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La razza e l’Impero
(dal trimestrale «Gli Annali dell”Africa Italiana», agosto 1938)
Le leggi razziali sono antiebraiche, ma fanno sentire i loro effetti anche nelle colonie, dove già da qualche tempo le autorità italiane tentano di arginare il fenomeno del «madamato» e di impedire le unioni miste.
Persino l’architettura si adegua. I piani regolatori delle principali città dell’Impero, Addis Abeba, Asmara, Massaua, Mogadiscio e altre, sebbene concepiti prima delle leggi razziali, prevedono quartieri e servizi separati per bianchi e indigeni.
Naturalmente la stampa e la radio, strumenti del regime, fanno propri gli argomenti della politica razziale fascista. Il trimestrale «Gli Annali dell’Africa Italiana», edito dalla Arnoldo Mondadori e realizzato a cura del ministero dell’Africa Italiana, apre il numero di agosto 1938 con un lungo articolo, dal titolo «La razza e l’Impero», che sostiene la necessità della separazione razziale e culturale con argomenti etici e scientifici.
Autore dell'articolo è Angelo Pìccioli (1886-1945), scrittore e insegnante, che nel 1922 riceve l’incarico di Sovrintendente all’Istruzione in Tripolitania. Riportiamo integralmente il testo ripreso dalle pagine degli «Annali».