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ERITREA malgrado tutto sei sempre nel mio cuore. |
25/11/2015 20:11 #26000
da Di-Salvo
Carlo era molto contento di essere giunto al fondo valle nella stazione di Hummed, nel suo cuore era un pò triste, ben poco era rimasto di quel bellissimo tratto ferroviario costruito nel 1925, come sempre erano rimaste solo le opere edili come ponti, viadotti, gallerie e trincee. Gli ultimi due viadotti che attraversano due torrenti che scendono dalle montagne poco prima di giungere alla stazione di Hummed erano ancora in buono stato, ma traversine e binari non esistevano più, solo nella stazione restavano qualche traversina e qualche binario seminterrati.
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
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25/11/2015 20:11 #25999
da Di-Salvo
Carlo era molto contento di essere giunto al fondo valle nella stazione di Hummed, nel suo cuore era un pò triste, ben poco era rimasto di quel bellissimo tratto ferroviario costruito nel 1925, come sempre erano rimaste solo le opere edili come ponti, viadotti, gallerie e trincee. Gli ultimi due viadotti che attraversano due torrenti che scendono dalle montagne poco prima di giungere alla stazione di Hummed erano ancora in buono stato, ma traversine e binari non esistevano più, solo nella stazione restavano qualche traversina e qualche binario seminterrati.
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
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25/11/2015 20:11 #25997
da Di-Salvo
Carlo era molto contento di essere giunto al fondo valle nella stazione di Hummed, nel suo cuore era un pò triste, ben poco era rimasto di quel bellissimo tratto ferroviario costruito nel 1925, come sempre erano rimaste solo le opere edili come ponti, viadotti, gallerie e trincee. Gli ultimi due viadotti che attraversano due torrenti che scendono dalle montagne poco prima di giungere alla stazione di Hummed erano ancora in buono stato, ma traversine e binari non esistevano più, solo nella stazione restavano qualche traversina e qualche binario seminterrati.
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
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25/11/2015 20:11 #25998
da Di-Salvo
Carlo era molto contento di essere giunto al fondo valle nella stazione di Hummed, nel suo cuore era un pò triste, ben poco era rimasto di quel bellissimo tratto ferroviario costruito nel 1925, come sempre erano rimaste solo le opere edili come ponti, viadotti, gallerie e trincee. Gli ultimi due viadotti che attraversano due torrenti che scendono dalle montagne poco prima di giungere alla stazione di Hummed erano ancora in buono stato, ma traversine e binari non esistevano più, solo nella stazione restavano qualche traversina e qualche binario seminterrati.
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
Ad Hummed erano a 21 Km. da Cheren ed ormai si trovavano ad una quota di 935 m. s.l.m., il sole adesso picchiava, erano le 12,35, l'aria calda sui 33° si trovavano nel bassopiano occidentale l'aria era asciutta quasi secca al contrario di quella che si trova nel bassopiano orientale influenzata dai vapori del Mar Rosso.
Si erano fermati al piccolo edificio della stazione dove una piccola veranda li proteggeva dai cocenti raggi del sole che attraverso un cielo azzurro batteva come un martello sul terreno, quìì rimasero per circa mezzora a consumare un breve pasto fatto di alcune uova che Omar aveva trovato presso un suo conoscente che furono fritte sul primus, banane e papaie abbeverate con acqua fresca completarono il pasto.
Carlo però voleva sfruttare le ore pomeridiane per superare i restanti 12 Km. che li separavano dalla stazione di Agat, potevano farlo perché adesso la linea, anche se sempre abbandonata e spoglia dei binari, procederà, sempre mantenendosi a monte, seguendo il vasto letto del torrentizio fiume Agaz.
Sapeva anche che il villaggio di Agat si era molto evoluto da quando se la ricordava negli anni '40, quando o con il "bagagliaio-ufficio" di suo papà che faceva staccare proprio alla stazione di Agat onde poter spostarsi lungo la linea Cheren-Agordat o con la littorina o con qualche treno e quando papà mandava lui e la sua mamma in vacanza alla foresteria della stazione.
Tanti erano i ricordi che assalivano la mente di Carlo mentre la piccola carovana di dromedari si avviava verso Agat, ricordava il piccolo orto-giardino con piante di papaie accanto alla stazione con migliaia di uccellini di tutti i colori, il piazzale della stazione con le piante di ibiscus dai cui fiori raccoglieva i sepali del carcadé, si domandava che cosa avrebbe trovato adesso?
Eppure sapeva che proprio ad Agat i Padri Pavoniani del G.M.A. avevano create delle aziende agricole dove gli eritrei studiavano l'agricoltura, erano stati creati dei vigneti per la produzione di vino, cosa avrebbe trovato adesso ?
