Il Cristianesimo in Abissinia
Rufino di Aquileia storico residente in Egitto e Siria per un certo periodo, fu colui che raccolse dalla viva voce di S. Frumenzio coadiuvato all’inizio dal fratello Edesio, le testimonianze circa la predicazione del Vangelo in Abissinia. Secondo la tradizione etiope, il Cristianesimo arrivò per la prima volta nell'impero di Axum nel IV secolo d.C., data un po’ vaga in realtà. Come vedremo in seguito, oggi però, sulla base di nuovi ritrovamenti archeologici avvenuti a nord di Axum si possono fissare le date con maggior precisione di quanto scritto dallo storico teologo cristiano.
Vediamo ora come Frumenzio giunse tra gli Abissini.
Nel 320 un commerciante di nome Meropio salpò assieme ai suoi due nipoti, Frumenzio ed Edesio, dal Golfo di Aqaba per l’India. Per mancanza di acqua potabile a bordo, il natante si fermò nelle vicinanze del porto di Adulis. Mentre i marinai e lo zio Meropio si addentrarono nel territorio alla ricerca di acqua, i due nipoti restarono nei pressi della nave. Guerrieri etiopi attaccarono ed uccisero gli stranieri e andando poi al mare per impossessarsi del natante trovarono i due giovani che fatti prigionieri vennero condotti alla corte di Axum presso il re Al Amida. I due siriani, grazie alla loro preparazione culturale divennero importanti e Frumenzio ricoprì la carica di tesoriere. ( Historia Ecclesiastica ). Durante la permanenza a corte praticavano la loro religione cristiana adorando il Dio Trino . I primi ad essere convertiti furono i figli del Re e con il battesimo cambiarono i loro nomi in Abraha (Ezana prima) e Atsbeha (Sezana prima). Frumenzio tornato in Egitto divenne, per volere di Atanasio, ventesimo Patriarca di Alessandria, Vescovo di Axum e lo rimandò in Axum con monaci e chierici. Nel 360 S. Frumenzio , rinominato dagli Etiopi Abuna Salama Kessatieberhan ( Nostro Padre portatore di Luce), moriva ma lasciava una solida comunità Cristiana. Sin qui quanto avevano appreso attraverso i testi in nostro possesso sulla terra che ci ha dato i natali.
Ma tra la prima e seconda decina del’anno 2000 un gruppo internazionale di scienziati ha scoperto le fondazioni di una chiesa a pochi chilometri a nord-est di Aksum, la capitale del regno axumita, nell'antica città di Beta Samati, "casa del discorso" locata assai vicino ai confini con l’attuale Eritrea. Gli archeologi hanno concluso che la struttura fu costruita nel IV secolo d.C.; circa nello stesso periodo in cui l'imperatore romano Costantino legalizzò il cristianesimo nel 313 d.C. e quindi la chiesa si espanse ampiamente in tutta Europa nel Vicino Oriente, in Egitto, in Nubia e quindi tra gli Etiopi.
La costruzione ha una lunghezza di 19 metri ed una larghezza di 13 metri e lo stile dell’esecuzione dell’opera ricorda quello romano utilizzato per la costruzione delle basiliche. La scoperta della chiesa e del suo contenuto confermano che il cristianesimo sia arrivato tra gli Etiopi ben prima di quanto si pensasse fatto da Frumenzio e che i collegamenti tra l’Abissinia e Bisanzio fossero già esistenti.
A questo punto ci fa piacere ricordare quanto riportato nel libro LA GLORIA DEI RE (Kebra Nagast. ) al CAPITOLO 19° : Come è stato trovato questo libro.
“E Timoteo (il patriarca Demateyos (?)) che si insediò, dal 511 al 517, quale Arcivescovo di Roma* (cioè di Costantinopoli poi Bisanzio), disse: "Ho trovato nella Chiesa di (Santa) Sofia, tra i libri e i tesori reali, un manoscritto (che affermava) che l'intero regno del mondo (apparterrà) all'Imperatore di Roma* ed al- l'Imperatore d’ Etiopia” **.
Note :* Bisanzio, antica colonia greca divenne residenza dell’Imperatore Costantino (300d.C.), prendendo il nome di Costantinopoli nota come “Seconda Roma” veniva chiamata dalle Genti del Medio Oriente Roma, d’ora in avanti la citeremo come Bisanzio.
