Il fascino della montagna

L'interessata attesa, ogni qualvolta ricevo il Mai Taclì, di trovarvi qualche ricordo della mia lontana permanenza ad Asmara, è stata premiata tempo fa dallo scritto di Giampaolo Azzoni, al quale sono vivamente grato, sul Club Alpino Italiano in Eritrea.

Un argomento che mi tocca da vicino ed un caro richiamo ai miei anni giovanili quando nel 1938, studentello dell'Istituto Tecnico Bottego, mi iscrivevo a quella Sezione, fatto per lo meno curioso per me valligiano, giunto allora in Eritrea dalla  Valsesia, ai piedi del Monte Rosa. Non immaginavo, in quel momento, che facevo una scelta per tutta la vita!

A quanto riferisce l'articolista vorrei tut tavia aggiungere qualche altro particolare, che si riferisce ad un diverso momento della vita della Sezione, quando aveva sede in una saletta del Bar Diana, dalle parti della Cattedrale ed era stata da poco fondata, forse nel 1937, da un gruppo di appassionati della montagna, già soci del CAI in Italia. Di questi ricordo i due primi Presidenti, Clerici e Chiappa; due "Accademici" bellunesi, i fratelli Bruno e Attilio Zancristoforo; Giuseppe Cerato e moglie di Torino; Stefano Sbardolini della "Ugolini" del Cai di Brescia; Leandro Tuminetti, autentico meneghino già compagno di cordata di Cavazzani sul Monte Rosa; Borroni. I giovanissimi eravamo Pippo Fontana ed io, che ora rinverdiamo insieme questi ricordi.

Grazie ad essi la Sezione svolgeva a quel tempo una intensa attività escursionistica in Eritrea; mete frequenti erano il Convento copto sul Monte Bizen e l'ardita Amba Tequile nella piana di Mai Ainì; mete alpinistiche sono state l'Amba Scindoà sulle pendici occidentali, verso Keren, e la bella Belelà Amba dalle parti di Arresa; come era spesso frequentata la nostra palestra di roccia, in un verticale scoscendimento del terreno oltre Bet Gherghis, sul ciglione dell'altipiano. Un sogno rimasto nel cassetto, quello di salire un giorno i 5000 metri del mitico Ras Dascian! Nel 1940 la guerra interruppe ogni attività; alcuni soci della Sezione richiamati alle armi, furono valorosi alpini nel Battaglione "Uork Amba" sulle ambe insanguinate di Keren.

Catturato dagli inglesi a Fil-Fil, io invece ho avuto la ventura di conoscere altre montagne, di tutt'altro genere in India: le vette dell'Himalaya del Punjab, che sovrastavano il campo di Yol, dove mi ritrovai con l'amico Fontana; forse i due soli soci del CAI di Asmara, che abbiano fatto montagna laggiù ed in seguito sulle nostre Alpi.

Al rientro in Italia ho continuato la mia attività alpinistica, specie sul Monte Rosa e, naturalmente, la mia adesione al Club Alpino; quando si trattò di ottenere l'ambito riconoscimento di fedeltà, quale socio venticinquennale, da Asmara qualcuno si ricordava di me per confermare la data della mia iscrizione, qualificandomi addirittura come socio fondatore. Il che non era del tutto vero!

Nella mia mia Valsesia ho retto poi la presidenza della prestigiosa Sezione di Varallo, la terza fondata in Italia nel 1867, dopo Torino e Aosta.

Faccio ancora montagna e sci, ahimè, anche se avanti con gli anni, talvolta con un altro amico asmarino, Giancarlo Rustici, come mi occupo sempre dell'amato Club Alpino Italiano, per me quasi una seconda famiglia, non dimenticando

mai,però, le radici asmarine di quella mia lontana adesione!

Guido Fuselli

 

(Mai Taclì N. 6 - 1989)