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PENNA e CALAMAIO |
- Cricrì
- Autore della discussione
02/10/2009 07:27 #406
da Cricrì
[justify]Il Feroce Saladino doveva mandarmi la spiegazione del gioco ma me l'ha mandata Tibi Dico. Grazie tibi dico ,ego tibi statim respondo: il secondo che descrivi è quello che facevamo io e qualche sparuta amichetta. Le altre ci guardavano perplesse stringendosi al seno le bambole mute.Mi ricordo che nel mettere la figurina sul muro noi femmine eravamo meno molto meno brave di voi ma....la nostra figurina volava meglio e con più eleganza e spesso si posava leggiadra su una delle vostre! La fortuna sarà anche bendata ma ...è femmina! Cara Sciusciù chissà se sei una di quelle femmine che giocavano a figurine. Magari avremo giocato insieme, dimmelo. Se ti bloccò la guerra quando avevi chiesto la biciclettina rossa a due ruote...avrai avuto circa 7/ 8 anni. La guerra scoppiò nel 40 perciò potremmo aver giocato insieme! Io adesso sono una vecchia signorina e vivo vicino a Pavia in un piccolo appartamento vicino a quello di un mio cugino con moglie e figli tutti italiani bianchi; Ci facciamo compagnia ma non abbiamo ricordi in comune. Vi saluto tutti insieme ma in particolare Tibi Dico e Sciusciù perché mi sono rivolta a loro in questa lettera. Saluti! [/justify]
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02/10/2009 06:56 #405
da
Cara Wania ha ragione Francesco noi ragazzi del quaranta,avevamo un idiosincrosia verso gli inglesi,ma poi anche verso gli etiopi,e anche verso quelli del ,di gaggiret del genio ecc.Si Aurora Rapicavoli è una delle mie cugine.Salutoni Antonio.
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- Tibi dico
- Autore della discussione
02/10/2009 05:13 #402
da Tibi dico
Il gioco delle figurine.
Un'altra raccolta era quella dei pacchetti di sigarette da 10. Con la facciata anteriore e con quella posteriore si ricavavano due pezzi. La maggior parte erano ovviamente di importazione “inglese”. Vi erano le Navy-cut, Craven A, Player , Churchman, No.1, No.3. Turkman, Abdallah, ecc. ecc.
Ogni facciata aveva un suo valore ben definito! L” Abdallah “golden” valeva un....casino.
Le figurine si usavano in tre distinti giochi.
Il primo era quello di giocare a gettare il piu' lontano possibile la figurina. Essa posta tra il medio, l'indice ed il pollice , si lanciava nell'aria e il giocatore che mandava piu' distante la sua figurina vinceva le altre che erano state lanciate dagli altri giocatori.
Il secondo era quello di cercare un muro liscio e che avesse davanti uno spazio libero, sgombero da ostacoli, e sufficientemente grande da lasciar scorrere le figurine.
Si posava la figurina al muro , ad una altezza scelta dal giocatore, in funzione della posizione di altre figurine gia' sul suolo .
La figurina lasciata libera nell'aria si “avvitava” appunto nell'aria e la combinazione dell'altezza di lancio, la presenza di vento, la pesantezza della figurina ( vi erano sporchi strucchi da applicare) ecc. permettevano al cartoncino di percorrere un certo spazio e posarsi sul terreno.
Vinceva quel giocatore che riusciva a piazzare la sua figurina su quella di un avversario. La figurina coperta entrava in possesso del vincitore. Cosi si andava avanti per ore ed ore.
Il terzo era quello di trovare in un campo, uno spazio libero e pianeggiante. Si tracciava una linea di partenza e ad una ventina di metri si tracciava un cerchio di 15/20 cm di raggio, al centro si poneva un mucchietto di terra e sullo stesso si ponevano le figurine che si mettevano in palio.
Dalla linea di partenza si lanciava una piastra (pezzo di marmo, di piastrella, sasso levigato ecc. e il giocatore che riusciva a gettare le figurine fuori dal cerchio ne diveniva il legittimo proprietario.
