Ben trovati buona domenica, ci trovhttp://wwiamo in cattedrale fra poco, a dopo.

Tutti con te sul drone a Senafé! ! Me ne ricordo di Senafé e ricordo il sicomoro ai piedi dell'Amba Materà. Quando s'arrivava la mattina noi tre con Papà, i nostri scarabattoli per giocare e Giolli, il fedele spinone (quanto bene ci si voleva tutti a quel tempo)il sicomoro era pieno di scimmie; Giolli le metteva in fuga abbaiando, loro scappavano, si arrampicavano su per l'amba, lui le rincorreva, quando si fermava con la lingua ciondoloni e la coda fra le gambe, esausto, si fermavano anche loro, si giravano e cominciavano la sassaiola contro di lui! ! Che scimmie! ! Ricordo l'arrivo della Mamma col pranzo, non ricordo i racconti di Papà. A quel tempo - rammento - io avevo ripreso a parlare dopo un lungo periodo di ostinato mutismo dovuto al trauma della cacciata da casa nostra e lo sballottamento di due o tre giorni al Sembel tutti accalcati in qualche padiglione aspettando ci venisse assegnata la destinazione....Fu , appunto, Senafé! Lì ci assegnarono uno stanzone enorme nel padiglione n° 7! Appena entrati nello stanzone io mi accovacciai in terra e smisi di parlare. per molti mesi restai muta..... In uno dei viaggi del ritorno io son tornata a Senafé, non ho riconosciuto nulla di allora altro che l'amba, s'intende, il sicomoro non saprei....Ora col tuo drone tutto m'è tornato alla mente........grazie del bel viaggio che ci hai fatto fare, sulle ali della tua meravigliosa fantasia...... GUNAGUNA? questo nome non mi è nuovo ma non ricordo che ce ne parlasse Papà!.......

Macché candelora dall' inverno fora è solo questione di rime baciate, non tutti i proverbi si avvicinano alla realtà comunque accettiamo di buon grado tutto quello che ci viene inviato dall'alto e fiduciosi aspettiamo la primavera, lo dice anche Gino de' Halendari nel suo calendario dell'anno in corso, lo esprime con la grafica eseguita da una mano ferma che risponde ai comandi di una mente ancora lucida nonostante il peso di 96 primavere poggiate su spalle ancora resistenti Foglie e fiori parlano nel calendario di Gino de Bonetti portando a tutti auguri d'ogni bene Il calendario ha dodici tavole illustrate e commentate per la gioia e il buon augurio a chi lo sfoglia.

Eccomi qua pronta a raccontare ciò che ho promesso di fare: non è un sogno, è solo un pensiero libero che vaga sulle ali della fantasia: tutti voi a bordo sul grande drone, si parte seguendo un sentiero tracciato da me con l'aiuto di tantissime foto di villaggi, lande sperdute, palmizzi fiumi e laghi tutte le foto deposte su pianure e colline in modo da seguire un percorso a noi noto e per rendere più verosimile il nostro viaggio, i panorami si ingrandiscono, ci accolgono e coinvolgono al punto di farci sentire parte dell'insieme. La meta da raggiungere è "SENAE' un centinaio di km. a sud, quasi al confine con l'Etiopia, ai piedi dell'amba Materà, che vista dal nostro drone si presenta di colore del ferro, è massiccia ed è proprio colore del ferro durante il giorno ma al tramonto in un attimo si colora di viletto sullo sfondo di un cielo zeppo di stelle che brillano incessantemente; ma che senso ha portarci fin qua e ripetere sempre le stesse cose, direte voi passeggeri, avete ragione, ma io vi dico che la nostra meta è avvolta ancora nel segreto che ha un nome:"GUNAGUNA" cascate di cui raccontava mio padre a noi tre fratellini nel tempo in cui fummo nel campo di Senafé, ogni mattina molto presto papa' ci accompagnava al grande sicomoro all'estremo sud del campo e lì ci intratteneva con racconti fantastici, lì fino a mezzogiorno ora in cui compariva la mamma col pranzo (panino con la frittata di cipolle e pomodoro) queste mattinate erano così organizzate per allontanare dagli atri bambini il mio fratellino Bubi che aveva contratto la pertosse. Questo il quadro: papà seduto sul resto di un muretto in disfacimento e noi seduti per terra ad ascoltare le mirabilia che papà ci offriva con quella voce bassa, suadente, piena di descrizioni commoventi e veritiere perché papa' aveva viaggiato tanto con quel suo 34 FIAT, per lunghe piste sterrate, quasi viottoli su precipizi, la sete calmata con qualche sorso sottratto alla borraccia appesa fuori dal finestrino del camion, ma gli occhi sempre rivolti all'esterno per cogliere ogni novità da poter raccontare come stava facendo. Gunaguna cascate meravigliose è il luogo rimasto segreto nel mio cuore: acqua cristallina scendeva a rivoli copiosi sulla parete incantata che proiettava raggi di luce colorata, pesci dalla squame argentate scendevano a terra e si infilavano nelle pozze d'acqua a branchi per sparire come per magia. Ero piccola e mi entusiasmavo ai racconti di papa' ma col cresce ho avuto il dubbio che papa' inventasse le storie che ci raccontava, nello stesso tempo non volevo perdere l'illusione di tante meraviglie, ecco perché non ho mai voluto appurare la verità sulle cascate Gunaguna, avrei potuto fare una ricerca accurata durante i miei soggiorni in Eritrea negli anni'90 i viaggi del ritorno, ma non l'ho fatto per il timore di scoprire l'inesistenza di un sogno a me troppo caro e la paura di dover ammettere che papà era assauit nei suoi racconti che spacciava per vita vissuta. Il mio segreto è rimasto tale per tanti anni, per codardia, desiderio di rimanere nell'età infantile almeno col pensiero? non lo so, non so come classificare questo comportamento irrazionale da me adottato, forse per poter raccontare a degli amici come voi del forum, ai miei figli, a mio nipote, chissà, comunque svelo il segreto e lo faccio con gioia: Le cascate Gunaguna fanno parte di un gruppo di cascate site ai confini fra Eritrea ed Etiopia sono alimentate dalle acque del Nilo Azzurro ma non hanno né pesci né colori, sono comunque cascate esistenti nella realtà conosciuta dal genere umano. Evviva con un elleltà sonoro e felice.

Buona sera a tutti, un po' tardi per iniziare un colloquio dei nostri ma ci voglio provare perché ho un soggetto per la mente, ve lo voglio raccontare ma domani con più calma dopo averlo arricchito di notizie e sensazioni comuni a noi Maitaclisti: "Mal d' Africa" tanto per cambiare.

Ah! oggi è la Cndelora! per la candelora dall'inverno siamo fora ma se nevica e c'è vento dell'inverno siamo dentro. Qui il detto non torna! infatti pur senza neve e senza vento noi a Firenze nellìinverno siamo dentro fino l collo! mah!

Buona Domenica miei cari, all'improvviso m' è sembrato si fosse tornati tutti.....! !Viva alla Sirocchia che abbracciando i baobab pensa a noi e ci coinvolge nei suoi pensieri e viva a Francesco che ci fa sentire il profumo dei mandorli in fiore! Io sono più concreta e terra terra c' è profumo di verdura che cuoce stamattina qui da me, una bella ribollita a base di cavolo nero.......e penso a voi! !Grigia e umida Firenze stamattina ,Febbraio domina! ! Cisi dopo in Cattedrale, per il momento vi abbraccio. A dopo, arrivedOrci! !