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ERITREA malgrado tutto sei sempre nel mio cuore.

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11/08/2014 09:22 #22872 da wania
[justify]Quasi quasi prenoto un posticino nel tuo dromedario......mi ci vuoi?[/justify]

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
10/08/2014 19:53 #22870 da Carlo Di Salvo
Sapete il mio sogno sarebbe: "Percorrere anche su dromedario, perché non esistono più i binari, la tratta Cheren-Agordat", era una linea ferroviaria che attraversava uno dei più affascinanti territori dell'Eritrea, che mi sono rimasti scolpiti nella mente come i geroglifi egiziani, ma chissà se farò questo viaggio e cosa troverò, cosa ne dite cari amici del Mai-Taclì? Ho cominciato a scrivere questo viaggio immaginario, ma non so se mi seguirete. Ultimamente a causa della lussazione al braccio destro della mia Gabriela sono molto impegnato nelle faccende domestiche e non ho molto tempo per sedermi al computer, scrivo i miei ricordi su un quaderno quando ho un lasso di tempo, spero mi perdonerete.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
22/07/2014 09:04 - 22/07/2014 09:06 #22676 da Carlo Di Salvo
Dopo avere salutato monsignor Luca Milesi mi avviai verso la cattedrale per andare ad inginocchiarmi davanti all' immagine della Madonna del Rosario di Pompei a cui la mia mamma era devotissima, quanti ricordi mi assalirono in quel momento, il catechismo, la Prima Comunione, la Cresima, Padre Zenone, Monsignor Marinoni, mamma e papà, era un turbinio di ricordi che attraversavano la mia mente alla velocità della luce e lacrime, lacrime mi offuscavano la vista.
Subito dopo andai a trovare il parroco padre Protasio Delfini e fu lo scoppio di affetto fraterno con colui che ha fatto miracoli di iniziative inimmaginabili in quella terra lontana a noi tanto cara.
Ritornando sui miei passi, era mia ferma intenzione adesso andare fino alla stazione ferroviaria, zona che conoscevo a menadito, perché lì ho abitato per più di 8 anni, mi ero fatto lo stesso itinerario di quando ritornavo da scuola, viale Cadorna, al mercato deviavo verso la Moschea sino a largo Campania per risalire il Corso del Re sino all'autorimessa Principe dove avrei imboccato la salita di via Duca degli Abruzzi sino in stazione.
Mentre camminavo ricordavo le parole di Mosignor Luca Milesi "a Barentù i Cunama mi hanno chiesto di riaprire la chiesa"; Barentù questo nome papà me lo citava sempre quando mi portava con sé verso Cheren ed Agordat, che viaggi meravigliosi erano quelli, l'Africa mi si svelava con tutta la sua magnificenza, dapprima la stupenda valle dell'Anseba che si segue sino ad Halib-Mentel quasi alle porte di Cheren e poi la discesa verso la Valle del Bogu lungo il costone del Sanchil superando ponti e gallerie nei pressi della stazioncina di Asciadira, poi la linea continuava la sua discesa sino alla stazione di Hummed, da quì in poi non si faceva altro che seguire il letto dei vari fiumi torrentizi come l'Agat, il Carobel ed infine il Barca, questi due ultimi con le sponde ammantate da boschi fittissimi di palme Dum sino quasi all'arrivo ad Agordat. (continua).
Ultima Modifica: 22/07/2014 09:06 da Carlo Di Salvo.