Quante ore tolte allo studio.......ma, forse anche quello era studio.... delle geometrie, della velocita' della gravita' , mah forse, comunque era bellissimo!.
Saluti abissini a tutti
Un'altra raccolta era quella dei pacchetti di sigarette da 10. Con la facciata anteriore e con quella posteriore si ricavavano due pezzi. La maggior parte erano ovviamente di importazione “inglese”. Vi erano le Navy-cut, Craven A, Player , Churchman, No.1, No.3. Turkman, Abdallah, ecc. ecc.
Ogni facciata aveva un suo valore ben definito! L” Abdallah “golden” valeva un....casino.
Le figurine si usavano in tre distinti giochi.
Il primo era quello di giocare a gettare il piu' lontano possibile la figurina. Essa posta tra il medio, l'indice ed il pollice , si lanciava nell'aria e il giocatore che mandava piu' distante la sua figurina vinceva le altre che erano state lanciate dagli altri giocatori.
Il secondo era quello di cercare un muro liscio e che avesse davanti uno spazio libero, sgombero da ostacoli, e sufficientemente grande da lasciar scorrere le figurine.
Si posava la figurina al muro , ad una altezza scelta dal giocatore, in funzione della posizione di altre figurine gia' sul suolo .
La figurina lasciata libera nell'aria si “avvitava” appunto nell'aria e la combinazione dell'altezza di lancio, la presenza di vento, la pesantezza della figurina ( vi erano sporchi strucchi da applicare) ecc. permettevano al cartoncino di percorrere un certo spazio e posarsi sul terreno.
Vinceva quel giocatore che riusciva a piazzare la sua figurina su quella di un avversario. La figurina coperta entrava in possesso del vincitore. Cosi si andava avanti per ore ed ore.
Il terzo era quello di trovare in un campo, uno spazio libero e pianeggiante. Si tracciava una linea di partenza e ad una ventina di metri si tracciava un cerchio di 15/20 cm di raggio, al centro si poneva un mucchietto di terra e sullo stesso si ponevano le figurine che si mettevano in palio.
Dalla linea di partenza si lanciava una piastra (pezzo di marmo, di piastrella, sasso levigato ecc. e il giocatore che riusciva a gettare le figurine fuori dal cerchio ne diveniva il legittimo proprietario.
Quante ore tolte allo studio.......ma, forse anche quello era studio.... delle geometrie, della velocita' della gravita' , mah forse, comunque era bellissimo!.
Saluti abissini a tutti
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- Anonimi
- Autore della discussione
02/10/2009 04:37 #401
da Anonimi
[justify]RANCESCO, buongiorno! Ammazzate oh com'eri furioso da bambino! Si, perché se sei nato nel 40 e ...portato in Italia nel 51, ai tempi della rissa avrai avuto 9 o 10 anni no? Eri un bambino tant'è vero che ti sei preso anche il ceffone dalla mamma. Dunque i maschi a quell'età non giocavano solo con le figurine, andavano al cinema da soli, viaggiavano armati (fionda in tasca) e odiavano già gli inglesi (come i loro padri).Noi a quell'età studiavamo,eravamo brave a scuola, facevamo danza classica ed economia domestica... e gli inglesi...si a casa mia c'era un quadro di un amico dei miei genitori(un italiano che poi si trasferì in Venezuela) un quadro, dicevo, che rappresentava una casa, spccati su un lato tetto e parete come se avesse subito un bombardamento, e su questa casa in grande c'era scritto: DIO STRAMALEDICA GLI INGL. e qui la casa finiva, anzi, si spaccava e anche la scritta finiva...non ho notizie di quel quadro ma quando rimpatriammo nel 1948 dovemmo lascaier lì molte cose, eravamo profughi, tutti in stiva con le nostre madri; gli uomini e i figli maschi grandicelli a dormire sul ponte. Voglio dire però che io e gli amici compresi quelli che si erano imbarcati a Mogadiscio la settimana prima di noi e con i quali stringemmo subito amicizia....ci divertimmo parecchio. Guardavamo le stelle in cielo con nostalgia pensando alla terra lasciata ma...ballavamo anche il boogi boogi, cantavamo e facevamo finta di essere in crociera! Ciao, che bella questa stanza! Wania [/justify]
