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CORRISPONDENZA n. 5 |
03/10/2011 17:15 #9915
da Francesco
Ciao Amma Maria G. ,
mi hai dato una gra brutta notizia .Vittorio Volpicella lo conobbi alla Casa degli Italiani nel 2004 e lo vedevo spesso .Era laureato in giurisprudenza , aveva una sorella che viveva in Italia ,ma lui preferi' tornare nella sua Asmara .Viveva facendo il segretario della Casa e lavorava in quel piccolo pertugio pieno di scartoffie che solo lui ci capiva qualcosa .Era piu' giovane di me ,presumo nato nei primi anni 50 .Era un amico e sempre disponibile .
Ricordo che una sera m'invitò per la sera seguente per festeggiare i soliti Alpini che ,annualmente , tornano in Eritrea per donare qualcosa .Quella sera venne organizzata una gran bella cena al'italiana ( a spese dell'Ambasciata ) ed erano presenti ,oltre al gruppo alpino , l'ambasciatore d'italia ed il ministro del turismo eritreo ( una donna simpatica ) .In quell'occasione conobbi Rita Di Meglio ,figlia del nostro medico di famiglia , il grande Vincenzo Di Meglio .Con Rita ci sentiamo spesso per telefono .Qualche anno fà, io e mia moglie siamo stati ospitati nella sua bella villa di Barano d'Ischia .Io , per ricambiare , l'ho invitata parecchie volte nella mia villa a mare ....ancora l'aspetto .
Anna ti saluto caramente
Francesco
mi hai dato una gra brutta notizia .Vittorio Volpicella lo conobbi alla Casa degli Italiani nel 2004 e lo vedevo spesso .Era laureato in giurisprudenza , aveva una sorella che viveva in Italia ,ma lui preferi' tornare nella sua Asmara .Viveva facendo il segretario della Casa e lavorava in quel piccolo pertugio pieno di scartoffie che solo lui ci capiva qualcosa .Era piu' giovane di me ,presumo nato nei primi anni 50 .Era un amico e sempre disponibile .
Ricordo che una sera m'invitò per la sera seguente per festeggiare i soliti Alpini che ,annualmente , tornano in Eritrea per donare qualcosa .Quella sera venne organizzata una gran bella cena al'italiana ( a spese dell'Ambasciata ) ed erano presenti ,oltre al gruppo alpino , l'ambasciatore d'italia ed il ministro del turismo eritreo ( una donna simpatica ) .In quell'occasione conobbi Rita Di Meglio ,figlia del nostro medico di famiglia , il grande Vincenzo Di Meglio .Con Rita ci sentiamo spesso per telefono .Qualche anno fà, io e mia moglie siamo stati ospitati nella sua bella villa di Barano d'Ischia .Io , per ricambiare , l'ho invitata parecchie volte nella mia villa a mare ....ancora l'aspetto .
Anna ti saluto caramente
Francesco
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- Messaggi: 794
03/10/2011 15:42 #9914
da Annamaria-Goffi
Buonasera a tutti, ma in particolare al futuro NONNO !!!Cerca di risparmiare ora le forze perchè quando il nipotino sarà nato ne avrai bisogno!!!!!!!Spero che gli esami siano tutti ok.e che bello tranquillo e riposato possa tornare a chattare.Oggi sono a casa con tutte le porte e finestre aperte al sole....sono forse le ultime giornate di una lunga estate! Qui oggi il cielo era tersissimo, blu...la temperatura gradevolissima...smbrava prorpio di essere ad Asmara!!!!!Speriamo che sia la volta buona per l'UNESCO!!!!!Ciao a tutti e buonanotte!!
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03/10/2011 15:11 #9913
da wania
[justify]Buonasera a tutti, SILVANO, com'è che leggendo i tuoi due post qui sopra mi sono riempita di brividi di commozione? Asmara Asmara amore mio.....non per niente siampo qui a subire la tua magia che non ci ha mai abbandonato Bravo Silvano, grazie. Sono anni però che l'Unesco parla di patrimonio culturale dell'umanità......anni! Ciao, so che sei molto indaffarato ma...se puoi fai un saltino in chatte, solo pochi minuti per ciaccolare un po'....Ciao a tutti cisi. [/justify]
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03/10/2011 13:50 #9912
da Sceitan
Ho passata la mattinata in giro,Ponte NuovoVilla le Rose,e poi endoscopia a Careggi,sono stanco anche io.Buon risveglio e buona ciaccolata con l'AnnamariaG.Sceitan
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03/10/2011 13:48 #9911
da Sceitan
Vedo Annamaria G in lettura,allora ti saluto e abbraccia Francesca da parte di un futuro nonno...Ancora aspettiamo,ciao Sceitan.