Note :**La profezia, o l’auspicio, di una grandezza dell’Etiopia paragonabile a quelle dell’Impero Bizantino; a questi due Imperi sarà soggetto il Mondo intero.
Vi sono enormi possibilità che tutto quello che fu il cuore dell’Abissinia nasconda enormi tesori della passata civiltà, nel suo sottosuolo e sulle sue vette. Ancora si deve dare risposta ai molti quesiti avvolti nel mistero. Chi aiutò le popolazioni locali nella costruzione delle stupende Chiese del Gheralta? Giunsero colà anche i Templari? Giunsero via terra o attraverso il Mar Rosso?
Ancora, chi aiutò gli Etiopi nella costruzione delle splendide Chiese nella roccia? Ma non solo le chiese rupestri! E quanti sono ancora i tesori nascosti (chiese) non ritrovate e costruite a suo tempo nel cuore dell’Abissinia tra inaccessibili montagne, in grotte, o nelle fenditure della roccia?
Dalla pianta quadrata delle antiche costruzioni axumite si passa, nell'epoca cristiana, alla pianta rettangolare; si vedono piattaforme gradinate tipiche delle chiese medievali. Si introducono i pilastri sormontati da capitelli a mensole multiple. Ricordiamo l’imponente chiesa dedicata al Salvatore del Mondo, Biete Medhanie Alem con i suoi pilastri e le sue arcate, l’alta navata centrale con la volta a botte. Forse la chiesa più importante tra le chiese di Lalibelà. Chi progettò e diresse l’esecuzione di questa opera? Quanti interrogativi e dubbi!
Luglio 2021 G.E. Belloni
L’amico Gian Emilio aggiunge un tassello importante al filone di ricerca che Noi chiamiamo: “La Cristianizzazione dell’Abissinia”. Si tratta prima del ricordo di come venne introdotto il Cristianesimo e da chi (320 d.C). E’ la versione storica acclarata da entrambe le Chiese, quella Cattolica e quella Ortodossa che anche per questo riconoscono Frumenzio come santo. Ma la scoperta dei resti di una Basilica databile al 313 d.C ne può anticipare la data. Egli scrive: “La scoperta della chiesa e del suo contenuto confermano che il Cristianesimo sia arrivato tra gli Etiopi ben prima di quanto si pensasse fatto da Frumenzio e che i collegamenti tra l’Abissinia e Bisanzio fossero già esistenti.”
Ma gli eventi possono essere sia singolari come sovrapponibili. La differenza di soli sette anni, a distanza di quasi mille ottocento è trascurabile, anche se è giusta la data scientificamente riscontrata, l’epoca è sostanzialmente la stessa e se si deve a Frumenzio il primato, la data del suo arrivo va rivista.
Sul fatto che i collegamenti con Bisanzio fossero preesistenti non devono esserci dubbi. Fin dai tempi di Salomone, racconta il Kebra Nagast, i primi regnanti dei due Imperi erano fratellastri, anche se Bisanzio, che viene chiamata Roma, chi sa come si chiamava nel 931 a.C. epoca in cui Salomone fondò entrambi gli Imperi (storicamente non provato) e Roma era stata fondata nel 753 a.C. quindi cento settanta anni dopo.
Ma il Kebra Nagast rappresenta il Cristianesimo in continuità con l’Ebraismo, creando una certa confusione, e danna gli Ebrei come traditori della vera, unica, Fede non avendo, loro, conosciuto la Divinità dei Padri, in Cristo ed avendo compiuto il più grande dei crimini avendolo messo a morte. La vera religione è quindi quella Cristiana, Ortodossa in particolare, che si pone in continuità con i princìpi della Genesi e con la Legge Mosaica.
I contatti poi con gli altri Cristiani, specialmente in Terra Santa ed a Roma sono documentabili, ovviamente dopo la venuta di Gesù, mentre la tradizione fa discendere anche questi contatti a Salomone, che concesse Gaza in feudo agli Etiopi.
Infine in Etiopia hanno vissuto, isolatamente, i Falascià: etnia da sempre di religione Ebraica e testimoni di un legame che a questo punto può anche essere ritenuto pre-cristiano.
M.T. La Redazione