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- Anonimi
- Autore della discussione
01/10/2009 23:53 #399
da Anonimi
L'ORECCHIO ,IL NAZIONALISMO E LO SCHIAFFO
Un pomeriggio , con i miei amici , partendo dal cine Impero , imboccammo la via Buonarroti ( la strada di fronte Ghezzabanda), per percorrere la via Garibaldi per andare a vedere un film al cinema Roma .Non ricordo il motivo di quel percorso , in quanto , abitualmente , percorrevamo il corso Italia , ed , all'altezza del Raci , svoltavamo a sinistra per raggiungere il cinematografo in argomento .Eravamo in quattro .Ad un tratto. dall'altro lato del marciapiede , quattro o cinque coetani bastardi inglesi , mingherlini come i grissini di Torino e qualcuno rosso e lentigginoso ci apostrofarono con disprezzo "maccaron" .Non ci vedemmo piu' , non prendemmo neppure le fionde dalla tasca , attraversammo la strada e li affrontammo .Dalla parte nostra c'era la robustezza .Ingaggiammo uno scontro vilento con spintoni , sberle , pugni , calci e sputi .Io ebbi la peggio , in quanto uno di loro , un poco piu' alto di me, mi diede una ginocchiata in un certo posto ( lo avrete capito ) , caddi a terra con un dolore lancinante ( mi potrà capire chi l'ha provato )
torcendomi a terra .Un amico mi soccorse e pian piano mi mise in piedi .Non curante del dolore mi scagliai contro il perfido figlio di albione ,ruzzolammo avvinchiati a terra tempestandolo di pugni .Poi , con la mocca gli diedi un morso profondo ad un orecchio provocandogli la fuoriscita di sangue .Ad un ratto , da un bar vicino , accorsero dei giovani italiani , i quali fecero fatica a dividerci .Penso che se non fosse stato per quei giovani avrei staccato l'orecchio a quel figlio di una buona madre .Avevo il muso e la camicia sporca di sangue , per cui era necessario ritornare a casa .Anche gli amici ritornarono a casa .Feci il percorso da quel luogo fino a casa , sputacchiando disgustato almeno un centinaio di volte , in quanto mi era rimasto il sangue in bocca dell'inglese .Mia madre , abituata , certe volte , a vedermi rientrare con il naso sanguinante , questa volta si spaventò , credendo che fossi ferito alla bocca .Dopo averla rassicurata , andai a ripulirmi a dovere e , di nascosto , bevvi un poco di marsala , per togliermi quell'acre sapore che avevo in bocca .Con orgoglio le raccontai l'accaduto , ed , in compenso , ricevetti uno schiaffone .
Mi misi a strillare , come un ossesso , accusando la mamma di difendere gli inglesi ( in casa li consideravamo nemici )invece di premiarmi per avere , nel mio piccolo , difeso gli italiani , tanto disprezzati da quei bastardi .
Per la verità , quando rientravo a casa , dopo avere litigato ,perdente o vittorioso , le prendevo sempre dai miei.
Di quest'episodio , comunque , ne andavo fiero , in quanto per gli amici ero diventato un eroe , tant'è che avevo conquistato un carisma nei confronti dei miei amici .
Ero orgoglioso , sopratutto , di avere mandato all'ospedale un inglese , perchè , per curarsi , sarà andato al pronto soccorso e , magari , raccattando qualche punto di sutura .Non capitava dalla fine di quella breve guerra 40/41 .Sopratutto per questo ne ero fiero .Ed ancora lo sono .
