzato con una ragazza altoatesina , durannte la mia permanenza a Torino quand'ero ufficiale di cpl in artiglieria ).Purtoppo ( mi arrangio ) ma non le so parlare bene .
Curiosità : ma che significa "Sceltan" ?

Per Male Lahe
Caro Male Lahe , pur essendo nato sette od otto anni dopo di me , ed , essendo la tua permanenza all'Asmara piu' lunga della mia , gradirei sapere che cosa significa il pseudonimo che ti sei scelto .

Chiedo troppo ad entrambi?Semplice curiosita'

Un caro saluto a voi.
Francesco

Caro Agau, dato che io sono un disinibito cronico aime, confermo li da quelle parti vi era il paradiso dei ragazzi,e perchè no, anche dei prof,degli zii e via dicendo.Comunque è verissimo l'eunuco o altro era reale e cortese.Poi che bello il nostro intercalareMinchia lo si tirava fuori ad ogni occasione.Dimmi se sto migliorando nello scrivere.Cari saluti Antonio.Ma noi che si andava in bici si frequentavano anche altri posticini:

Caro Francesco,

hai ragione da vendere. A suo tempo accennai a Via Dalmazia e poi..... silenzio. Rimedio ora. Va bene?
Ecco i fatti nudi e crudi.

A meta' di via Dalmazia vi era un portoncino dipinto di verde con grosso battacchio e relativo spioncino apribile dall'interno.
Su tale portoncino e il suo interno si tramandavano storie, racconti, novelle, leggende che molto probabilmente, passando di bocca in bocca si ampliavano, contornate dalle fantasie del narratore ( nessun riferimento al “Narrator Cortese”) del momento. Ed inevitabilmente ognuno aggiungeva o toglieva qualcosa ai racconti; magari senza mai aver posto piede all'interno.
Quelli piu' grandi raccontavano che la casa era gestita da un eunuco yemenita e ci parlavano di incontri meravigliosi avuti con bellissime odalische e giovani dai veli svolazzanti che ammagliavano con i loro..... sorrisi.

Noi, piu' giovani ascoltavamo a bocca aperta tali racconti sognando di poter un giorno varcare il portoncino verde.

A volte si passava di proposito e si tentava di sbirciare all'interno o si aspettava il momento che il portoncino si aprisse per far entrare od uscire qualcuno nella speranza di incrociare lo sguardo di qualche donzella.

Un pomeriggio di una splendida giornata asmarina vedemmo uscire dal verde portoncino un prof del Martini che ci insegnava …........ Minchia ci venne da dire in coro.

Caro Francesco, in seguito ci togliemmo la curiosita' ed entrammo, il tempo di guardarci intorno e via di corsa in Via Dalmazia a...” riveder le stelle “.

Mano destra ben aperta, braccio teso sulla spalla, cosi ti saluto, e per tutti spaghetti conditi con bottarga e un bicchiere di Corvo.

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Per Agau

Caro Agau ,lo sai che sei in debito con me ?
Mi spiego : nell'altro sito , parlando di via Dalmazia ,mi scrivsti una frase sibillina su questa via , alla quale , scervellandomi , ho dato diverse interpretazioni , ma non certe .
Per favore , vuoi drmi cosa c'era ? Non ti preoccupare sono già maggiorenne .
Un saluto romano
Francesco