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C' ERA UNA VOLTA ....L'ERITREA FELIX |
10/09/2011 12:38 #9625
da Francesco
Ciao Silvano ,e dal sito da te segnalatomi ora che ho scoperto il gesto eroico del nostro Muntaz .
Tutti i governi del dopoguerra non sono stati grati a questi uomini che si son battuti assieme agli italiani .Hanno un vitalizio così ridicolo che in Italia potresti fumarci per tre giorni .
Questi ex soldati sono rimasti una sparuta minoranza e l'Italia non fallirebbe se aumentasse l'assegno vitalizio a 50 euro al mese .Con tale importo potrebbero viverci minimo 4 persone .
Buon fine settimana
Francesco
Tutti i governi del dopoguerra non sono stati grati a questi uomini che si son battuti assieme agli italiani .Hanno un vitalizio così ridicolo che in Italia potresti fumarci per tre giorni .
Questi ex soldati sono rimasti una sparuta minoranza e l'Italia non fallirebbe se aumentasse l'assegno vitalizio a 50 euro al mese .Con tale importo potrebbero viverci minimo 4 persone .
Buon fine settimana
Francesco
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10/09/2011 08:47 - 10/09/2011 08:59 #9624
da Narrante
Ragazzi ho ritrovato un sito che avevo perso di vista...forse lo conoscete già, ma lo propongo per coloro che non ne fossero ancora venuti a conoscenza.
Si tratta di un sito molto ben fatto e molto completo. Per apprezzarlo e conoscerlo nei vari collegamenti articolati sotto forma di Menù, potrete accedere agli svariati argomenti come ad es.:
Il link è il seguente:
Grazie a Vanda e Roberto per aver curato un sito così ben strutturato.
Buona domenica a tutti e buon divertimento...
Silvano
Si tratta di un sito molto ben fatto e molto completo. Per apprezzarlo e conoscerlo nei vari collegamenti articolati sotto forma di Menù, potrete accedere agli svariati argomenti come ad es.:
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1)- Fatti storici
2)- Stradari e mappe dalle più...antiche, a quelle della nostra epoca, e a quelli attuali...
3)- Piantine delle principali città e paesi
4)- e...molto altro...
Il link è il seguente:
Grazie a Vanda e Roberto per aver curato un sito così ben strutturato.
Buona domenica a tutti e buon divertimento...
Silvano
Ultima Modifica: 10/09/2011 08:59 da Narrante.
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10/09/2011 08:08 #9623
da Narrante
Fai bene Freancesco a ricordare i nostri fedeli ascari.
La letteratura in merito ai prodi ascari è giustamente molto ampia anche se in realtà i pochi superstiti ricevano tuttota, dallo Stato Italiano, una pensione che oserei definire ridicola e praticamente infamante considerando anche che sono ormai in età avanzata e quindi più bisognosi di cure.
Mi associo alla tua iniziativa inserendo un link che mette in evidenza quanto asserito:-
La letteratura in merito ai prodi ascari è giustamente molto ampia anche se in realtà i pochi superstiti ricevano tuttota, dallo Stato Italiano, una pensione che oserei definire ridicola e praticamente infamante considerando anche che sono ormai in età avanzata e quindi più bisognosi di cure.
Mi associo alla tua iniziativa inserendo un link che mette in evidenza quanto asserito:-
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10/09/2011 05:31 #9616
da Sceitan
Caro FRancesco,se non avessimo uno storico ricercatore come Te come si farebbe per sapere tante cosine.Un caro saluto da estendere alla Lucia,Sceitan!
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10/09/2011 05:29 #9615
da Sceitan
Buongiorno Wania vedo che sei in lettura,così ne approfitto per augurarti buon viaggio,e buona panzanellata con Giacinto e la signora Lina,un abbraccio a tutti,Sceitan!
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09/09/2011 23:31 #9614
da Francesco
Da una ricerca ho trovato la motivazione per la concessione dell'unica Medaglia d'Oro al Valor Militare
( massima onorificenza militare ) Del Muntaz ( Sergente ) ascaro Unetù Endisciau di etnia amhara ferito mortalmente sul fronte Debra Tabor e Colquabert ,capisaldi a difesa di GONDAR ( mia città natale che mai conobbi ),ultimo presidio dell'AOI ad ammainare la Bandiera la sera del 28 novembre 1941 .Ai soldati italiani ed ai coloniali,da parte inglese , venne tributato la resa con l'onore delle armi .
Il fatto venne immortalato dal grafico e pittore W.Molino sulla prima pagina della Domenica del Corriere nel gennaio 1942 .
