Il carrettino (Il ritorno)
Cari amici asmarini, ho letto tutti i vostri riscontri sull’argomento del “ Carrettino” e ho notato che quasi tutti optavate per la versione a quattro ruote con cordella fissata sulle due estremità ai lati del manubrio .Ovviamente la vostra era una versione turistica, mentre la mia era più una versione spider.
Spiego, la versione a tre ruote era quella che meglio si prestava per fare le gare. Infatti per il fissaggio del cuscinetto centrale era necessario costruire un castelletto al centro del quale alloggiare il cuscinetto, questo ti permetteva di tenere la dita lontano dalla sede stradale perché nella versione a quattro cuscinetti era impossibile usare le mani a meno che con l’usura tu volessi rischiare di rimanere monco.
Sì, certo potevi manovrare la cordella, ma questo ti costringeva ad una posizione eretta, impedendoti di usare una delle due gambe per procurarti la spinta inoltre dovevi rinunciare ad avere maggiore penetrazione nell’aria. Io con la mia versione a tre ruote stavo pressocchè sdraiato sul carretto e usavo la gamba destra a mo di propulsore per darmi la spinta. Questo mi permetteva di “fregare “i quattro ruotisti, o se preferite i quattro cuscinettisti. Perdonate, ma io delle gare con il carrettino avevo fatto una sorta di scienza, scienza applicata alla necessità di vincere. Non dimenticate che quando si è ragazzini la competizione è forte e ancor più forte è il desiderio di primeggiare. Magari poi con gli anni si cambia.
La versione a quattro cuscinetti che era la versione tranquilla veniva utilizzata per trasportare i beles. Almeno nel caso mio. Che poi vi racconterò.
Grazie cari amici, per i vostri commenti e per avermi dato l’occasione di discutere su un argomento che da ragazzi ci aveva ci molto appassionato, accomunandoci ora nei ricordi della nostra prima giovinezza.
Questo è l’esempio a tre cuscinetti citato giusto ieri mattina da Brando Bacci