× Benvenuti nel forum del Maitaclì!

Questo spazio va usato per i nostri messaggi.

CORRISPONDENZA n. 6

Di più
06/10/2012 06:04 #14120 da wania
[justify] AnnaMary buongiorno![/justify]

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
05/10/2012 20:09 #14119 da AnnaMary.F
Wania buona notte

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Carlo Di Salvo
05/10/2012 19:09 #14118 da Carlo Di Salvo
Continuo la storia di Alì-Muntaz!
Con settecento uomini, armatissimi, agguerriti ex-ascari reduci da cento battaglie che accorsero al suo richiamo sotto la bandiera del Tricolore Stemmato d'Italia che egli aveva issato sul suo campo base a simbolo dell'onore militare ai cui precetti adeguava le sue azioni, aveva scatenato una guerriglia di tale intensità e di così formidabile potenza , da lasciare senza fiato i suoi avversari, tanto da creare il mito dell'Invincibile.
Alì era divenuto in tutto il Magreb eritreo il "campione".
In ogni più sperduto villaggio, in ogni più grande mercato, ai pozzi delle abbeverate, sui grandi fiumi: dove sostano per una preghiera o per un breve riposo i pellegrini e viandanti che danno e prendono notizie da portare ad altri pozzi e ad altre soste, sui pascoli, lungo le carovaniere, attorno ai fuochi dei bivacchi, si cantava di un uomo invincibile, forte,potente e generoso: di lui, di Alì-Muntaz, lo sceicco del Barca.
Agli inizi del 1945, quando ormai in tutto il mondo la guerraera finita Alì scomparve.
Vi era chi lo aveva incontrato in varie parti dell'Eritrea, chi a Cassala a colloquio con i capi del movimento indipendentista Katmija.-
Chi diceva che nei territori dell'Atbara in Sudan era arrivato un famoso guerriero eritreo con centinaia di seguaci Hadendoa montati sui loro mehara addestrati alla guerra, per mettersi con i Mahadisti in eterna ribellione contro i dominatori del loro paese: gli inglesi.
Col tempo poi la sua storia divenne una leggenda, come quella di "Cummander As Sciaitan" il nostro eroe.
Divenne il "C'era una volta......"
Così conclude Omar Mahamud degli An-Sceraf del Barca:
Sì c'era una volta un uomo, un favoloso uomo forte, nobile e generoso.
Amato dal popolo, protetto da Allah, egli solosa dov'è; ma noi in fondo nel nostro cuore coltiviamo la speranza di rivederlo un giorno. Allah misericordioso aiutaci! >>>>>>
Mi perdonerete cari asmarini questa storia, ma anche essa fa parte del nostro vissuto in Eritrea dove abbiamo lasciato il nostro cuore.-

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
05/10/2012 17:59 - 05/10/2012 20:17 #14117 da Agau-del-Semien
Saluti Abissini a tutti
Agau
Ultima Modifica: 05/10/2012 20:17 da Agau-del-Semien. Motivo: errore

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
05/10/2012 16:21 #14115 da Agau-del-Semien
controllando ho trovato che tre ospiti sono rispettivamente da :
-Byfleet, uk
- Seattle usa
- londra
Amici, suvvia, palesatevi, non nascondetevi.
saluti abissini
Agau

