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CUMMANDAR es SCIAITAN ( Amedeo Guillet )

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22/06/2010 08:36 #4957 da Francesco
Si ,Silvano , ma oggidì queste figure sono scomparse .

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22/06/2010 08:28 - 22/06/2010 12:06 #4956 da Narrante
Caro Francesco,

Il Gen. Amedeo Guillet, merita a pieno diritto la rievocazione che ne hai fatto.

Il valore delle persone "leali", "coraggiose" e "provviste di sincero amor patrio", come il Gen. Amedeo Guillet, il valore dicevo viene riconosciuto ed apprezzato anche dagli avversari!

Purtroppo in Italia non mi risulta che i media abbiano trattato l'argomento con quel minimo di riguardo e di attenzione che il personaggio meritava : è stato, dai più, ignorato!

I mondiali di calcio, e futili gossip di vario tipo e genere hanno avuto la precedenza!
Patria Ingrata !!!

Silvano Narrante
Ultima Modifica: 22/06/2010 12:06 da Narrante.

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20/06/2010 09:21 #4927 da Giacinto-Matarazzo
Ciao Francesco, anch'io ho letto "AMEDEO" e "FACCETTA NERA".
Giusto come tu chiudi il tuo post e come ho scritto anche io,
non passi nel dimenticatoio.

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19/06/2010 17:31 - 22/06/2010 08:52 #4912 da Francesco
Gen. Amedeo Guillet detto: "SCIAITAN" - il Diavolo

Cummandar es Sciaitan ( Il Comandante Diavolo )
di Francesco Consolo

Cosa dire del generale , ambasciatore Guillet barone Amedeo ?
Si è detto tutto di questo antico cavaliere , eroe senza macchia .
Di lui ho letto le biografie “ Amedeo”di Sebastian O’Kelly e “ La guerra privata del Tenente Guillet “ di Vittorio Dan Segre ,nonchè “ Faccetta Nera “ di Arrigo Petacco ed alcuni vecchi articoli , fra i quali quello di Indro Montanelli ( amico e coetaneo ) che , duante la guerra italo-abissina ( 1935-36 ) con il grado di tenente ebbe il comando di una banda d’eritrei a cavallo .

Amedeo nacque a Piacenza nel 1909 da una famiglia nobile piemontese –capuana .frequentò l’Accademia Militare di Modena dalla quale uscì con il grado di sottotenente di Cavalleria del R.E.

Inizio’ il servizio di prima nomina a Pinerolo presso il 13° Reggimento “ Cavalleggeri di Monferrato “ , il cui motto era ”Semper ut quondam “.
A Pinerolo ,antica scuola d’equitazione militare , si distinse ad applicare il sistema naturale d’equitazione della cavalleria in guerra ideato dal livornese Cap. Federico Caprilli , sistema poi adottato dalle piu’ importanti cavallerie del mondo .
Venne scelto ,assieme ad altri tre colleghi , per partecipare perle gare equestri alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 , ma non vi partecipo’ in quanto impegnato con il suo reggimento nella campagna di conquista dell’Abissinia .

Partecipò alle seguenti campagne :

Guerra italo – abissina , come comandante di un plotone e partecipò alla battaglia di Selaclacà , nel corso della quale venne ferito ad una mano .

Nel 1937 venne inviato in Spagna per combattere contro il governo “democratico” filocomunista repubblicano .Nel corso di tale campagna partecipò alle battaglie di Teruel e Santander ,rispettivamente come comandante di un reparto carri armati della divisione corazzata “Fiamme Nere” e come comandante di un gruppo di cavalleria marocchina .

Nel 1938 , due anni prima dell’intervento italiano nella 2^ G.M. ,venne inviato nuovamente in A.O.I. , ove gli venne affidato il comando del Gruppo Bande Amhara ( con il semplice grado di Tenente , in luogo di quello di Colonnello ) consistente di circa 1700 cavalieri eritrei , etiopici ed yemeniti per contrastare le operazioni di guerriglia da parte dei ribelli fedeli al deposto Negus nella regione nord - ovest dell’Eritrea .
Le sue gesta divennero leggendarie ed oggetto , per invidia , di calunnie da parte di alcuni comandanti italiani di altri reparti .
La verità che Amedeo era coraggioso ed affrontava il nemico con sprezzo della propria vita .Nel contempo , trattava i suoi uomini con massimo rispetto ,conferendo a questi una dignità che altri negavano .
Stesso comportamento veniva adottato anche nei confronti dei prigionieri catturati e ,talvolta , di arruolarne alcuni nella propria Banda .
I suoi gregari e la truppa , proprio per il suo innato coraggio ,lo chiamavano “ CUMMANDAR ES SCIAITAN “,cioè Comandante diavolo .

