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GL I EUCALIPTUS

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07/11/2013 06:58 - 07/11/2013 07:38 #20217 da wania
[justify]Buongiorno a TUTTI. Tornando alle nostre semplici e banali ciance quotidiane, oggi vorrei rammentarvi che mancano poco più di due settimane allo" zighinì pre-natalizio" del 28 novembre e che io ho un progetto. Eccolo: se questo nostro incontro al ristorante eritreo andrà bene come andò bene quello del 24 luglio u.s., io, questo incontro, vorrei farlo diventare un'abitudine annua; si, perché non incontrarci tutti gli anni a fine novembre per gli auguri di Natale? "Ma sempre a Firenze? " - direte voi - "Si, sempre a Firenze, questo di Firenze, a Firenze"! ! Ma ce ne potrebbero essere altri altrove organizzati da qualcun altro di noi, in ottobre per esempio, e poi un altro in un'altra città a primavera; così nell'arco dell'anno si svolgerebbero diversi miniraduni a giro per l'Italia...e visto che il Raduno Nazionale annuo va - come sembra - a sparire, introducendo i miniraduni si manterrebbero i contatti per la gioia ed il piacere di MOLTI, forse MOLTISSIMI di noi. Vi sembra fattibile il tutto? realizzabile? pensateci e parliamone. Ora vo in cucina, ho fame, per via di questi denti non mangio quasi più......Cisi dopo bye! [/justify]
Ultima Modifica: 07/11/2013 07:38 da wania.

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07/11/2013 00:10 #20215 da Francesco
Baciamu li manu voscenza don Carlu'.
Stamatina , cu 'a scupetta ncapu a spaddra e supra 'u me cavaddru ,mimmi jvu no me feudu pi parlari cu lu me camperi ( in talianu si dici fattore )pi mettirimi d'accordo sulla vinnita di lu mustu a na ditta di Marsala e picoglimi na pocu di pira di chiddru arbiru preferitu vicinu a casa .
Quannu ,doppu ca scinniu da cavaddru m'abbicinai all'albiriru e m'addunavu ca nun c'era mancu nu piru !
M'acchianaru li diauli n'testa e quasi quasi cu a scupetta avissi sparatu a lu camperi ,reu di mangata viggilanza .
Ca via a fari ? Pigliarimi colari pi farimi acchianari la prissioni ?
M'assittau supra nu scaluni dila casa e mi misi a cantari ,cu li lacrimi nill'occhi ,una vecchia nenia ca cantava me nannu -chiddru ca faciva lu gerarca e ca fici viviri l'ogliu di rigginu a mezzu paisi - quannu s'incazzava di nivuru ,com 'era nivura a so cammisa .
Se nun m'arricorddu male li versi sunnu chisti :


Comu si li cugghièru li beddi pira
tirò lallaà tirò lallaà
e comu cia’ cchianàru senza scala
tirò tirò lallà
All’acchianàri cià’ppiru furtuna
tirò lallaà tirò lallaà
Allu scinnìri si stuccàu ‘na rama
tirò lallaà tirò lallaà
E nun ti maritu no
e nun ti maritu no
e nun ti maritu no
schetta à’ ristari tirò lallò
e cu’ doti e senza doti
schetta à’ ristari tirò lallò
cchiù ti talìu e cchiù addiventi siccu
mi sentu cu la testa dintra ‘n saccu
pi ghiri appressu a tia persi lu sceccu
e ora cu me cori è sempri n’festa
tirò tirò lallaà lallaà
E nun ti maritu no
e nun ti maritu no
e nun ti maritu no
schetta à’ ristari tirò lallò
e cu’ doti e senza doti
schetta à’ ristari tirò lallò


Chistu è dru curnutu di lu camperi .

