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Organizzazione viaggio in Eritrea

  • Antonio
06/10/2009 14:04 #506 da Antonio
Grandissimo mister Wolf, è così che si parla alle personeche credono di essere i migliori;ora forse io sono l'ultimo a dover parlare,ma dal 20 al 45 non erano tutti come i "nobe" o i vari storici o scrittori?Bello mi garba tanto quello che scrivete Voi,Lei e Francesco:Saluti Antonio

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  • Wolf
  • Autore della discussione
06/10/2009 12:05 #501 da Wolf
Gentile Signora ,
ho letto l'articolo , ma no sono in grado di dare un giudizio , in quanto , penso , che siano solo supposizioni di parte .
Per quanto riguarda l'hotel, di cui il settimanale parla , sin dall'inizio ho dimostrato di crederci , in quanto il dittatore Isaias è capace di qualsiasi efferatezza .Ma se degli operatori italiani , compreso la CMC di Ravenna, cooperativa di matrice rossa , hanno degli interessi ad investire non trovo nulla di male .E , non penso che siano così citrulli da usare dei forzati come m.o. Allora , come mai l'Espresso non si scandalizza per le aziende italiane delocalizzate nella Cina comunista , ove i lavoratori ,senza nessuna copertura assicurativa , sono costretti a lavorare fino a 15 ore al giorno , guadagnando una miseria ?C'è di piu' anche lì i forzati sono rinchiusi nei lagoai ( campi di concentramento ), costretti a lavorare gratis , nelle stesse condizioni di quelli eritrei .E' facile dedurre gli oiettivi di una simile informazione : in Eritrea c'è Paolo Berlusconi , mentre della Cina non se ne parla .Se il giornale fosse obiettivo la denuncia fatta per l'Eritrea l'avrebbe fatta dovuto fare anche per la Cina , Cambogia , Vietnam e Cuba .Ma siccome sono comunisti non si toccano .
Io , qualche anno fà , sono stato in Eritrea e so le cose come vanno .Mi ha colpito il fatto che quelle poche di migliaia di italiani abitano in abitazioni , espropriate dal regime comunista di quell'altra bestia di Menghistu .
Si ci aspettava , dopo l'indipendenza , che questi beni venissero restituiti ai leggittimi proprietari .nvece nulla è stato fatto , tant'è che quei poveretti pagano l'affitto al governo .Nessun governo italiano ( di destra o sinistra ) , visti gli aiuti che regaliamo , non si è adoperato , con il "do ut des "per la restituzione di tali beni .Anch'io , per questo motivo , sono incavolato con Berlusconi .
Prima di avviare una colllaborazione economica con Isaia , il governo avrebbe dovuto pretendere di regolarizzare il contenzioso con gli italiani .Se lo ricordi Isaias , che se non fosse stato per gli italiani l'Eritrea non ci sarebbe stata neanche di nome .
Se lei volesse continuare questo scambio di idee , l'aspetto nella stanza "Eritrea....
Cordialmente
Wolf

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  • Wolf
  • Autore della discussione
06/10/2009 11:09 #499 da Wolf
Gentile conterranea ,
poichè lei è una dei nostri , mi associo all'invito dell'amico Narrante , aldilà delle nostre opinioni .
Sia la benvenuta , a buon diritto , nel nostro e suo sito .
L'aspettiamo .
Cordialità
Wolf

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  • Huguette Tani
  • Autore della discussione
06/10/2009 11:07 #498 da Huguette Tani
Egr. Sig. Wolf,
qui di seguito ho copiato (da internet) l'articolo che desidera leggere, pubblicato sull'Espresso di questa settimana.

Per quanto riguarda le Sue affermazioni su G. Bocca, io ho solo letto la sua storia, ma non avendo vissuto in prima persona quel triste periodo essendo nata diversi anni dopo, mi astengo da ogni commento. L'unica cosa che mi sento di dire e' una frase fatta "chi non cambia mai idea è un cretino" (non ricordo chi l'ha scritta, forse Oscar Wilde?). La ringrazio, comunque, per il suo ultimo post e la saluto cordialmente

Huguette Tani

Roma-Asmara Spa: IL DITTATORE COMUNISTA E STRAGISTA IN AFFARI CON PAOLO BERLUSCONI
Roma-Asmara Spa
di Fabrizio Gatti e Claudio Pappaianni

Politici e imprenditori corteggiano il dittatore eritreo che secondo l'Onu
ha il record di atrocità sulla popolazione. E mentre rafforza le relazioni
con l'ex colonia, l'Italia scaccia gli esuli in fuga


L'annuncio di Silvio Berlusconi scivola senza clamore. "Abbiamo chiuso la
questione coloniale, non solo con la Libia", sostiene il premier dal palco:
"E abbiamo l'apprezzamento di tutti i governi africani".