Scoppiato il conflitto con gli inglesi ( che Dio li stramaledica ) e con i falsi cugini francesi ,Amedeo si distinse nella battaglia di Agordat , ove con la sua Banda evitò l’accerchiamento delle truppe italiane n ritirata verso questa cittadina costringendo gli inglesi a fermarsi nella piana tra Aicotà e Barentù .
Lo scontro fra la Banda e gli inglesi muniti dei noti carri Matilda fu immane : la carne contro il ferro . Amedeo e il suo vice il Ten. Togni affrontarono gli inglesi con spade ,lance e bombe a mano ,mettendo il nemico in difficoltà .Quest’ultimi restarono stupefatti per il coraggio e l’abnegazione del nemico italico .Nel corso di dette operazioni il Ten .Togni ( Medaglia d’oro al V.M. alla Memoria ) si sacrificò con il suo plotone di trenta cavalieri contro i Matilda ed i cannoni che sparavano ad alzo zero per permettere a Guillet di sganciarsi al fine di proteggere le truppe italiane in ritirata di riparare entro le mura di Agordat .
Ecco come commento’ il comandante inglese l’episodio (A. Petacco, “Faccetta nera", Edizioni Mondadori (Le scie) 2003 ) :
“Quando la nostra batteria prese posizione, un gruppo di cavalleria indigena, guidata da un ufficiale su un cavallo bianco, la caricò dal Nord, piombando giù dalle colline. Con coraggio eccezionale questi soldati galopparono fino a trenta metri dai nostri cannoni, sparando di sella e lanciando bombe a mano, mentre i nostri cannoni, voltati a 180 gradi sparavano a zero. Le granate scivolavano sul terreno senza esplodere, mentre alcune squarciavano addirittura il petto dei cavalli. Ma prima che quella carica di pazzi potesse essere fermata, i nostri dovettero ricorrere alle mitragliatrici “.
Quella battaglia decimo’ le forze di Amedeo Guillet .Tuttavià , sebbene fosse quasi appiedato , l’ardimentoso ufficiale ebbe modo di partecipare alle battaglie di Cochen e Teclesan ancor prima della caduta di Asmara del 1° aprile 1941 e successivamente di Massaua .
Ormai l’Eritrea era saldamente in mano ai figli di Albione .E nel sud dell’Impero i vessili tricolori sventolavano ancora sull’Amba Alagi ( Duca Amedeo d’Aosta ) ed a Gondar con i suoi ridotti
( Gen. Guglielmo Nasi ) .

Amedeo , ormai già Capitano , si rifugio’ con un centinaio di fedelissimi fra le montagne decidendo di continuare la sua guerriglia per tenere impegnate le forze inglesi in Eritrea , con il fine di non inviare rinforzi sul fronte libico-egiziano per contrastare le truppe italo-tedesche .

L’idea teoricamente non era balzana se non ci fossero stati i tradimenti e la mancata presa di Malta ,eventi quest’ultimi che ci portarono alla sconfitta di El Alamein e alla conseguente perdita del Nordafrica .
Lo Sciaitan inizio’ così la sua guerra “privata” contro i figli di Albione , come del resto afferma Vittorio Dan Segre : operazioni di sabotaggio , imboscate , distruzioni di strade ,ponti ,gallerie e depositi logistici ai danni degli inglesi .La faccenda per questi si stava rendendo seria e preoccupante ,trattandosi di un nemico invisibile dentro un fronte interno .
Centinaia di soldati inglesi erano alla ricerca spasmodica di un bianco con i suoi uomini nascosti e
protetti dai capi locali , anche quelli che non avevano nutrito particolari simpatie verso gli italiani .
L‘uomo , per costoro era lo Sciaitan : un mito .
Dopo , qualche tempo , visto che le sue truppe si stavano assottigliando e le armi scarseggiavano , comprese che la sua “guerra privata “ era giunta al capolinea , sciolse quello che restava della gloriosa Banda , raggiunse Massaua .Dopo molte traversie travestito da arabo e con mezzi di fortuna si imbarcò su un sambuco con destinazione lo Yemen ,ove dopo alterne vicende ,divenne uomo di fiducia dell’Iman dello Yemen .
Qui finisce l’avventura africana di un temerario che non esito’ mai a tirarsi indietro di fronte ai bisogni della Patria .Un uomo d’altri tempi , quasi un cavaliere del medioevo .

Ebbe il coraggio di raggiungere Massaua ed ottenere di essere imbarcato su una nave della Croce Rossa Italiana ,fingendosi un italiano malato di mente .Raggiunse Roma il 3 settembre 1943 ,venne promosso Maggiore e destinato ai servizi segreti .
Dopo il referendum del giugno 1946 ,essendo di fede monarchica , si dimise dall’esercito per non prestare giuramento alla nascente Repubblica .

Successivamente , dopo essersi laureato in Scienze Politiche , intraprese la carriera diplomatica .
E’ stato associato ,per molti anni , al Mai Tacli’ .Al riguardo ,qualche anno fa , ha partecipato ad uno dei raduni di Riccione ,ove venne accolto con simpatia e festeggiato .

Il giorno 16 u.s. , alla veneranda età di 101 anni , ha raggiunto il Paradiso deli Asmarini ed i suoi commilitoni .

Sia Gloria perenne alla sua Memoria e che la Patria non sia ingrata .
Ultima Modifica: 22/06/2010 08:52 da Francesco.

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