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06/11/2013 17:19 - 06/11/2013 22:46 #20214 da Agau-del-Semien
Caro Carlo chiediamo ai pochi italiani rimasti oggi all'Asmara che hanno perso tutti i loro averi dopo l'ingresso delle truppe eritree dal bassopiano. potrei farti i nomi ma non è conveniente per loro.
Ancora oggi, espropriano le proprietà ai tanti eritrei divenuti italiani a partire dal 1970. Ho informazioni recentissime.
Agau
Ultima Modifica: 06/11/2013 22:46 da Agau-del-Semien.

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  • Carlo Di Salvo
06/11/2013 17:03 #20213 da Carlo Di Salvo
No mio caro Agau non furono gli eritrei a mandarci via, prima di tutto sotto il regime del Negus gli italiani e gli eritrei convissero pacificamente, con l'avvento del Negus cessarono le azioni degli shiftà, fu con l'avvento del Derg e con l'uccisione del Negus, che il Grande amico del PCI col. Menghistù nazionalizzò tutte le proprietà degli italiani cacciandoli via in braghe di tela, da allora l'Eritrea è tornata in dietro di quasi un secolo, ricordiamoci che sotto il Negus per mezzo degli italiani l'Eritrea era diventata la seconda nazione più industrializzata dell'Africa sub-sahariana.

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06/11/2013 16:37 #20212 da Agau-del-Semien
Si, caro Narrator Cortese è come tu ci ricordi con il tuo scritto. Da parte mia desidero aggiungere che anche gli eritrei contribuirono, notevolmente, ad allontanarci dal paese. Ricordiamo le ultime espropriazioni fatte dopo la guerra dei trentanni contro l'Etiopia, a liberazione conquistata.
Provvedimento preso dietro l'euforia della vittoria? Rivendicazioni postume? Desiderio di rivincita nei confronti nostri? Mah?
Agau

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06/11/2013 16:05 - 06/11/2013 16:09 #20211 da Narrante
Grande Abissino,

effettivamente la frase mi sembra poco appropriata: siamo dovuti andare via!

Erano state imposte certe regole che non lasciavano molta scelta:

In realtà il Negus non era favorevole alla cacciata degli italiani.
Difatti, rientrato dall'esilio londinese, visto ciò che , in soli 5 anni, gli italiani avevano costruito in Etiopia, raccomandò di non osteggiarli mantenendo cioè rapporti amichevoli in quanto il paese aveva ancora bisogno di loro.
Così non fu!
L'opera sotterranea e perversa degli inglesi che innescarono, tramite gli sciftà, una spietata caccia a tutte le attività produttive del paese, seminando morte e distruzione, non permise a noi una tranquilla permanenza in quel territorio.

Premetto che quando l'India, grazie a Gandhi, riuscì a conquistare la libertà, l'altro Silvano, che coabita in me, ne gioì profondamente...

Comunque tornando allo scritto di P. Protasio, ricordo che a Massaua conobbi il suo "Padre Putativo" instancabile a chiedere aiuti per gli orfanelli accolti nella Chiesa.
Orfanelli che in molti casi erano il frutto di rapporti fra italiani e le donne eritree.
Quando gli italiani rientravano a casa in Italia, dove il più delle volte avevano famiglia, lasciavano alle spalle una situazione drammatica.

Situazione attenuata dall'instancabile opera dei frati cappuccini che li accoglievano, provvedendo a tirarli su sia a livello di vitto ed alloggio che a livello istruttivo mettendoli in grado di esercitare un mestiere che consentisse loro di mantenersi decorosamente.

Ma tu conosci meglio di me questa situazione.

Mi piace però ricordarne i contorni...

Nel mio piccolo ho sempre cercato di rendermi utile come d'altronde ci ha spronato a fare il nostro Grande Marcello.
E....quindi?
Quindi sostengo e ammiro quanto fatto da Padre Protasio che ha avuto il coraggio di portare avanti, nel...deserto massauino una tale opera.
Opera che Marcello ha fatto sua grazie alla proficua semina effettuata col MaiTaclì'

E poi...e poi...qualcuno dall'alto ha voluto che fossero dedicate a San Francesco...
Ultima Modifica: 06/11/2013 16:09 da Narrante.

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