Segnalazione libro
"Gino Berardi, ufficiale di cavalleria coloniale MOVM"
Vi presentiamo il libro “Gino Berardi, Ufficiale di Cavalleria coloniale Medaglia d’Oro al Valor Militare” a cura di Paolo Angi, Vito Zita e Gabriele Zorzetto.
La stampa sarà pronta a breve ma è possibile effettuare la prenotazione, elemento importante per conteggiare il numero delle copie da realizzare e per assicurarsi la propria copia.
Chi vorrà effettuare la prenotazione si rivolga direttamente a me così posso provvedere a raccoglierle ed organizzare la spedizione appena il libro sarà disponibile. Vi allego la copertina, l’introduzione ed alcune pagine dell’interno in modo che possiate apprezzarne il contenuto.
Coloro che faranno la prenotazione godranno di uno sconto del 35%.
Pagine 284, formato 17x24 su carta patinata, oltre 100 foto totalmente inedite. Prezzo di copertina 20 euro, prezzo di prevendita 13 euro + 4 euro di spese di spedizione tramite piego di libro raccomandato (tracciabile). Pagamento tramite PostePay.
Alcuni anni fa, da una casa del paese di Valfenera, nella campagna astigiana, venne recuperato un consistente plico di carte, documenti e fotografie appartenuti alla famiglia Berardi, e in particolare a Giovanni, detto Gino, Berardi, Ufficiale di Cavalleria del Regio Esercito, caduto in Africa Orientale nel 1939 e decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Un accurato esame di questo carteggio, consistente in massima parte nelle lettere e negli scatti fotografici che il Berardi inviava al padre, alla sorella e al fratello dalle colonie africane, ha consentito – grazie alla disponibilità dell’attuale affidatario, Giancarlo Bollito – di riunire un fondo documentale che viene qui per la prima volta portato alle stampe, e che risulta di notevole interesse storico per la spontaneità e la precisione delle testimonianze che offre, fattori ancor più importanti se si considera che riguardano una nicchia della storia italiana che ha lasciato dietro di sé una documentazione “ufficiale” sempre troppo lacunosa.
Nelle sue lettere, che non prevedevano il vaglio di alcuna censura militare, Berardi non nasconde né i propri malumori né alcune amare verità intorno ai rapporti personali tra commilitoni nel testo delle sue lettere; non tace la durezza delle operazioni militari di repressione, né le atrocità descritte in occasione dell’attentato a Graziani. Ma al tempo stesso rivela sia l’animo del borghese, quando parla dei doni alla sorella Ninni e dei suoi animali da compagnia, sia l’attitudine dell’uomo di campagna quando, un po’ per necessità e un po’ per diletto, impianta il suo orticello nelle varie località dove il servizio lo trattiene più a lungo.
Queste lettere, in definitiva, se da un lato rappresentano lo spaccato complesso di un uomo convinto di servire in armi la sua Nazione con tutti i timori e le virtù necessarie ad espletare un compito così difficile nei nuovi, sterminati territori africani, dall’altro consegnano alla storiografia una quantità di informazioni di cui non si può non tener conto nel tentativo di ricostruire e ripercorrere le vicende italiane nell’effimero impero dell’Africa Orientale.
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La redazione