Attività ricreative ad Asmara negli anni 50

IL CIRCOLO “MARIO VISINTINI” 

Chi è vissuto in Eritrea dal 1950 in poi non può non ricordare il Circolo Visintini, la sua dinamica attività, l’entusiasmo dei suoi ragazzi. Il Visintini è stato per anni il fulcro catalizzatore della gioventù italiana dell’Asmara e si è affiancato al CUA nel mantenere unita la nostra comunità e nel portare avanti quel concetto di Patria di cui noi poveri residuati di guerra avevano tanto bisogno. Sono stato uno dei fondatori del Visentini e ricordo ancora con nostalgia le lunghe riunioni per buttare le basi del Club: con me ed Ugo Macaluso. Sette in tutto, i magnifici sette...

Fu stabilito di orientarci verso i giovani (anche noi avevamo 18 anni), per ricordare l’eroe più fulgido della guerra d’Eritrea, uno dei simboli più belli della resistenza italiana, colui che è stato definito il Baracca della seconda guerra mondiale. Fu cercata e trovata una sede, in viale Garibaldi, in alcuni saloni a lato del Bowling concessi dal buon Nicola che certamente tutti ricordano con simpatia.

E così il 30 maggio 1951 fu ufficialmente inaugurato il Circolo, alla illustre presenza del dott. Di Meglio, presidente della Casa degli italiani. Il successo fu immediato, totale, e la partecipazione talmente alta da mettere in crisi il comitato di accettazione, incaricato di vagliare le domande di iscrizione. Visintini in poco tempo divenne il più frequentato circolo d’Asmara (si raggiunsero quasi i mille soci), certamente il più vivo, il più attivo.

Ai fondatori si affiancarono con entusiasmo molti altri, da Tinghino (per anni il “Presidente”), a Caravita (il segretario modello), da Piazzalunga a Milani, da Mastropaolo a Sfiligoi, dai fratelli Bono a quelli Toni, da Castaldo a Marcheggiano, da Gianni Cinnirella a Pippo Boscarino, da Milani a Torriani, a Fragale, a Cicogna, a Bullian, Zuccarello, e così via, con molte scuse ai tantissimi non citati in questa breve storia. Se dovessi riassumere tutte le iniziative del Visintini non basterebbe l’intera serie del Mai Taclì 1982, per cui mi limito a sintetizzare al massimo.

  

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Elezione della “Bella del Gruppo” Visintini. La foto scattata

nell’occasione e la copia di un ritaglio del giornale nel quale

potrete leggere il resoconto della serata.

 

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 Il blocco difensivo della squadra del “Visintini”

al Campo Cicero. Da sinistra: Oliviero, Casin, Palandri;

Fantozzi, Combi e Mazzanti.

 

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La Famosa Troupe de la “Mefles Cinematografica” dopo il film

“Il rancho de le muerte”: Si riconoscono i famosi attori, da

sinistra: Filpi, De Giacomi, Tinghino, la fasmosa attrice Della

Valle, il regista Rizza, Sfiligoi. A terra: Lopez e Spadoni

 

Feste da ballo, con tanto di elezione annuale della Miss (ricordo tra le altre la Paravisi e la Pupin), gite sociali un po’ dappertutto, con puntate di caccia grossa a Rasputin ed al Setit, escursoni turistiche ad Axum ed Adua, cacce al tesoro automobilistiche, podistiche, notturne. E poi attività sportiva sviluppatissima: la squadra di calcio, vincitrice del campionato di seconda divisione, quella ciclistica dominatrice della categoria allievi, il tiro al volo, l’atletica con Amara, Moroni ed altri a lottare sino in fondo con i campioni nativi della traversata di Asmara, per finire al ping-pong con i fratelli Fenili e - modestamente - Spadoni dominatori incontrastati della situazione.

Ma non è finita: ogni giorno al Visentini nasceva un’idea nuova, una sfida, uno spettacolo, il tutto inframmezzato da elezioni democratiche, da riunioni culturali, dalla commovente corrispondenza çon la mamma di Mario Visintini (madre anche di Licio Visintini, altra gloriosa medaglia d’oro, con i “maiali” della X mas), dalle graditissime visite pastorali di Mons. Marinoni, vescovo dell’Eritrea, dalla costante raccolta di offerte per atti di solivarietà verso chi ne aveva bisogno. Il Circolo poi ad un certo punto si spostò in una nuova sede più bella e più centrale, di fronte al cinema Impero; e fu un moltiplicarsi di altre iniziative interne ed esterne.

Nacque la “grandi spettacoli (!) Rizza & Spadoni” che diede vita a “Lascia e Raddoppia”, “Rosso,e Nero”, per finire alla rivista “Un siciliano a Parigi” che si replicò ripetutamente in un esauritissimo Teatro Santa Cecilia. Senza dimenticare poi una seconda rivista di altrettanto successo, ad opera principalmente di Toni e Cusinato. Sfide con tutti gli altri Circoli, in particolare col CUA, con cui noi del Visintini ci sentivamo legati ed affratellati (in molti avevamo la doppia tessera).

Rammento tra l’altro la sfida tra cacciatori che si risolse proprio con la vittoria del CUA mentre le nostre allenatissime doppiette non avevano dubbi sul risultato... Ma fu solo un episodio perché il Visintini mieteva successi a ripetizione ovunque si cimentava. Ed in sede la vita era dinamica: i tragicomici films della Mefles Cinematografica (‘Il rancho de la muerte’, ‘L’urlo del cadavere’), gare di tiro a segno, tornei di ping-pong, campionati di boccette, addirittura un’orchestrina ed una incosciente corsa notturna sui carrettini sino al Dorfu.

Per anni ed anni quindi il Visintini è stato un po’ il “cuore” della gioventù italiana dell’Eritrea ed è servito a tenerla unita, a dare quell’educazione spirituale e morale di cui avrebbero tanto bisogno i ragazzi del giorno d’oggi. Mi auguro che qualcun altro, magari più documentato, si affianchi a me nella rievocazione del Visintini, anche perché conosco solo per sentito dire i suoi ultimi tempi, la unificazione col CUA e la sua lenta inesorabile fine con il moltiplicarsi dei rimpatrii.

Certo che il Gruppo Giovanile Mario Visintini è stato una bella realtà, un ambiente sano, simpatico, dove i nostri genitori sono stati felici e contenti di vederci inseriti. Se e quando qualcuno scriverà una storia di Asmara non potrà non fare larghe citazioni del nostro circolo e non potrà non ricordare come ogni anno in occasione della morte di Mario Visintini la Chiesa degli Eroi si riempiva di giovani in preghiera e come gli stessi giovani il giorno dei morti si alternavano come picchetto d’onore attorno alla sua tomba piena di fiori.

Sopra l’elica di un vecchio Caccia in bella mostra sulla parete principale della nostra sede appariva la scritta “Nel cielo degli eroi sorge l’aurora”. Ebbene,

con orgoglio, lasciatemi dire che il Gruppo Mario Visintini ha un po’ rappresentato per i giovani dell’Eritrea una piccola aurora in un mondo sempre più alieno ai sentimenti e sempre meno incline alla solidarietà.

Gianfranco Spadoni

(Mai Taclì N. 5/6 -1982)