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03/10/2011 09:12 - 03/10/2011 09:24 #9910
da Narrante
Eritrea, la "nostra" Africa - 2a parte
di Antonio Politano
Lasciando l'altopiano, si scende verso est lungo la strada panoramica costruita dagli italiani nel 1890, destinazione Massaua. Tornanti, aperture su vallate, il tracciato della ferrovia che incrocia l'asfalto. Ai lati, scimmie, corvi, dromedari. Pastori, contadini, poche costruzioni, poche macchine. I luoghi storici dell'espansione italiana, come Dogali, per noi solo nomi nella memoria da sussidiario. Attorno, un paesaggio arso, colline terrazzate, acacie, fichi d'India. Sullo sfondo, il piatto vuoto della terra, chiarore diffuso, il tropico che si intuisce.
È quasi un tuffo, 115 chilometri, oltre duemila metri di dislivello. In fondo alla striscia regolare della costa, la città nata su due isole di madreperla. Massaua, porto naturale, snodo di vie e commerci nel Mar Rosso vicino all'Oceano Indiano. La posizione strategica ne ha determinato la fortuna, ma anche il destino. Nei secoli è stata occupata da arabi, portoghesi, turchi, egiziani, italiani, inglesi, etiopi. Gli ultimi bombardamenti l'hanno quasi rasa al suolo. Massaua è ancora semidistrutta, ma conserva una strana bellezza tra le rovine. Lì vi sono le abitazioni più antiche, il porto, i ristoranti, i bar.
Negli edifici l'impronta più profonda è arabo-ottomana. E di nuovo architettura e urbanistica coloniale, la Banca d'Italia e l'Hotel Torino, alcune piazze. La gente raccoglie l'acqua dai pozzi, vive all'aperto, con i bambini che sciamano e gli uomini nei caffè a giocare a carte. Meglio andare a piedi, girare tra i vicoli. Massaua è ritenuta una delle città più calde del pianeta. La sera soffia un po' di brezza dal mare. Molti dormono fuori. Sotto i portici, locali illuminati con marinai russi ed egiziani, qualche turista. Massaua è ancora un porto, prima o poi rinascerà, e cambierà, bisogna affrettarsi a vederla.
di Antonio Politano
Lasciando l'altopiano, si scende verso est lungo la strada panoramica costruita dagli italiani nel 1890, destinazione Massaua. Tornanti, aperture su vallate, il tracciato della ferrovia che incrocia l'asfalto. Ai lati, scimmie, corvi, dromedari. Pastori, contadini, poche costruzioni, poche macchine. I luoghi storici dell'espansione italiana, come Dogali, per noi solo nomi nella memoria da sussidiario. Attorno, un paesaggio arso, colline terrazzate, acacie, fichi d'India. Sullo sfondo, il piatto vuoto della terra, chiarore diffuso, il tropico che si intuisce.
È quasi un tuffo, 115 chilometri, oltre duemila metri di dislivello. In fondo alla striscia regolare della costa, la città nata su due isole di madreperla. Massaua, porto naturale, snodo di vie e commerci nel Mar Rosso vicino all'Oceano Indiano. La posizione strategica ne ha determinato la fortuna, ma anche il destino. Nei secoli è stata occupata da arabi, portoghesi, turchi, egiziani, italiani, inglesi, etiopi. Gli ultimi bombardamenti l'hanno quasi rasa al suolo. Massaua è ancora semidistrutta, ma conserva una strana bellezza tra le rovine. Lì vi sono le abitazioni più antiche, il porto, i ristoranti, i bar.
Negli edifici l'impronta più profonda è arabo-ottomana. E di nuovo architettura e urbanistica coloniale, la Banca d'Italia e l'Hotel Torino, alcune piazze. La gente raccoglie l'acqua dai pozzi, vive all'aperto, con i bambini che sciamano e gli uomini nei caffè a giocare a carte. Meglio andare a piedi, girare tra i vicoli. Massaua è ritenuta una delle città più calde del pianeta. La sera soffia un po' di brezza dal mare. Molti dormono fuori. Sotto i portici, locali illuminati con marinai russi ed egiziani, qualche turista. Massaua è ancora un porto, prima o poi rinascerà, e cambierà, bisogna affrettarsi a vederla.
Ultima Modifica: 03/10/2011 09:24 da Narrante.
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