VITA DI MAITI
di Sandro Bottazzi
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Mia madre Elisabeth Walter nasce a Basilea, Svizzera, dove il padre svolge la sua attività di piccolo e solido industriale. Intorno al 1900, il padre si trasferisce con la famiglia sul lago di Ginevra, dove cessa di vivere pocotempo dopo. La vedova Berta Durst si risposa con un ufficiale di cavalleria, che frequentava la casa come istruttore di equitazione di Elisabeth. Dal matrimonio nasce Violette, che è dunque sorellastra di Elisabeth. Berta muore prematuramente ed Elisabeth si prende cura della sorellina, come fosse sua figlia. Alla fine della prima guerra mondiale Elisabeth, ormai venticinquenne, si arruola come crocerossina e presta servizio negli ospedali fino al 1920, durante la famosa epidemia detta Spagnola. Temperamento irrequieto, che non rifiuta l'avventura, intraprende alcuni viaggi (Islanda, Algeria, Kenia), che laportano infine in Somalia, dove conosce e sposa nel 1923 Umberto Bottazzi, giovane funzionario del Ministerodelle colonie italiane, da cui avrà due figli. Colta, padrona di quattro lingue, buona conoscitrice delle letterature occidentali, abituata agli scambi econfronti culturali, Elisabeth affianca validamente la carriera del marito. Insieme vivranno le esperienze africane, fino alla fine della seconda guerra mondiale, al termine della quale, dopo un periodo trascorso a Roma, Elisabeth tornerà in Africa, in Ruanda, dove vive il figlio maggiore Sergio, rinnovando lo spirito d'avventura e l'amore per i viaggi, ma soprattutto dedicandosi all'educazione dei tre nipoti, figli di Sergio. Dopo svariate vicissitudini, prevalentemente connesse con le guerre tra Ruanda e Burundi, terminerà la sua esistenza il 4 giugno 1980 a Gisegni, nel Ruanda.
Mio padre Umberto Bottazzi nasce a Pozzolo Formigaro (Alessandria) il 14 aprile 1890. Dopo la laurea in giurisprudenza a Genova, nel 1915 viene arruolato: sottotenente di fanteria. Nel 1916 combatte sugli Altipianidi Asiago, dopodiché, trasferito nella Somalia Italiana, comanda il Fortino Pietro Verri, sull’Uebi Scebeli.A Mogadiscio frequenta l'ambiente dell'amministrazione civile e fa amicizia con Jacopo Gasparini, futuro governatore dell'Eritrea, che lo convince, finita la guerra, a presentarsi a Roma al concorso per entrare come funzionario nel Ministero delle Colonie. Bottazzi lo vince e viene nuovamente inviato in Somalia, Regio Residente in varie località della colonia, dove impara la lingua somala. Nel 1923 sposa a Mogadiscio Elisabeth Walter, che gli sarà assistente preziosa durante tutta la sua carriera e gli darà due figli: Sergio, nato a Mogadiscio il 16 agosto 1924, e Sandro, nsto il 17 aprile 1929 in Italia, dove il padre è stato richiamato. Nel 1931 è in Libia e vi rimane fino al 1934, quando torna in Somalia con l'incarico di Commissario di Mogadiscio. Dal 1936 al 1937 è a Roma, al CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, come esperto delle problematiche dell'Africa Orientale. Nel 1938 è ad Addis Abeba, Segretario Generale del Governo dell'Africa Orientale, sotto il comando di Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta. Alla fine degli anni Trenta, Bottazzi è nominato Vicegovernatore della Somalia. In quello stesso periodo, ilGovernatore Francesco Saverio Caroselli viene chiamato in Italia, dove rimane bloccato poiché il 10 giugno1940 l'Italia entra in guerra e le comunicazioni con l’Africa Orientale si interrompono. Umberto Bottazzi assume perciò le funzioni di Governatore. Nel gennaio 1941, mentre dal Kenia le truppe britanniche avanzano in Somalia, il Duca d’Aosta ordina di trasferire tutto l'apparato del governo ad Addis Abeba.Nel 1941, occupata Mogadiscio, gli inglesi richiamano Bottazzi perché rimetta in funzione la macchina amministrativa. L'esperimento finisce nel 1942, quando le autorità britanniche decidono di internare in campodi concentramento Bottazzi, la moglie Elisabeth e i figli.Nel 1943 la moglie Elisabeth e il figlio minore Sandro vengono rimpatriati con l’ultimo viaggio delle Navi Bianche, organizzato dalla Croce Rossa internazionale. Umberto rimane in campo di concentramento fina alla fine della guerra e sarà rimpatriato alla fine del 1946. Nei primi anni Cinquanta si ritira in pensione e passa gliultimi suoi anni tra Roma e Chiavari (Genova), dove muore nel novembre 1979.
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