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Sognando...le isole Dahlak... |
18/11/2013 15:53 #20348
da wania
[justify]Ciao CARLO il mio pensiero e una preghiera al tuo amico Maurizio, "Signore del Mar Rosso".[/justify]
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18/11/2013 12:25 - 19/11/2013 10:53 #20345
da Narrante
Ultima Modifica: 19/11/2013 10:53 da Narrante.
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- Carlo Di Salvo
18/11/2013 10:40 #20344
da Carlo Di Salvo
Carissimi Asmarini e Massauini, solamente sabato 16 novembre ad una cena per il compleanno della mia Gabriela al ristorante eritreo "Dahlak" di Padova, chiedendo notizie di u n mio carissimo amico ho appreso la ferale notizia che ci ha lasciati, "Maurizio Pazzelli" asmarino innamorato del Mar Rosso, delle Dahlak e dell'Eritrea è scomparso nel Suo Mare, il 28 aprile di quest'anno, a 30 miglia a nord delle Dahlak in alto mare, cercando di recuperare un albero perso durante una tempesta del suo "Boreas of Kathalina" si immergeva con la bombola alla profondità di 50 metri senza fare più ritorno in superficie, vane sono state le sue ricerche, Maurizio era stato preso per sempre dal "Suo Mare".
Aveva iniziato a navigare tra le Dahlak con il caicco turco "Nobile" portando tra le meraviglie di quel mare i turisti che andavano in cerca della natura selvaggia ed incontaminata di quell'arcipelago che tutti noi vissuti in Eritrea sognavamo anche se lo avevamo in piccolissima parte visitato con qualche "Sambuco", in seguito a causa di disaccordi con il governo eritreo si era trasferito nel vicino Yemen, portando questa volta con il due alberi " Boreas of Katalina" i turisti tra le isole Camaran, questa attività purtroppo veniva interrotta però a causa delle frequenti azioni di pirateria somala nella zona che metteva in pericolo la vita della stessa imbarcazione, a quel punto Maurizio si era messo a Gibuti al servizio delle unità di difesa contro la pirateria, proprio durante una di queste operazioni accadde che durante una tempesta il suo vascello perdeva in alto mare un suo albero, cercando di recuperarlo il Mar Rosso se ne impossessava abbracciandolo per sempre, Maurizio naviga ancora tra le meraviglie del "Giardino di Allah" che ha tanto amato.
Ciao Maurizio non potrò mai dimenticare i giorni trascorsi con te sul Nobile, non eri solo il comandante eri un vero "Signore del Mar Rosso".
Aveva iniziato a navigare tra le Dahlak con il caicco turco "Nobile" portando tra le meraviglie di quel mare i turisti che andavano in cerca della natura selvaggia ed incontaminata di quell'arcipelago che tutti noi vissuti in Eritrea sognavamo anche se lo avevamo in piccolissima parte visitato con qualche "Sambuco", in seguito a causa di disaccordi con il governo eritreo si era trasferito nel vicino Yemen, portando questa volta con il due alberi " Boreas of Katalina" i turisti tra le isole Camaran, questa attività purtroppo veniva interrotta però a causa delle frequenti azioni di pirateria somala nella zona che metteva in pericolo la vita della stessa imbarcazione, a quel punto Maurizio si era messo a Gibuti al servizio delle unità di difesa contro la pirateria, proprio durante una di queste operazioni accadde che durante una tempesta il suo vascello perdeva in alto mare un suo albero, cercando di recuperarlo il Mar Rosso se ne impossessava abbracciandolo per sempre, Maurizio naviga ancora tra le meraviglie del "Giardino di Allah" che ha tanto amato.
Ciao Maurizio non potrò mai dimenticare i giorni trascorsi con te sul Nobile, non eri solo il comandante eri un vero "Signore del Mar Rosso".
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- Carlo Di Salvo
28/09/2013 12:23 - 28/09/2013 12:29 #19704
da Carlo Di Salvo
Sonia carissima ti ringrazio del buon piatto di spaghetti alle vongole, so che ti piace cucinare, anch'io da buon palermitano mi piace cucinare con ricette della Palermo mediterranea che mia mamma mi insegnava.
Te ne do una semplice e sbrigativa, tante volte al momento di fare la pastasciutta non sappiamo come condirla ed ecco una ricetta:
Su una ampia padella versa un bel po di pan-grattato senza aggiungere nulla lo fai abbrustolire sul fuoco, ricordati di mescolare sempre con un cucchiaio di legno con la punta retta, fino a quando diventa biondo, lo scendi dal fuoco, rimescola sempre fino a quando la padella si raffredda un po, forma come un piccolo vulcano spento nella padella fredda, poi a parte in un tegamino sciogli nell'olio extra vergine d'oliva bollente 5 o 6 filetti di acciuga sott'olio fino a spappolarli, bada non devono soffriggere, quando saranno ridotte in poltiglia versa il tutto nel pan-grattato, amalgama il tutto rimescolando ben bene. Lo metterai in un vasetto di vetro in frigo.
