In Italia prelati e presidi vorrebbero rinnegare le nostre tradizioni Cristiane.
Scrive Paolo ai Corinzi:
“E mentre i Giudei chiedono miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma… potenza di Dio e sapienza di Dio”
Alcuni giorni orsono ho udito in televisione un preside - o pseudo tale - di una scuola italiana sostenere che aveva deciso di abolire nella sua scuola (sic) quei simboli e ricorrenze cristiane, quali la Natività, il Crocefisso ecc. che avrebbero potuto offendere studenti di altre religioni.
Cosi dicendo e facendo, detto preside - e poi ci si meraviglia che la scuola italiana vada a rotoli - ha dimostrato tutta la sua ignoranza nelle argomentazioni che sosteneva.
Da una velocissima analisi possiamo immaginare che in quella scuola vi siano alunni/alunne di differente credo, quindi: Cristiani cattolici e di altre confessioni cristiane,(gli africani), poi vi siano musulmani, buddhisti, taoisti ed indù.
Dove ha mai letto questo preside che le suddette religioni neghino la nascita di Cristo?
Forse in qualche testo marxista-leninista; comunque sia, ciò che divide l'umanità è a volte la non conoscenza - l'ignoranza di cui si parlava precedentemente - la interpretazione velleitaria dovuta ad interessi personali e/o di casta di un determinato testo.
Nel Corano, anche se vi sono alcune ambiguità d'interpretazione, o versetti abrogati ( la dove si sostiene una cosa e successivamente la si nega ), vi sono dei versetti che "il preside" dovrebbe leggere prima di aprir bocca.
Eccoli:
Nella seconda sura, al baqarah, la giovenca, versetto 256 "... non vi sia costrizione nella religione! La retta via ben si distingue dall'errore"
Nella decima sura, yunus, Giona, versetto 99 "...se il tuo Signore l'avesse voluto, tutti gli abitanti della terra avrebbero creduto. E tu vorresti costringere gli uomini a divenire credenti..."
Quindi "signor preside", libertà di scelta da parte degli alunni e non divieti!
Se " il signor preside" desiderava non offendere i Buddhisti, per sua opportuna conoscenza riporto di seguito, tratto dal libro "Without and Within" di insegnamenti buddhisti, il seguente passo che preferisco lasciare in originale lingua inglese:
"....Religious intolerance is alien to Theravada Buddhism. Significantly, there is no word in the Thai language to express the concept. ...."
Se invece l'educatore didattico intendeva rivolgersi alle genti della valle dell'Indo,
il fulcro dell’insegnamento induista potrebbe essere visto in un codice elementare di condotta cui si deve aggiungere l’amore verso tutte le creature, la generosità, indifferenza per ciò che è apparenza, quindi, altro buco nell'acqua del direttore del corpo docente della scuola lombarda.
Inoltre, il signor preside dimentica che la Civiltà della valle dell'Indo , ben tremila anni fa, nel tentativo di definire il NonEssere, il NonConcepibile, lo indicarono con la parola sanscrita shunia: il Tutto e il Niente, il concetto dello zero. Quindi, Dio!
Ancora, molto probabilmente , la direzione della scuola lombarda che vorrebbe cancellare il simbolo della Croce, non conosce il popolo abissino che osserva la festa detta Atziè Mascal che culmina il 17 Mescherem con la grande festa del Mascal, la Croce.
All'alba di questo giorno i menestrelli, accompagnati dal loro keberò recitano questa filastrocca:
Aquoiquai, aquoquai, aquoquai. (Gioite, gioite, gioite,)
Braham ghedai, Mascal ghedai. (Vinse la luce, vinse la Croce)
Tutto questo molto simile a quanto, secoli dopo, scrisse San Giovanni Bosco :
per aspera ad astra.
per crucem ad lucem.
Signor preside, un consiglio, che le vien dato in modo amichevole, abissino direi, di tanto in tanto,"...esca a river le stelle"
Agau del Simien