Massua e massuini (al-asliin)
A partire dal 1530 sino alla prima decade del 1800 Massaua fu parte dell' impero ottomano. Gli egiziani tennero il dominio del porto sino al 1840 quanto fu ripreso dagli ottomani e dato in controllo amministrativo a Jiddah. Questa amministrazione terminò nel 1863 e quindi ripresa dall'Egitto. L'Italia entrò pacificamente in Massaua il 5 Febbraio del 1885, quando sbarcarono 1500 Bersaglieri al comando del colonnello Tancredi.
In quel periodo era scoppiata nel vicino Sudan la rivolta guidata da Muhammad Ahmad ibn al-Sayyid, detto al- Mahdi, contro la dominazione angolo-egiziana del suo paese. Il capo religioso morì di febbre tifoide ad Omdurman il 22giugno del 1885 ma non prima di fondare lo stato islamico sudanese con a capo il suo successore, al-khalifa Adb-Allah al- Ta'aysh.
Gli italiani occuparono una città in tutto e per tutto araba nella sua organizzazione amministrativa e commerciale scoprendo che anche culturalmente grandi erano le affinità con le popolazioni della sponda orientale del Mar Rosso e dei porti vicini della costa sudanese.
Dall'altra parte non poteva essere altrimenti, visto che quasi quotidianamente entravano in porto, dhau provenienti da Jiddah, Al Hudaydah e sambuq da Sawakin (1) e Assab e dall'arcipelago delle Dahlak.
I nostri connazionali trovarono un tribunale islamico (al-mahkama al shar'iyya) molto efficiente dove l'archivio era ricco di centinaia di registri a partire dall'anno 1560.
Su detti registri venivano annotati gli eventi della vita sociale, quali nascite, morti, matrimoni, transazioni economiche, acquisizione di terreni e fabbricati, aperture di scuole e moschee, ecc.
La città portuale fu anche centro di importanti confraternite mistiche, (turuq sufiyya), in particolare qui si desidera ricordare la khatmiyya.
Questa via o sentiero ( tariqah ) aveva centri di insegnamento nel Hijaz, in Sudan a Kassala e ovviamente in Eritrea. A Massaua una donna, discendente di Muhammad ‘Uthman al-Mirghani, la Sceriffa Haleuia al Mirghani, ricoprì un ruolo importantissimo per la sua comunità musulmana e tenne ottimi rapporti con gli italiani. (2)
Fu ricevuta a Roma dal Duce, Benito Mussolini.
Il sufismo ha avuto un ruolo importantissimo nella diffusione dell’Islam dall’Africa all’Estremo oriente ed oggi da noi, concependo il mondo come dar al-da’wa , terra di missione. Spesso i sufi erano anche esperti commercianti e là dove andavano e vanno, costituivano delle stazioni commerciali e colonie agricole, zawiya con fitte reti delle più svariate attività che garantivano il loro sostentamento e coprivano i costi del loro proselitismo. Un valido esempio di attività agricola organizzata dai sufi è senz’altro la colonia collettiva sudanese, detta khalwa; un po’, se si vuole, come i kibbutz israeliani.
Agau del Semien
(1)- In lingua Begia: u suk, in arabo suq ,il mercato. Per gli arabi, città abitata da tutti i jinn. Infatti si pensa che Re Salomone avesse lì imprigionato tutti i jinn del mondo. Il porto è anche ricordato come "Il vecchio porto o il porto di altri tempi" , in arabo: mina min zaman.
(2)- Si ritornerà sull'argomento circa gli ottimi rapporti intercorsi tra le genti islamiche della Colonia e le Autorità Italiane.