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  • Carlo Di Salvo
  • Autore della discussione
17/07/2014 20:42 #22634 da Carlo Di Salvo
All'indomani del mio arrivo ad Asmara, malgrado mi sia addormentato che saranno state le 2 di notte, mi svegliai alle prime luci dell'alba, aprii la finestra della camera all'Hotel Expò e mi apparve il cielo di cristallo della mia Asmara, quasi quasi ancora non mi capacitavo di essere ad Asmara dovevo ancora rendermene conto, guardai sulla strada e notai le prime donne con la futa che frettolosamente, con il classico passo da gazzella caratteristico delle donne eritree si avviavano a chissà quale lavoro, alcune portavano dietro le spalle il marsupio in pelle adornato con le classiche conchigliette bianche e con li bambino con il capo coperto da una piccola futa di cotone, ancora la temperatura notturna di Asmara, prima che il sole sorgesse si faceva sentire.
Una rapida doccia mi aveva completamente svegliato e fatto passare la stanchezza del viaggio.
Scesi al bar del ristorante un ottimo cappuccino con tanto di bianca schiuma che da tanti anni mi ero dimenticato, una briosce ancora tiepida di forno mi misero completamente in sesto.
Ero ritornato in Eritrea con macchina fotografica "reflex Minolta" con 35 rollini di diapositive, volevo portarmi via se possibile più immagini che potevo dell'Eritrea, la mia giacca da fotografo aveva le tasche piene di rollini, così vestito mi avviai lungo il viale verso l'officina di revisione motori di Rino Modici, ma feci pochi passi perché un fuori strada Toyota mi viene incontro fermandosi accanto a me: "Il signor Di Salvo? mi domanda l'autista" , alla mia risposta affermativa mi dice: "Salga mi manda Rino Modici", mi meravigliai, ma poi pensai " Carlo sei ad Asmara ti sei dimenticato della nostra ospitalità ed amicizia asmarina?"
L'officina di Rino Modici era alla fine del viale all'incrocio con la strada per Decamerè, un breve saluto di ringraziamento e subito fui accompagnato con l'auto verso il centro di Asmara, al termine del viale all'imbocco con il viale De Bono rividi intatto il distributore a forma di aereo della FIAT TAGLIERO, seguii con attenzione tutto il viale De Bono alberato con doppia corsia, ma all'altezza della Croce del Sud feci fermare la macchina, volevo adesso gustarmi a piedi passo dopo passo la mia Asmara.
Il famoso ristorante della Croce del Sud non esisteva più al suo posto in mezzo ai giardini vi era un bar che riproduceva in grande un Tucul, la classica abitazione circolare con tetto di rami dei villaggi abissini.
Iniziai così il mio primo abbraccio con Asmara, superato l'angolo dell'incrocio con il viale Mussolini rivedo la via Sapeto dove ha sede il vecchio liceo Ferdinando Martini, all'angolo la sede dei telefoni e del telegrafo e finalmente mi appare il meraviglioso lungo viale Mussolini, poi divenuto Corso Italia, rividi le mie gemelle le alte maestose palme che decoravano per un chilometro il largo Corso Italia ed il Viale Cadorna, le avevo lasciate basse quasi alla mia altezza adesso erano alte anche loro avevano la mia età , chissà quante cose avrebbero da raccontare che hanno visto in 55 anni, incontri, passeggiate, sorrisi e battiti di cuore si sono susseguiti in questo viale.
Mi avvio lentamente verso la Cattedrale, si comincia a scorgere il suo alto campanile, passo davanti al teatro Asmara ha ancora le sue scritte in italiano, rivedo a sinistra il bar Royal, ma ad un certo punto mi blocco alla mia destra rivedo i 10 scalini che portano in via Gustavo Bianchi, ho un sussulto al cuore quante volte sono salito e sceso da quei gradini per andare a scuola, prima alle elementari e poi i tre anni di scuola media al Principe di Piemonte, la tentazione è forte li risalgo ancora una volta ed inizio la breve salita, meraviglia delle meraviglie ancora su un alto pennone sventola il tricolore italiano attorniato da alte piante fiorite di Poensizie note come Stelle di Natale, quì non sono piantine ma alberi, faccio alcune foto, mi riprometto di ritornare e ridiscendo via Gustavo Bianchi dove i dieci scalini mi riporteranno in Corso Italia.
Riprendo la mia lenta passeggiata verso la Cattedrale attraversando Corso Italia sul marciapiedi opposto ai gradini di via Gustavo Bianchi, rivedo il bar Royal, il negozietto di profumo di Alberto Reffo, il bugigattolo della Vecchia Pipa dove papà andava a giocare la schedina del totocalcio, proseguo verso la Cattedrale, giunto all'altezza del grande cancello in ferro dell'Arcivescovado noto che è aperto, entro mi avvio verso gli scalini che portano all'ingresso, busso mi viene ad aprire Monsignor Milesi in persona, sono commosso mi accoglie con tanta affabilità, mi chiede dei miei trascorsi in Eritrea con papà in ferrovia e con mamma, in mezzo al salone vi è un grande tavolo su cui sono posti tutti gli attrezzi che si usano per le messe, gli domando se dovrà dire la messa, ma mi risponde: "questi mi servono per la chiesa di Barentù, i Cunama mi hanno chiesto di riaprire la diocesi dopo la lunga guerra con l'Etiopia, sono appunto in partenza per Barentù", prima di congedarmi da lui gli chiedo la sua benedizione che con tanta commozione e qualche lacrima ricevo in ginocchio, ci salutiamo con un fraterno abbraccio. (continua )

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17/07/2014 06:44 #22629 da wania
[justify]Guarda SONIA che Carlo un libro l'ha scritto. Io ne sto riportando i passi più belli e significativi nella home page, vai a vedere! IL titolo è sempre quello: TUTTO DI SALVO RAP (perché lui ha due cognomi, come i nobili!) DI SALVO è suo padre e RAP sua madre. Ciao. [/justify]

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17/07/2014 06:18 #22627 da Nocerino


Asmara Asmara Asmara Mia/Nostra Eritrea sempre nel mio
cuore.

Grazie Carlo per I tuoi racconti, mazza quanto scrivi, perche' non scrivi un LIBRO!!!! Auguri e complimenti.

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