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GLI EUCALIPTUS 2

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11/06/2014 15:01 #22294 da Francesco
Argomento: TBC.
GIACINTO,non so chi ti ha informato, ma io ho le seguenti notizie:
a) quotidiani: Libero, Il Giornale ed il Giornale di Sicilia.
Inoltre, un mio parente( ufficiale di carriera) imbarcato su una di quelle navi.So anche che i militari contagiati sono sbarcati per ulteriori accertamenti.
EEA

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11/06/2014 14:49 - 11/06/2014 15:02 #22293 da Narrante
Giacinto lo zio di cui ho accennato nel post precedente, purtroppo fu dato per disperso e, malgrado le ricerche effettuate fra i pochi sopravvissuti, il corpo non fu più individuato.
Tutti furono concordi nel dire che nel grande trambusto seguito alle esplosioni e all'affondamento, molti furono visti aggrappati a tavole o a qualsiasi cosa che galleggiasse e consentisse un appiglio sperando nei soccorsi.
I soccorsi furono tardivi anche perché il fuoco nemico insisteva procurando altri danni e altri morti fra i sopravvissuti che tentavano di porsi in salvo.
I sopravvissuti dichiararono concordemente che non riuscivano a capire da dove provenisse il fuoco nemico.
Gli avvistamenti con strumenti ottici, non consentivano
di andare oltre la distanza ottica.
Questo mio zio (zio Nello) era il fratello di quello che frequentò l'Accademia con tuo babbo e che si chiamava Forte Ferri (Ferruccio). La notizia mia madre l'apprese tramite un cablo consegnatole direttamente da un ufficiale addetto alla Stazione della Radio Marina situata ad Amba Galliano dove all'epoca noi abitavamo.
Mi riservo di inserire una foto di zio Ferri in uniforme e se tu me ne procuri una del tuo papà, le metto insieme così li riuniamo nel ricordo.
Certo l'aver rinunciato ad allestire le principali navi con il Radar, consentì agli inglesi di poter spadroneggiare nel mediterraneo potendo avvistare e colpire a debita distanza di sicurezza le nostre corazzate.
Meglio non pensarci. Stessa sorte toccò a Marconi con la radio: le autorità cui sottopose la scoperta della radio, quasi lo derisero e, se non avesse avuto la madre inglese che lo esortò a presentare la sua invenzione in Inghilterra, il merito sarebbe andato tutto a Popov che i Russi tirarono fuori abilmente dal cappello del prestigiatore.
Zio Nello, quando morì aveva 28 anni. Era padre di un figlio che, causa la guerra non riuscì mai a conoscere.
Questo mio cugino, conservando la tradizione di famiglia gli fu messo il nome di Silviano, come il nonno paterno.
Anch'io avrei dovuto chiamarmi così, ma mia madre preferì abbreviarlo in Silvano. Difatti, un'altra cugina, nata dopo di me si chiama Silvana e abita tuttora a Lenola vicino a Fondi. Ha sposato un Ufficiale di Marina ormai in pensione col grado di Ammiraglio...
Ultima Modifica: 11/06/2014 15:02 da Narrante.

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11/06/2014 14:46 #22292 da Francesco
GIACINTO, mi sono accorto del post di Silvano. Il libro conferma quello che ho gia' scritto.
EEA