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Carlo Di Salvo
05/10/2012 16:20 #14114 da Carlo Di Salvo
In attesa che Silvano inserisca le mie ultime foto di Cheren, cari amici asmarini vi voglio raccontare un fatto descrittomi da mio papà quando, nel dicembre del 1947, come ispettore del traffico delle ferrovie eritree, scortò in littorina la Commissione Quadripartita per decidere le sorti dell'Eritrea.
Mi raccontò papà che ad Agordat lungo il letto asciutto del fiume Barca, i rappresentanti di Inghilterra, Francia, America e Russia si videro sfilare in ordine di formazione e di corsa sui famosi dromedari corridori (Bisciara) migliaia di Hadendoa tutti sventolanti il nostro tricolore stemmato, in testa ad essi il loro capo la sceicco del Barca il cui nome rispondeva ad ALI'-MUNTAZ !
Da allora questo nome mi rimase come una leggenda, come di qualcosa di talmente bello che andava oltre la mia immaginazione, conoscevo il Barca perchè quando papà alle volte era di servizio ad Agordat mi portava con sè e mi piaceva andare tra le foreste di palme Dum che fanno da cornice stupenda a quel fiume.
Durante il volo da Frankfurt ad Asmara sull'aereo avevo incontrato un asmarino italiano, di cui adesso non ricordo il nome, che ritornava, beato lui, dal padre che viveva ad Asmara, e con il quale mi incontrai al ristorante dell'Expò, era stato il mio I° ritorno in Eritrea, egli mi invitò un giorno ad andarlo a trovare, abitava nel viale che conduce all'aeroporto; quando entrai nella sua modesta casetta a pianterreno il padre mi accolse con molta affabilità avendo saputo che ero vissuto in Eritrea e che mio papà era in ferrovia.
Parlando con lui del più e meno, non so come, gli chiesi se aveva mai sentito parlare di un certo ALI'-MUNTAZ, con mia somma meraviglia lui mi rispose: "Come no è stato un grande amico dell'Italia, uno sciumbasci dei carabinieri, acerrimo nemico degl'inglesi lui era lo sceicco del Barca.-
Alla biblioteca del P.S.C. creata da fratel Ezio Tonini trovai l'intervista, su un quotidiano di Asmara, che un giornalista aveva fatto ad un nostro vecchio ascari, ecco il suo racconto testuale come io lo copiai dall'articolo:
<<<< Io sono Omar Mahamud Ben Mahamud degli AN-SCERAF del BARCA. Sono stato sette anni alla scuola italiana di Cheren dove mio padre era interprete del Governo; più tardi mi sono arruolato nel Corpo delle Regie Guardie Regionali Montate del Commissariato di Agordat.
Nel giugno del 1940 allo scoppio della guerra sono passato Ascari Meharista nello Squadrone Cammellato Eritreo, Prima Banda del Setit, Primo Gruppo al comando del tenente D'Andrea.-
Nei primi mesi di Agosto dopo poco più di un mese dall'inizio, sono stato messo fuori scena.
Ma mi è bastato quello che ho visto in quel breve tempo per rendermi conto con che specie di farabutti avevamo a chè fare: altro che "gentlmen"!
Da quel giorno che ora vi dirò, ho sempre pensato che qualunque cosa si facesse di male a quei dannati, sarebbe sempre poco per ripagare le loro infamie.
Sono carogne di natura e carogne rimarranno finchè di essi ci sarà il seme.
Ora Giudica:
Un giorno eravamo in perlustrazione nella piana di Lavemè fra il monte Nuar e le Rocce di Curatelo, sulla linea di confine con il Sudan, quando notando a distanza un polverone isolato che indicava l'avvicinarsi di automezzi, il comandante faceva appiedare la pattuglia predisponendo gli uomini a difesa sotto le basse sponde di un piccolo uadi dove aveva fatto nascondere i nostri mehara.
Disponevamo di un buon armamento individuale e di due mitragliatrici Breda: ci sentivamo dei leoni per l'entusiasmo e la volontà di batterci, sapevamo poco dei nostri nemici e delle loro possibilità, ma eravamo baldanzosamente preparati ad un buon comabattimento: a misurarci con loro da bravi soldati.
Quando gli automezzi furono a vista d'occhio, avendo notato che su di essi sventolava la bandiera italiana, eravamo saltati fuoridal nostro appostamento agitando fucili e berretti in segno di giubilo.
Ma non avevamo fatto ancora dieci passi che quei maledetti tiravano via la bandiera e sfilando via a grande velocità davanti a noi aprivano il fuoco sparandoci addosso con tutte le loro armi.
Di quell'atto di inaudita pirateria indegna del più miserabile degli uomini ho su di me l'ingrato ricordo.
Lo Scium-Basci comandante che era in testa a noi cadeva stecchito ed altri cinque miei compagni rimanevano sul terreno più o meno gravemente feriti.
Dopo l'occupazione del paese non mi sono presentato a loro come ci imponevano i loro minacciosi bandi, ma ho ritenuto più igienico per la mia sicurezza e la mia libertà rifugiarmi nel Basso Barca al di là del confine, nella zona di Tocar in Sudan, dove c'era gente della mia tribù.
Mi associai alla banda di ALI'-MUNTAZ che aveva creato con i bianchi dromedari di razza "Bisciara" (sono dromedari di una razza speciale della Nubia, velocissimi, silenziosi, resistenti alla fatica, allevati e addestrati per particolari servizi e scorrerie), io svolgevo per Alì i compiti più segreti e difficili.
______________

Alì era un valoroso graduato degli Zaptiè, fu tre volte ferito in combattimento e tre volte decorato al Valore Militare.
Si era arruolato volonatrio a 17 anni e prima di passare al Corpo dei Reali Carabinieri d'Italia era stato in Libia con un battaglione d'urto e là aveva imparato dai beduini del Gebel cirenaico e dai Tuareg del Fezzan l'arte dlla guerriglia.
Ha partecipato a tutte le operazioni di guerra Da Cassal a Gondar, era un battagliero Beni-Amer di pura razza Nab-Tab, inflessibile, coraggioso e orgoglioso, ma sincero e leale.
Allo scoppio della guerra nel 1940 Alì chiese ed ottenne diessere trasferito in Eritrea per trovarsi tra i primi in linea e per essere tra la sua gente nella buona e nella cattiva sorte.-(continua).-

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Tempo creazione pagina: 0.166 secondi