Mancano pochi minuti alle sette di sera, domenica 27 settembre, festa del
Pdl a Milano. La platea osannante è esaltata dagli insulti contro
l'opposizione: "Sono adoratori di dittatori sanguinari come Stalin, Mao, Pol
Pot", dice il presidente del Consiglio.

Nessuno in sala immagina che nel 2009 siano proprio lui, Berlusconi Silvio,
e il suo governo i principali sostenitori dell'ultimo dittatore comunista
sopravvissuto in Africa: Isaias Afewerki, 64 anni, presidente dell'Eritrea
dal 1993. Un record di atrocità che secondo le Nazioni Unite batte la Corea
del Nord. E che da solo ha incrementato di quasi il 10 per cento il numero
di immigrati irregolari sbarcati a Lampedusa lo scorso anno: 2739
richiedenti asilo eritrei nel 2008. Ma agli affari non si guarda in faccia.
E dopo i contratti con il colonnello Gheddafi, la politica estera italiana
ora punta all'ex colonia, meno di cinque milioni di abitanti, costo della
manodopera quasi a zero grazie ai lavori forzati e chilometri di spiagge sul
Mar Rosso.

Espresso: GUARDA IL TRAILER L'amico Isaias (la versione integrale online
venerdì 9) di F. Gatti


L'elenco delle aziende presenti ad Asmara o pronte a partecipare alla
riconquista è già corposo. Dai progetti di Italcantieri gestiti da uomini in
affari con PAOLO BERLUSCONI, il fratello, agli imprenditori casertani in
contatto con prestanome dei casalesi. Dagli aerei da ricognizione della Oma
Sud di Capua, in Campania, alla produzione di stoffe e camicie del gruppo
Zambaiti di Bergamo. Dalle trattative di Comunione e liberazione ai villaggi
turistici costruiti dai militari ai lavori forzati. Dall'assessore di
centrodestra alla Sicurezza e al Turismo della Regione Lombardia, Pier
Gianni Prosperini eletto per Alleanza nazionale ("Sono stato nominato
colonnello dell'esercito eritreo e ne vado molto orgoglioso") agli aiuti di
centrosinistra della Regione Toscana. Dai venti pescherecci ?multiuso?
partiti dai cantieri di Ancona alla Cmc di Ravenna, grande azienda di
costruzioni legata alle coop. Fino al finanziamento di 122 milioni di euro
in quattro anni concesso il 7 settembre dalla Commissione europea grazie
alla mediazione italiana. Un contributo che, secondo alcuni
europarlamentari, rischia di non avere controlli capillari per l'assenza in
Eritrea di organismi di vigilanza. E non è poco per un Paese che brucia in
spese Comilitari il 6,3 per cento del misero prodotto interno lordo (media
mondiale 2 per cento): 200.000 soldati armati, 39.770 ogni milione di
abitanti, oltre ai militari del servizio civile. Un rapporto superato
soltanto dalla Corea del Nord, secondo i dati dell'International institute
for strategic studies di Londra.


Il riferimento di Berlusconi alla chiusura della questione coloniale "non
solo con la Libia" è il primo accenno ufficiale al nuovo corso. Nonostante
le frequentazioni scomode degli uomini di Afewerki alla ricerca di dollari
attraverso triangolazioni commerciali di ogni tipo. Tanto che il segretario
di Stato, Hillary Clinton, ha accusato il regime per gli aiuti agli
estremisti islamici filo Al Qaeda in Somalia. Ma i contatti con l'Italia
sono ormai mensili. Venerdì 18 settembre il ministro degli Esteri, Franco
Frattini, riceve il collega Osman Saleh e il consigliere politico del
dittatore, Yemane Ghebreab, l'artefice del terrore. Durante gli incontri a
margine, la delegazione eritrea confessa il suo apprezzamento per i
respingimenti degli esuli verso la Libia decisi dal ministro dell'Interno,
Roberto Maroni. Operazioni accompagnate dalla riduzione del raggio di azione
dei soccorsi da Italia e Malta: un ordine che in agosto ha contribuito alla
morte per fame e sete di 73 profughi eritrei su 78 alla deriva su un
barcone.