E' così che la piccola carovana sempre guidata da Hassan procedeva lungo il vecchi tracciato ferroviario del 1925, lasciato il villaggio di tucul di Hummed si seguono sempre le falde dei monti che a Nord delimitano la valle dell'Agaz fino a quando un'ampia curva del tracciato li porta decisamente verso l'ampio letto del torrente Agaz, quì giunti scoprono che adesso ìl tracciato ferroviario, mantenendosi più elevato, è seguito parallelamente dalla nuova camionabile Cheren-
Agordat che superato un viadotto scavalca il torrente Agaz, il tracciato ferroviario prosegue fiancheggiando il torrente in posizione sopraelevata, mentre la camionabile inizia un lunghissimo rettifilo in direzione di Agordat. Ai bordi della lunga vasta pianura del torrente Agaz si iniziano a vedere le verdi piantaggioni che preannunciano il vasto comprensorio agricolo di Agat. (continua).
Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.
21/10/2015 20:03 #25881
da Di-Salvo
Chiedo scusa ai miei lettori per il lungo mio silenzio, purtroppo l'età avanza e lo stare seduto davanti al computer alle volte crea poi problemi di deambulazione soprattutto per chi ha subito due interventi alle anche, comunque eccomi eccomi quì.
Prima di proseguire il mio racconto vorrei rispondere a Silvio-1973, se tuo zio è sepolto nel cimitero degli "EROI" di Cheren non capisco l'attinenza della sigla P.A.E., presumo che tuo zio abbia perduto la vita durante la battaglia di Cheren, quindi quando scrisse la cartolina egli era ancora in vita e gli inglesi non avevano ancora occupato l'Eritrea, porta una data la cartolina?
Riprendo il mio racconto sul viaggio verso verso Agordat:
Dopo l'ultima galleria adesso la linea prosegue verso nord aggirando il monte Tafala, giunti all'estremità del vallone inverte la sua direzione portandosi sul costone opposto del vallone dirigendosi verso sud-ovest, stanno adesso seguendo gli ultimi 9 Km che li separano dalla prossima stazione di Hummed.
Mentre la linea continua la sua lenta discesa verso la valle dell'Hagas il paesaggio adesso è mutato, niente più massi sui monti ma una vegetazione più varia dia acacie spinose miste a giganteschi bao-bab e isolati sicomori, si stanno avvicinando alla stazione di Hummed a 21 Km. da Cheren ed alla quota già di soli 935 m.s.l.m.
La stazione ed il villaggio di Hummed che tra breve raggiungeranno è stata per gli eritrei importante poiché è la base per raggiungere il monastero di Zdà-Amba posto in cima di una montagna posta a sud di Hummed, per raggiungerlo bisogna percorrere circa un centinaio di metri di un sentiero posto sulla lama di un coltello di roccia largo appena 15 cm. con precipizi di 300 m. da entrambi i lati, basta un soffio di vento forte per perdere l'equilibrio e precipitare nel vuoto, il battaglione di alpini "Zdà-Amba" prese il nome da questo monastero, esso si sacrificò tutto nella battaglia di Cheren.
Scendendo verso la valle dell'Hagas ai loro occhi esplode la selvaggia bellezza dell'Africa, la vasta valle è delimitata da entrambi i lati da monti, non è altro che il letto sabbioso del torrentizio Hagas che durante il periodo delle grandi piogge estive sull'altopiano eritreo è capace di trasformarsi in un mare vorticoso d'acqua e fango che precipitando a valle trascinando ogni cosa va a congiungersi più a valle con l'altro fiume importante che è il Barca.
Durante il periodo lontano dalle grandi piogge esso è invece una immensa pianura sabbiosa cosparsa di endemiche piante di acacie e di ghindà con le loro foglie argentee ed i grandi fiori di quattro grandi petali a palla che aprendosi mostrano i colori all'interno dal verde argenteo al lilla.
Sui monti che delimitano questa grande distesa di sabbia crescono giganteschi Bao-Bab, sicomori e tamarindi dove miriadi di uccelli e antilopi trovano rifugio, come le caratteristiche e colorate "Coccorite" che si scavano i loro nidi all'interno dei giganteschi Bao-Bab.
Giunti alla stazione di Hummed fanno una lunga sosta per rifocillarsi dopo il difficile ed estenuante percorso attraverso i monti che circondano Cheren seguendo il tracciato della ferrovia rimasto spoglio dei binari e delle traversine, da Hummed in poi non si farà altro che seguire il letto dell'Hagas lungo il vecchio tracciato ferroviario che naturalmente si manterrà spesso più alto del letto del torrente per evitarne le piene. (Continua).