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11/06/2014 14:40 #22291 da Francesco
Ciao GIACINTO,
per quanto riguarda la prima parte del tuo post, ovvero quella relativa ai “migranti”( per me non lo sono), vale il post che inviero’ a Silvano.
Invece per la parte che riguarda la R.Marina non sono d’accordo con quanto affermi. L’autore di Navi e Poltrone e di altri libri-inchiesta, il Ten. Col. Pilota della R.Aereonautica Antonino Trizzino, mio conterraneo, essendo nato a Bivona ( Ag), conosciuto qualche anno prima della sua morte , venne espulso dal Corpo nel 1938 per diverbi con i papaveri circa una sua invenzione.Divenne giornalista e scrittore e , nell’immediato dopoguerra , fece alcune inchieste sui papaveri della R.Marina: scrisse la verita’e dimostro’ anche intelligenza con il nemico per alcuni ammiragli. Due dei quali Campione e Mascherpa ( arresasi subito nel Dodecanesimo) vennero fucilati nella RSI. L’amm. Maugeri e Pavesi, rispettivamente comandanti delle basi di Augusta e Pantelleria, senza sparare un colpo di cannone della difesa costiera, consegnarono le basi al nemico.Questi erano i nostri signori ammiragli.Di tutti questi papaveri traditori che hanno disonorato la ns R.M.,solo uno mori’ da eroe, l’agrigentino Ammiraglio di Divisione Antonio Toscano, medaglia oro al VM.Nella notte di Santa Lucia del 1941 con la sua divisione di incrociatori ( Da Barbiano e Da Giussano)venne sorpreso da 6 C.Torpediniere inglesi al largo di Capo Bon ( Canale di Sicilia).I signori papaveri vollero che le grandi unità da battaglia traspostassero da Taranto, passando per Palermo,in Libia un carico di carburanti per aerei e carri armati.
Gli inglesi vennero informati di tutto tesero un agguato ove morirono orribilmente 1800 marinai. Se ne salvarono solo 500 raccolti dalla Torpediniera Cigno e dai pescatori tunisini.L’ammiraglio resto’ su una delle navi ( l’altra era gia’ affondata) e volle morire con essa, seguendo un antico usanza della Marina.
Dello scrittore, conosciuto a Roma negli anni ’60, sono stato e sono amico e collega di un suo parente omonimo; il figlio è stato, negli anni novanta, direttore generale dell’INPS.Trizzino, in uno dei suoi numerosi libri, parla pure della storia del radar che non è la tua versione dei fatti. Stavo dimenticando di scrivere che il Trizzino, per i suoi scritti, denigratori secondo il min. della Difesa , venne querelato, ma assolto iin Appello con formula piena.
Giacinto, mi dispiace contraddirti, ma la storia del radar e’ la seguente ( puoi controllare anche, per farla breve, su Wikipedia).
I precursori furono: nel 1904 l’ing. tedesco Hülsmeyer; nel 1917 Nikol Tesla, un ingegnere serbo naturalizzato statunitense ed,infine, il ns G. Marconi che propose ad un gruppo di militari un radiotelemetro nel 1922 , ancor prima della Marcia su Roma. Ma il progetto non ando’ in porto perche’, secondo gli ammiragli papaveri, mancavano i fondi, pur sapendo che inglesi e tedeschi erano sul punto di realizzarli.Dopo la disfatta di Matapan alcuni radar tedeschi vennero istallati su alcune corazzate.Contemporaneamente venne dato impulso al radiotelemetro, che venne chiamato Gufo. Ma ormai era troppo tardi.
Il telemetro è uno strumento ottico che misura la distanza fra un cannone od obice dell’artiglieria terrestre o navale e l’obiettivo da colpire. Io l’ho usato.
Il telemetro,in miniatura è anche istallato nelle moderne macchine fotografiche e nei binocoli.
Oggidi’, tali strumenti sono stati superati con i raggi laser. Mio figlio, l ‘architetto, possiede un puntatore di distanze con il laser.
EEA

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11/06/2014 14:15 #22290 da Giacinto-Matarazzo
E' vero Silvano. E' proprio un detto delle nostre parti. "fa' bene e squordete, fa' mal e pensace". Ma oggi caro Silvano chi lo osserva più un detto simile. Stiamo veramente toccando il fondo. Anche il comandante della G.d.F. di Livorno arrestato. Ma poi è tutto vero quel che dice il governo ? Proprio ieri un mio amico commercialista al quale chiesi se negli stipendi agli operai che prepara per alcune ditte di Gaeta suoi clienti, avesse inserito i famosi 80 euro propagandati da Renzi. Risposta <mai ricevuto disposizioni per tale aumento>. Parole, parole, parole, cantava Mina. Al grande Dante Alighieri fu dato l'appellativo di "fiorentin fuggiasco" in quanto destinato all'esilio, e a questo "bambolotto fiorentino con col pisellino in bocca",(per carità, con tutto il rispetto per i fiorentini) che appellativo dobbiam dare ? "fiorentin pagliaccio"? Povera Italia e povere nuove generazioni.

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11/06/2014 13:51 - 11/06/2014 13:55 #22289 da Giacinto-Matarazzo
SILVANO e anche diversi marinai e ufficiali di Gaeta erano su quelle navi, così come sulla corazzata "ROMA". Mio padre ricordava di avere avuto proprio l'Amm.Cattaneo, istruttore in Accademia Navale a Livorno nel 1922. Bravo e grazie di aver pubblicato quel link sulla storia del radar. Le invidie sono state sempre il pezzo forte fra esponenti delle nostre forze armate. Così come il fatto di non avere creduto in una aviazione di marina. I grandi papaveri dicevano l'Ialia per natura è una portaerei sul Mediterraneo. Grandissima cazzata.
Quando Mussolini ordinò che anche gli aerei potessero lanciare i siluri e così nacquero gli idrovolanti trimotori Savoia-Marchetti, l'aviazione pretese che a bordo, e unicamente per il lancio dei siluri, in quanto arma specifica della marina e non dell'aviazione, facessero parte due ufficiali di marina i quali non abituati alle acrobazie degli aerei venivano derisi dai colleghi piloti. Mio padre prima di andare a Massaua dovette seguire a La Spezia uno di quei corsi. Certamente un'esperienza tremenda. Ma di quale zio parli ? Quello che fu compagno di corso in Accademia con mio padre ?
E cosa ne è stato, si salvò ?
Ciao
Ultima Modifica: 11/06/2014 13:55 da Giacinto-Matarazzo.

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