Il dittatore di Asmara preferisce che i suoi esuli rimangano imprigionati
nelle carceri libiche. Da lì li controlla meglio. Come mesi fa quando,
secondo notizie portate in Italia da altri profughi, gli 007 di Gheddafi
fanno un favore ad Afewerki. In quei giorni i libici informano il servizio
segreto eritreo che a Misurata sono arrivati dal deserto cinque migranti
diversi dagli altri. Sono medici, infermieri e guardie in servizio nel lager
di Eiraeiro. È il campo di massimo isolamento dove il dittatore dal 2001
tiene rinchiusi gli oppositori (articolo a pag. 50). I cinque vogliono
denunciare in Italia quello che sanno sui detenuti politici torturati o
uccisi. Gli 007 libici li prelevano e con un volo li riportano in Eritrea.
Di loro non si sa più nulla. Eppure il ministro Maroni ha più volte dato la
sua parola sul rispetto dei diritti umani a Tripoli. Così come sia
Berlusconi sia il ministro leghista Umberto Bossi hanno più volte detto:
"Gli immigrati hanno dei diritti, però a casa loro". Ma dei diritti degli
eritrei a casa loro il governo non ne parla. Né durante l'incontro alla
Farnesina il 18 settembre, né il 31 luglio quando Frattini invia in Eritrea
il direttore generale per i Paesi dell'Africa sub sahariana, Giuseppe
Morabito. Cosa si dicono Morabito e il presidente Afewerki è sintetizzato
nel comunicato ufficiale di Asmara: "Giuseppe Morabito ha affermato che
l'Italia considera l'Eritrea come partner fondamentale... Egli ha inoltre
espresso il desiderio dell'Italia di rafforzare le relazioni economiche e
commerciali".
Altro incontro il 9 luglio tra Yemane Ghebreab, il consigliere politico
inviato a Milano dal dittatore, e Robi Ronza, tra i fondatori del meeting di
Rimini di Comunione e liberazione e "ministro" degli Esteri del governatore
della Lombardia, Roberto Formigoni. Cielle difende i diritti umani in
Eritrea? "Dal colloquio è emerso il forte interesse dell'Eritrea a rinnovare
i rapporti... a partire dallo sviluppo delle relazioni economiche e
culturali", annuncia l'agenzia Lombardia notizie: "Seguirà una presentazione
a Milano delle prospettive di investimento in Eritrea, dove già operano con
buoni risultati diverse imprese lombarde". Una di queste è il gruppo tessile
di Giancarlo Zambaiti di Leffe (Bergamo). Un gruppo che rifornisce i grandi
marchi della moda e ha puntato sull'ex colonia. Il cotonificio Barattolo
vicino ad Asmara comprato per un dollaro dal governo e trasformato nella
Za.Er. Sessanta milioni investiti con il contributo pubblico della Simest,
la finanziaria del ministero dello Sviluppo economico. Fabbrica con standard
europei. Cinquemila camicie prodotte al giorno a costi di manodopera locale.
E una trattativa su più tavoli per far accogliere la dittatura comunista tra
i 154 Paesi del Bureau International d'Expositions a Parigi, il salotto del
commercio internazionale che sceglie la sede dell'Expo. Il 31 marzo 2008 il
rappresentante del regime ricambia il favore e vota per Milano 2015.

In Eritrea la Cft food technology di Parma, attraverso la Rossi&Catelli,
gestisce due fabbriche per la produzione di passata di pomodoro e di purea
di banana. Italcantieri, fondata dalla famiglia Berlusconi, è invece ferma
alla progettazione di un migliaio di appartamenti ad Asmara. Anche questo
incarico viene finanziato con soldi pubblici della Simest (vedi box a pag.
48). Per la costruzione però il regime sceglie imprese più convenienti in
Corea del Sud. Le società in Eritrea appartengono tutte al governo. Così
altri soldi pubblici per un milione di dollari della Simest finiscono nel
capitale con cui la Hidri Trust Fund, cassaforte della dittatura, crea la
Technobrake, una joint-venture nella meccanica con le torinesi Emmerre srl,
Valmichele & Bernardo e la Domino Consulting di Vicenza. Altri euro della
finanziaria pubblica italiana sono impiegati per avviare i progetti tra la
Piccini spa, che a Perugia produce gru e macchine per l'edilizia, e il Wefri
Warsay Ikaalo Comilitaristruction, una sigla governativa che prende il nome
dalla campagna di rastrellamento forzato di migliaia di giovani per il
servizio militare a tempo indeterminato e per i lavori forzati del servizio
civile.