Francesco
Un pomeriggio , con i miei amici , partendo dal cine Impero , imboccammo la via Buonarroti ( la strada di fronte Ghezzabanda), per percorrere la via Garibaldi per andare a vedere un film al cinema Roma .Non ricordo il motivo di quel percorso , in quanto , abitualmente , percorrevamo il corso Italia , ed , all'altezza del Raci , svoltavamo a sinistra per raggiungere il cinematografo in argomento .Eravamo in quattro .Ad un tratto. dall'altro lato del marciapiede , quattro o cinque coetani bastardi inglesi , mingherlini come i grissini di Torino e qualcuno rosso e lentigginoso ci apostrofarono con disprezzo "maccaron" .Non ci vedemmo piu' , non prendemmo neppure le fionde dalla tasca , attraversammo la strada e li affrontammo .Dalla parte nostra c'era la robustezza .Ingaggiammo uno scontro vilento con spintoni , sberle , pugni , calci e sputi .Io ebbi la peggio , in quanto uno di loro , un poco piu' alto di me, mi diede una ginocchiata in un certo posto ( lo avrete capito ) , caddi a terra con un dolore lancinante ( mi potrà capire chi l'ha provato )
torcendomi a terra .Un amico mi soccorse e pian piano mi mise in piedi .Non curante del dolore mi scagliai contro il perfido figlio di albione ,ruzzolammo avvinchiati a terra tempestandolo di pugni .Poi , con la mocca gli diedi un morso profondo ad un orecchio provocandogli la fuoriscita di sangue .Ad un ratto , da un bar vicino , accorsero dei giovani italiani , i quali fecero fatica a dividerci .Penso che se non fosse stato per quei giovani avrei staccato l'orecchio a quel figlio di una buona madre .Avevo il muso e la camicia sporca di sangue , per cui era necessario ritornare a casa .Anche gli amici ritornarono a casa .Feci il percorso da quel luogo fino a casa , sputacchiando disgustato almeno un centinaio di volte , in quanto mi era rimasto il sangue in bocca dell'inglese .Mia madre , abituata , certe volte , a vedermi rientrare con il naso sanguinante , questa volta si spaventò , credendo che fossi ferito alla bocca .Dopo averla rassicurata , andai a ripulirmi a dovere e , di nascosto , bevvi un poco di marsala , per togliermi quell'acre sapore che avevo in bocca .Con orgoglio le raccontai l'accaduto , ed , in compenso , ricevetti uno schiaffone .
Mi misi a strillare , come un ossesso , accusando la mamma di difendere gli inglesi ( in casa li consideravamo nemici )invece di premiarmi per avere , nel mio piccolo , difeso gli italiani , tanto disprezzati da quei bastardi .
Per la verità , quando rientravo a casa , dopo avere litigato ,perdente o vittorioso , le prendevo sempre dai miei.
Di quest'episodio , comunque , ne andavo fiero , in quanto per gli amici ero diventato un eroe , tant'è che avevo conquistato un carisma nei confronti dei miei amici .
Ero orgoglioso , sopratutto , di avere mandato all'ospedale un inglese , perchè , per curarsi , sarà andato al pronto soccorso e , magari , raccattando qualche punto di sutura .Non capitava dalla fine di quella breve guerra 40/41 .Sopratutto per questo ne ero fiero .Ed ancora lo sono .
Francesco
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- Male Leha
- Autore della discussione
01/10/2009 18:00 #397
da Male Leha
Ho dimenticato di dirvi , qualche post fà , che le figurine della Buitoni , che provocò verso la fine degli anni '30 la febbre agli italiani , non ne posso parlare , se non per entito dire , per motivi anagrafici .
Salam.
Delle altre figurine , di cui mi occupavo , nel dopoguerra non ricordo , forse erano della Liebig ?
Male Leha
Salam.
Delle altre figurine , di cui mi occupavo , nel dopoguerra non ricordo , forse erano della Liebig ?
Male Leha
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