Quando non sai come condire la pastasciutta non ti preoccupare verserai un po di olio extra vergine sulla pasta tirerai fuori il vasetto del pan-grattato e ne getterai un 2 o 3 mezzi cucchiai sulla pasta, rimescola e buon appetito, si può aggiungere se vuoi anche la salsa di pomodoro.-
Te ne do una semplice e sbrigativa, tante volte al momento di fare la pastasciutta non sappiamo come condirla ed ecco una ricetta:
Su una ampia padella versa un bel po di pan-grattato senza aggiungere nulla lo fai abbrustolire sul fuoco, ricordati di mescolare sempre con un cucchiaio di legno con la punta retta, fino a quando diventa biondo, lo scendi dal fuoco, rimescola sempre fino a quando la padella si raffredda un po, forma come un piccolo vulcano spento nella padella fredda, poi a parte in un tegamino sciogli nell'olio extra vergine d'oliva bollente 5 o 6 filetti di acciuga sott'olio fino a spappolarli, bada non devono soffriggere, quando saranno ridotte in poltiglia versa il tutto nel pan-grattato, amalgama il tutto rimescolando ben bene. Lo metterai in un vasetto di vetro in frigo.
Quando non sai come condire la pastasciutta non ti preoccupare verserai un po di olio extra vergine sulla pasta tirerai fuori il vasetto del pan-grattato e ne getterai un 2 o 3 mezzi cucchiai sulla pasta, rimescola e buon appetito, si può aggiungere se vuoi anche la salsa di pomodoro.-
Ultima Modifica: 28/09/2013 12:29 da Carlo Di Salvo.
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28/09/2013 06:03 #19687
da Nocerino
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- Carlo Di Salvo
16/09/2013 16:30 #19521
da Carlo Di Salvo
Tutti voi immagino aspettiate la storia del Prete Janni da me con l'arrivo della flotta portoghese nel 1520 nella baia di Archico. Per carità non comprate il libro di Robert Silverberg, uno scrittore di fantascienza che ha scritto un guazzabuglio di storie tirate fuori da quelle del medio-evo quando ancora si confondeva l'Africa con l'Asia e con l'India, persino Marco Polo nel suo "Milione" aveva tirato a se la storia del Prete Janni ponendola in Asia ai confini con la Cina. Chiudo qua questo preambolo ed inizio la storia affascinante del Prete Janni imperatore di un regno cristiano che maggiormente si avvicina alla realtà dei fatti.
Questa storia ha inizio nel 1165 quando in gran parte delle corti europee e del Vaticano circolò una lettera inviata da un misterioso Prete Imperatore di un regno cristiano noto con il nome di Prete Janni.
In quella lettera, vantando la sua potenza, le sue ricchezze da buon cristiano qual'era, metteva a disposizione dei cristiani le sue armate per liberare la Terra Santa dal dominio musulmano.
Premetto che 5 anni prima di questa lettera, cioè nel 1160 giungeva a Gerusalemme un giovane principe etiopico di nome Lalibelà, il quale vi era stato inviato dalla regina madre per evitare che il fratellastro Harbai, allora sul trono d'Etiopia nella città di Roha, lo facesse uccidere per gelosia. La lettera quindi che nel 1165 circolò nelle corti europee era stata sicuramente inviata da Harbai.
Nel 1177 Papa Alessandro III risponde ancora ad una lettera del Prete Janni il quale chiedeva un altare nella chiesa del Santo Sepolcro, richiesta allora negata.
Ma rimase comunque nel medio-evo il mistero dell'ubicazione esatta del regno del Prete Janni, chi lo poneva in Asia chi in Africa, solo quando le flotte portoghesi, superando il Capo di Buona Speranza raggiungendo l'India ed a penetrare nel Mar Rosso si iniziarono a disegnare le carte del Mar Rosso, solo da allora si poté distinguere l'ubicazione dell'Etiopia.
Fino al 1509 comunque durò il mistero dell'ubicazione del regno del Prete Janni, quando la regina Elena reggente allora il trono d'Etiopia per conto del nipote Lebna Denghel inviò un'ambasceria al re del Portogallo Emanuele, a capo di tale ambasceria vi era un cristiano armeno di nome Matteo, uomo colto che parlava il greco e le lingue dell'Etiopia, costui era latore della stessa regina la quale chiedeva l'appoggio del Portogallo contro i Mori, capitanati da un crudele condottiero di nome Gragn.