Prima di proseguire il mio racconto vorrei rispondere a Silvio-1973, se tuo zio è sepolto nel cimitero degli "EROI" di Cheren non capisco l'attinenza della sigla P.A.E., presumo che tuo zio abbia perduto la vita durante la battaglia di Cheren, quindi quando scrisse la cartolina egli era ancora in vita e gli inglesi non avevano ancora occupato l'Eritrea, porta una data la cartolina?
Riprendo il mio racconto sul viaggio verso verso Agordat:
Dopo l'ultima galleria adesso la linea prosegue verso nord aggirando il monte Tafala, giunti all'estremità del vallone inverte la sua direzione portandosi sul costone opposto del vallone dirigendosi verso sud-ovest, stanno adesso seguendo gli ultimi 9 Km che li separano dalla prossima stazione di Hummed.
Mentre la linea continua la sua lenta discesa verso la valle dell'Hagas il paesaggio adesso è mutato, niente più massi sui monti ma una vegetazione più varia dia acacie spinose miste a giganteschi bao-bab e isolati sicomori, si stanno avvicinando alla stazione di Hummed a 21 Km. da Cheren ed alla quota già di soli 935 m.s.l.m.
La stazione ed il villaggio di Hummed che tra breve raggiungeranno è stata per gli eritrei importante poiché è la base per raggiungere il monastero di Zdà-Amba posto in cima di una montagna posta a sud di Hummed, per raggiungerlo bisogna percorrere circa un centinaio di metri di un sentiero posto sulla lama di un coltello di roccia largo appena 15 cm. con precipizi di 300 m. da entrambi i lati, basta un soffio di vento forte per perdere l'equilibrio e precipitare nel vuoto, il battaglione di alpini "Zdà-Amba" prese il nome da questo monastero, esso si sacrificò tutto nella battaglia di Cheren.
Scendendo verso la valle dell'Hagas ai loro occhi esplode la selvaggia bellezza dell'Africa, la vasta valle è delimitata da entrambi i lati da monti, non è altro che il letto sabbioso del torrentizio Hagas che durante il periodo delle grandi piogge estive sull'altopiano eritreo è capace di trasformarsi in un mare vorticoso d'acqua e fango che precipitando a valle trascinando ogni cosa va a congiungersi più a valle con l'altro fiume importante che è il Barca.
Durante il periodo lontano dalle grandi piogge esso è invece una immensa pianura sabbiosa cosparsa di endemiche piante di acacie e di ghindà con le loro foglie argentee ed i grandi fiori di quattro grandi petali a palla che aprendosi mostrano i colori all'interno dal verde argenteo al lilla.
Sui monti che delimitano questa grande distesa di sabbia crescono giganteschi Bao-Bab, sicomori e tamarindi dove miriadi di uccelli e antilopi trovano rifugio, come le caratteristiche e colorate "Coccorite" che si scavano i loro nidi all'interno dei giganteschi Bao-Bab.
Giunti alla stazione di Hummed fanno una lunga sosta per rifocillarsi dopo il difficile ed estenuante percorso attraverso i monti che circondano Cheren seguendo il tracciato della ferrovia rimasto spoglio dei binari e delle traversine, da Hummed in poi non si farà altro che seguire il letto dell'Hagas lungo il vecchio tracciato ferroviario che naturalmente si manterrà spesso più alto del letto del torrente per evitarne le piene. (Continua).
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20/10/2015 15:03 #25875
da cribar
Caro Silvio,
sulla battaglia di Cheren vi è un libro del Colonnello Costantini (di quattro/cinque anni fa).
Un altro esperto è il Dr. Alberto Morera, di Torino, Vice Presidente dell'A.N.R.A. che recatosi più volte sul posto ha curato il recupero del Cimitero; è presente anche su Facebook.
Per quanto ne sappiamo la sigla significa: Pubblic Administration of Eritrea, praticamente il Governo Inglese della Regione dal 1941 al 1951 (1952?).
La ringraziamo per la considerazione, speriamo per lei in un risultato.
La Redazione.
sulla battaglia di Cheren vi è un libro del Colonnello Costantini (di quattro/cinque anni fa).
Un altro esperto è il Dr. Alberto Morera, di Torino, Vice Presidente dell'A.N.R.A. che recatosi più volte sul posto ha curato il recupero del Cimitero; è presente anche su Facebook.
Per quanto ne sappiamo la sigla significa: Pubblic Administration of Eritrea, praticamente il Governo Inglese della Regione dal 1941 al 1951 (1952?).
La ringraziamo per la considerazione, speriamo per lei in un risultato.
La Redazione.
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