Segue il testo e la motivazione per l'eroico ascaro :
" Per quanto riguarda le ricompense individuali, bisogna purtroppo dire che solamente in due occasioni (e quando all’Italia rimanevano ormai pochi giorni di permanenza in Africa) venne concessa la medaglia d’oro al valore militare ad altrettanti caduti, infrangendo peraltro il Regolamento. Li ricordiamo, per onorarli doverosamente, cominciando da Unetù Endisciau, nato nel 1917 a Teruboccò Delontà, di razza amhara, il quale dopo aver servito nel XXXV Battaglione coloniale di stanza a Debrà Tabor, con il grado di muntaz venne assegnato al LXXIX Battaglione all’inizio delle ostilità in A.O.I.; morì dopo essere riuscito fortunosamente a portare in salvo, entro le linee italiane, il gagliardetto del suo reparto: un gesto che ci ricorda da vicino il sacrificio di tanti nostri ufficiali e soldati che dettero la vita per non fare cadere la bandiera di guerra del reggimento nelle mani del nemico. Questa la motivazione della ricompensa:
« Fedelissimo e valoroso graduato amara, dopo essersi rifiutato fieramente di arrendersi al nemico, in seguito alla capitolazione del ridotto avversario di Debra Tabor, per esaurimento viveri, con pochi ascari animosi si assumeva l’incarico di raggiungere le retrostanti nostre linee di difesa di Culqualber (Km. 106) per portare in salvo il gagliardetto del proprio reparto. Superate le difficoltà e i pericoli dell’insidia ribelle, fatto successivamente prigioniero da un capo dissidente, riusciva a sfuggire alla cattura, portandosi in prossimità delle nostre posizioni. Gravemente ferito in seguito allo scoppio di un ordigno esplosivo, mentre attraversava una nostra zona minata, invocava l’intervento dei compagni per avere l’onore di consegnare in mani italiane la gloriosa insegna del battaglione. Trasportato all’infermeria, in condizioni gravissime, si dichiarava contento di morire entro le nostre linee. Con fierissime parole esortava i compagni a non desistere dalla lotta, esprimendo il proprio convincimento nell’immancabile vittoria degli italiani, data la superiorità di valore in confronto dell’avversario. Fulgido esempio di fedeltà, fierezza, illuminato spirito di sacrificio, profondo e nobile sentimento del dovere. - Debra Tabor - Sella Culqualber, luglio 1941. »
( massima onorificenza militare ) Del Muntaz ( Sergente ) ascaro Unetù Endisciau di etnia amhara ferito mortalmente sul fronte Debra Tabor e Colquabert ,capisaldi a difesa di GONDAR ( mia città natale che mai conobbi ),ultimo presidio dell'AOI ad ammainare la Bandiera la sera del 28 novembre 1941 .Ai soldati italiani ed ai coloniali,da parte inglese , venne tributato la resa con l'onore delle armi .
Il fatto venne immortalato dal grafico e pittore W.Molino sulla prima pagina della Domenica del Corriere nel gennaio 1942 .
Segue il testo e la motivazione per l'eroico ascaro :
" Per quanto riguarda le ricompense individuali, bisogna purtroppo dire che solamente in due occasioni (e quando all’Italia rimanevano ormai pochi giorni di permanenza in Africa) venne concessa la medaglia d’oro al valore militare ad altrettanti caduti, infrangendo peraltro il Regolamento. Li ricordiamo, per onorarli doverosamente, cominciando da Unetù Endisciau, nato nel 1917 a Teruboccò Delontà, di razza amhara, il quale dopo aver servito nel XXXV Battaglione coloniale di stanza a Debrà Tabor, con il grado di muntaz venne assegnato al LXXIX Battaglione all’inizio delle ostilità in A.O.I.; morì dopo essere riuscito fortunosamente a portare in salvo, entro le linee italiane, il gagliardetto del suo reparto: un gesto che ci ricorda da vicino il sacrificio di tanti nostri ufficiali e soldati che dettero la vita per non fare cadere la bandiera di guerra del reggimento nelle mani del nemico. Questa la motivazione della ricompensa:
« Fedelissimo e valoroso graduato amara, dopo essersi rifiutato fieramente di arrendersi al nemico, in seguito alla capitolazione del ridotto avversario di Debra Tabor, per esaurimento viveri, con pochi ascari animosi si assumeva l’incarico di raggiungere le retrostanti nostre linee di difesa di Culqualber (Km. 106) per portare in salvo il gagliardetto del proprio reparto. Superate le difficoltà e i pericoli dell’insidia ribelle, fatto successivamente prigioniero da un capo dissidente, riusciva a sfuggire alla cattura, portandosi in prossimità delle nostre posizioni. Gravemente ferito in seguito allo scoppio di un ordigno esplosivo, mentre attraversava una nostra zona minata, invocava l’intervento dei compagni per avere l’onore di consegnare in mani italiane la gloriosa insegna del battaglione. Trasportato all’infermeria, in condizioni gravissime, si dichiarava contento di morire entro le nostre linee. Con fierissime parole esortava i compagni a non desistere dalla lotta, esprimendo il proprio convincimento nell’immancabile vittoria degli italiani, data la superiorità di valore in confronto dell’avversario. Fulgido esempio di fedeltà, fierezza, illuminato spirito di sacrificio, profondo e nobile sentimento del dovere. - Debra Tabor - Sella Culqualber, luglio 1941. »
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