Il re Emanuele rispose inviando una flotta capitanata da Odoardo Galvao della quale faceva parte il padre gesuita Francisco Alvarez, essa partì dal Portogallo nell'aprile del 1515 riportando con se il latore della lettera Matteo; la flotta raggiunse Coccin in India e quì la missione si imbarcò nella flotta comandata da Lopo Suarez, a bordo della quale vi era anche il fiorentino Andrea Corsali.
La flotta, partita da Goa l'8 febbraio 1516 compì una lunga campagna nel Mar Rosso, prese a saccheggio Zeila ma, nonostante toccasse le isole Dahlak e la vicina costa, non poté sbarcare Matteo né avere accesso al territorio etiopico, essendo poi morto il comandante Odoardo Galvao nell'isola di Camaran, la flotta fece ritorno in India.
Il tentativo di raggiungere i porti etiopici, ossia il paese del Prete Janni, fu ripetuto, questa volta con successo, il 2 gennaio 1520 partendo da Coccin, essendo allora governatore dell'India Diego Lopez Sequeira, la flotta nel mese di aprile raggiungeva Maczua (Massaua), da quì avrebbe avuto inizio il viaggio all'interno dell'Etiopia durato 6 anni e precisamente dal 1520 al 1526, viaggio narrato da Francisco Alvarez per conto del re Emanuele in un diario che a distanza di 487 anni, ancora oggi sembra una guida turistica dell'Etiopia, vi dirò in seguito perché. (continua).
Questa storia ha inizio nel 1165 quando in gran parte delle corti europee e del Vaticano circolò una lettera inviata da un misterioso Prete Imperatore di un regno cristiano noto con il nome di Prete Janni.
In quella lettera, vantando la sua potenza, le sue ricchezze da buon cristiano qual'era, metteva a disposizione dei cristiani le sue armate per liberare la Terra Santa dal dominio musulmano.
Premetto che 5 anni prima di questa lettera, cioè nel 1160 giungeva a Gerusalemme un giovane principe etiopico di nome Lalibelà, il quale vi era stato inviato dalla regina madre per evitare che il fratellastro Harbai, allora sul trono d'Etiopia nella città di Roha, lo facesse uccidere per gelosia. La lettera quindi che nel 1165 circolò nelle corti europee era stata sicuramente inviata da Harbai.
Nel 1177 Papa Alessandro III risponde ancora ad una lettera del Prete Janni il quale chiedeva un altare nella chiesa del Santo Sepolcro, richiesta allora negata.
Ma rimase comunque nel medio-evo il mistero dell'ubicazione esatta del regno del Prete Janni, chi lo poneva in Asia chi in Africa, solo quando le flotte portoghesi, superando il Capo di Buona Speranza raggiungendo l'India ed a penetrare nel Mar Rosso si iniziarono a disegnare le carte del Mar Rosso, solo da allora si poté distinguere l'ubicazione dell'Etiopia.
Fino al 1509 comunque durò il mistero dell'ubicazione del regno del Prete Janni, quando la regina Elena reggente allora il trono d'Etiopia per conto del nipote Lebna Denghel inviò un'ambasceria al re del Portogallo Emanuele, a capo di tale ambasceria vi era un cristiano armeno di nome Matteo, uomo colto che parlava il greco e le lingue dell'Etiopia, costui era latore della stessa regina la quale chiedeva l'appoggio del Portogallo contro i Mori, capitanati da un crudele condottiero di nome Gragn.
Il re Emanuele rispose inviando una flotta capitanata da Odoardo Galvao della quale faceva parte il padre gesuita Francisco Alvarez, essa partì dal Portogallo nell'aprile del 1515 riportando con se il latore della lettera Matteo; la flotta raggiunse Coccin in India e quì la missione si imbarcò nella flotta comandata da Lopo Suarez, a bordo della quale vi era anche il fiorentino Andrea Corsali.
La flotta, partita da Goa l'8 febbraio 1516 compì una lunga campagna nel Mar Rosso, prese a saccheggio Zeila ma, nonostante toccasse le isole Dahlak e la vicina costa, non poté sbarcare Matteo né avere accesso al territorio etiopico, essendo poi morto il comandante Odoardo Galvao nell'isola di Camaran, la flotta fece ritorno in India.
Il tentativo di raggiungere i porti etiopici, ossia il paese del Prete Janni, fu ripetuto, questa volta con successo, il 2 gennaio 1520 partendo da Coccin, essendo allora governatore dell'India Diego Lopez Sequeira, la flotta nel mese di aprile raggiungeva Maczua (Massaua), da quì avrebbe avuto inizio il viaggio all'interno dell'Etiopia durato 6 anni e precisamente dal 1520 al 1526, viaggio narrato da Francisco Alvarez per conto del re Emanuele in un diario che a distanza di 487 anni, ancora oggi sembra una guida turistica dell'Etiopia, vi dirò in seguito perché. (continua).
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