GL I EUCALIPTUS

Cara Wania,
permettimi di commentare alcuni concetti riportati sul tuo scritto.
S.G.I per il loro viaggio in Eritrea avranno speso una consistente cifra per portare in viaggio un gruppo di "studiosi". Quanti bimbi eritrei avrebbero potuto beneficiare se la stessa somma fosse stata data a loro?
Il viaggio degli "studiosi" si propone di " fornire un quadro delle missioni di cooperazione...." Tieni presente che tutte le missioni umanitarie, di qualsiasi nazionalità fossero, sono state allontanata dal paese guidato da Bocca d'oro.
Altro, ....di possibili strategie future per dare vigore allo sviluppo.....Questo è quello che molti "asmarini" hanno sperato alla fine della guerra di liberazione, pronti a tornare sulla terra rossa dell'Hamasien, ri-investire i loro denari e portare benessere, spinti da quell'amore enorme che nutriamo per loro e che loro non meritano.
"Il governo di liberazione" ha rifiutato ogni ingresso ed aiuto, anzi, ha messo in castigo quei pochi che sono ancora là.
Gli eritrei, fatta eccezione per i pochi, non vogliono nessuno, non hanno bisogno di aiuto esterno, in particolare da noi nostalgici! Gli esempi sono numerosi e di diretta e personale esperienza.
Riporto alcuni commenti presi da " Eritrea today"
Eritrea: the African North Korea which thousands will risk anything to escape
Every year, many thousands of Eritreans go to extraordinary lengths to escape their country and start new lives elsewhere. This small nation in the Horn of Africa, with less than 6 million people, is one of the world’s biggest providers of desperate refugees.
There is no civil war in Eritrea: its people flee because their isolated homeland could pass as an African version of North Korea. Like the Kim regime in Pyongyang, President Isaias Afewerki keeps Eritrea on a permanent war-footing.
Most adults are conscripted into the army or forced to perform compulsory labour of some kind. Today, one Eritrean in every 20 serves in a bloated army with 320,000 soldiers.
Mr Isaias justifies this eternal mass mobilisation by claiming that neighbouring Ethiopia is scheming to re-conquer Eritrea. Just as the fictional state of “Oceania” was always at war in George Orwell’s “1984”, so Mr Isaias presents his repression as essential to guarantee the survival of the nation against outside enemies.

Ho conosciuto l'Ambasciatore Eritreo S.E. ZEMEDE TEKLE ma non ho ascoltato il suo intervento perché avevo il treno e sono dovuta venir via prima che tutto finisse. Mi farò raccontare dalle Amiche cosa ha detto. Mancava invece il nostro Ambasciatore Italiano S.E. MARCELLO FONDI che pure era atteso ma...è rimasto a casa (mi sembra in Umbria) accanto alla moglie che proprio ieri stava per partorire Ho salutato Gigi Ramponi, che ha fatto una visitina rapida, scambiato due parole con Alfredo Guillet, figlio del nostro Amedeo Guillet e conosciuto una nuova persona consigliera ANRRA Gruppo Roma, signora Luigia Cagnetta. MI sono riempita gli occhi e il cuore della nostra amata Terra Rossa proiettata su un enorme schermo con sottofondo di musichina eritrea dallo struggente richiamo.....ripeto, sono stata bene! E non è mancato un saluto da Massaua, una lettera di Protasio letta da Armando Lazzarini

SILVANO ma lo sai che il tuo calendario l'ho incontrato perdavvero? andava a cercare Ghindino, voleva essere portato da lui , da Ghindino, costì da te! ma sarà poco grullo il tuo calendario? Ma![justify][/justify]

[justify]Splendida giornata ieri a Roma, e per il clima mite, e per le argomentazioni dei relatori, e per le attenzioni che le amiche asmaro/romane hanno riservato a me che ero amica foresta! ! Sono stata bene!
L'incontro si è svolto alla SOCIETA' GEOGRAFICA ITALIANA S.G.I. che nel novembre 2013 fece un viaggio in Eritrea insieme al nostro Armando Lazzarini, accompagnatore e guida.


]Dall'escursine scientifico-culturale della S.G.I., svoltasi in Eritrea nel novembre scorso è nata l'idea di questa giornata di studio, col fine di dibattere dell'attuale condizione culturale, sociale ed economica del paese del Corno d'Africa, di riportare le impressioni di viaggio, di fornire un quadro delle missioni di cooperazione culturale e sanitaria e, in fine, di proporre e discutere di eventuali possibili strategie future per dare vigore allo sviluppo di quella parte d'Africa. L'Eritrea ha un passato fortemente caratterizzato dalla presenza italiana, che ha dato forma alle sue principali città e, non da ultimo, fornito gli imput culturali per una comune identità nazionale, che si è espressa poi nella guerra di liberazione e che l'attuale governo incarna appieno.Proprio da tale presenza italiana, oggi ricordata da molti Eritrei e dagli stessi rapporti con l'Italia, che si estrinsecano in diversi settori, può forse ripartire l'economia e lo sviluppo del paese africano principale oggetto di questa giornata di studio e dibattito.[/justify]

Buongiorno AnnaMary,
Intendi dire che Carlo, in un tale frangente non aveva neppure il tempo di poggiare i tacchi a terra! Praticamente: volava!
Lo credo bene! Ho ritenuto opportuno citare il "Giratacchi" in quanto al momento è di grande attualità nel "MaiTaclì-Forum"...e quindi il Silvano cerca di...adeguarsi...
Ma Carlo, camuffandosi in falco volava...volava...nel blù dipinto di blù...felice di stare lassù!....e chi lo ferma più!

non è girare i tacchi,in una situazione del genere è non posarli proprio a terra non ti sembra Silvano