UNA DIVERSA NOSTALGIA
Giorni fa sono andata a fare visita ad Alessandra Pace, il cui marito è salito da poco al Paradiso degli Asmarini.
Alessandra ha la mia stessa età, ma non ci siamo mai conosciute, anche perché lei si è sposata giovanissima.
Abbiamo parlato tanto di Asmara, ma soprattutto ha parlato lei: le parole le uscivano dal cuore, come un fiume in piena. Ho percepito una grande nostalgia, ma una nostalgia diversa dalla mia. La mia è elgata alla mia giovinezza, tutto quello che c’era intorno (il posto di blocco, Viale Mussolini, l’albero del ricino di Adi Caieh, le bianche case di Cheren con i muri ricoperti di buganvillee, Massua, il suo mare, il Lido) fa parte di una scenografia, bellissima, ma al di fuori di me. Una scenografia nella quale si muoveva una Silva giovane e felice.
La nostalgia di Alessandra è un’altra cosa, ho capito che Asmara per lei non fa parte di una scenografia, ma è parte di lei: è dentro il suo cuore e non riesce a staccarsene.
Mi ha mostrato le sue foto e i suoi occhi sembravano accarezzarle ad una ad una: il marito in divisa da calciatore o in tipografia, le feste con gli amici, i matrimoni, le passeggiate sul viale davanti alla Cattedrale (quante foto abbiamo noi asmarini scattate sempre lì, con lo sfondo delle palme!)
Alessandra ricorda tutto di Asmara, guardando le mie cartoline d’epoca sapeva riconoscere le strade, le case e coloro che le avevano abitate, anche alcune vie delle quali io non ricordavo neanche il nome, sapeva riconoscere anche dalle pettinature le varie stirpi delle popolazioni locali. Ricordava i luoghi dove aveva abitato, le persone che le avevano voluto bene, alcune delle quali anch’io ho conosciuto: Leda e Dolores.
Dice che il marito avrebbe voluto essere sepolto ad Asmara, nel cimitero dove erano sepolti tanti suoi amici.
Questa non è nostalgia, è qualcosa di più sottile e più struggente: è il desiderio del ritorno e il dolore della lontananza.
Silva Tosi
“Vita di Asmara”, un’altra, più intensa nostalgia.
Da sinistra: Tollo Pace, Laura Matta, Galeazzo Giordano,
Angelo Zanotti, Garbieri.
(Mai Taclì N. 2-2004)