La Cmc di Ravenna firma la costruzione dell'Asmara Palace Hotel. Costo: 34,2
milioni. Un progetto ora concluso, nato in joint-venture tra la Cmc, il
governo e la Red Sea general import-export, fondata a Busto Arsizio (Varese)
da Tuolde Tesfamariam, 61 anni, sostenitore del regime in Eritrea e della
nuova Democrazia cristiana in Lombardia. Questa la missione della Cmc,
secondo il suo sito: "Sviluppare la democrazia...". Perfino la Cisl spende
508 mila e 991 mila euro per rafforzare i diritti umani e il ruolo del
sindacato in Eritrea: in realtà i due progetti rafforzano solo il Ncew,
l'unico sindacato di regime. La dittatura controlla gli esuli in Italia
attraverso una spietata rete di informatori. L'ambasciata di Roma e il
consolato di Milano hanno l'abitudine di schedare perfino i cittadini
italiani: risultano nell'elenco giornalisti de ?L'espresso?, del ?Corriede
della sera?, politici e imprenditori. Ne sa qualcosa Dania Avallone, 52
anni, biologa subacquea, due settimane di arresti e interrogatori in Eritrea
nel 2003 come dipendente del ministero delle Risorse marine, e ora attivista
dell'associazione Asper per i diritti umani degli eritrei
(www.asper-eritrea.com). Il 26 ottobre 2008 durante una manifestazione
pacifica a Roma viene picchiata da personale diplomatico e da sostenitori
della dittatura.


Quando atterrano in Italia, Afewerki, i suoi ministri e l'ambasciatore sono
liberi di muoversi ovunque. Da tre anni vanno su e giù tra Roma e la
provincia di Caserta alla ricerca di affari. Il riferimento è il Consorzio
riviera domizia di Sessa Aurunca. Sono gli imprenditori che nel 2008
accompagnano il dittatore a caccia di aerei a buon mercato nella visita allo
stabilimento della Oma Sud a Capua. "Un costruttore italoeritreo, Giovanni
Primo, ha completato due alberghi a Massawa e sulle isole Dhalak", spiega il
presidente del consorzio, Luigi Mascolo, 45 anni: "Ci sono piccoli
imprenditori del casertano e del Basso Lazio che vorrebbero investire nel
turismo in Eritrea. Noi facciamo da mediatori". Due dei nove imprenditori
che costituiscono il consorzio, secondo indagini della Procura antimafia di
Napoli, hanno avuto contatti con emissari dei casalesi. "La questione è
stata archiviata. Noi siamo contro la camorra", dice il presidente. Tra i
nuovi progetti sul Mar Rosso, a Sud di Massawa, l'hotel di Ghelalo è per ora
una cattedrale nel deserto. L'hanno tirata su i profughi eritrei rimpatriati
dalla Libia nel 2004 con voli pagati dall'Italia: "Ghelalo è stato costruito
da 450 prigionieri sotto il sole dall'alba al tramonto. Venivamo bastonati
come asini", racconta un sopravvissuto ora in Europa: "Mancavano perfino
pane e acqua. Ci sentivamo sepolti vivi". Ma la concorrenza a Sharm el Sheik
di Afewerki e i suoi amici italiani sta per cominciare. Afronine, un'agenzia
di viaggi di Porta Venezia a Milano, vende per capodanno una vacanza proprio
a Ghelalo: 1.425 euro, il prezzo di 14 notti nell'hotel dell'orrore.

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  • Huguette Tani
  • Autore della discussione
06/10/2009 10:54 #497 da Huguette Tani
La ringrazio per le gentili parole. Io sono nata ad Asmara, sono venuta in Italia quando ero molto piccola, ma i racconti di mio babbo che ci ha vissuto per molto tempo e che ha collaborato per tanti anni col Mai Taclì mi hanno spinto a tornarci pochi anni fa. Purtroppo, molto è cambiato in quel paese e la situazione della popolazione, attualmente, è veramente disastrosa.
Apprezzo il Suo invito a restare in contatto col Vostro sito e La saluto cordialmente

Huguette Tani

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  • Wolf
  • Autore della discussione
06/10/2009 09:42 #495 da Wolf
Gentile signora ,
mi scusi , ho combinato un piccolo guaio :

Errato

Mai .Non voglio , neanche con un centesimo , incrementare un settimanale le vendite , anche se precarie , di un rotocalco , ove scrive l'ex fascista voltagabbana
( vincitore...

Corretto

Mai .Non voglio , neanche con un centesimo , incrementare le vendite , anche se precarie , di un rotocalco , ove scrive l'ex fascista voltagabbana( vincitore....

Wolf

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