CORRISPONDENZA 7

Coraggio Wania!!!!!Almeno in questi giorni noi tutti siamo al sicuro, ammesso che tu, se pur con fatica,non riesca ad agguantare le padelle!!!!.......vedo che ci stai riuscendo, per cui scappo!!!!!!!

[justify]Bella interpretazione AGAU, il mio pollice destro è proprio così come ce lo mostri te.....bravo! Mercoledì mattina decideranno se continuare con queste medicazioni o...rimuovere l'unghia! Il problema più grosso è che così conciata non posso impugnare nessuna padella...prova te ad agguantare un oggetto senza pollice.(siccome duole, è come se non ce l'avessi) Interessante vero? Ciao [/justify]

Buonasera a tutti.Che bello il tuo gufo Agau!!A me piacciono molto i gufi e ne faccio collezione, ne ho circa 300 di tutti i tipi e fatti con ogni sorta di materiale.Ne ho persino uno di sabbia ed uno fatto con la zucca (spagnolo).Spero che porti fortuna a Wania e che le sistemino il dito al più presto.Anche io , come Giacinto,misi piede in Italia nel 1947,forse arrivai col Komninos nel viaggio precedente quello di Giacinto e....mamma mia ...che brutta impressione ne ebbi!!Napoli conciata come ha già detto il signor G,, per non parlare di Genova!!!!Ero appena arrivata e sarei già ripartita!!!!! Bè, tanti saluti a tutti...!

WANIA E IL SUO POLLICE


AHAHAHAH
AGAU

[justify]Buongiorno a TUTTI miei carissimi, io sono qui, di Sceitan non so nulla, io sono di dermatoloo, l'unghia del pollice destro fa i capricci..... vi dirò tutto fra qualche giorno. Per ora...che male ragazzi, che male! Vi saluto tutti con affetto, con le padelle pronte per chi non capisse.......(sorry sorry) Bye, cisi? [/justify]

A FRANCE', e che non lo sapevi ? E non ti rattristare, così è la vita. E tu parli del 1950 ? Pensa allora quando arrivai io con mia madre nel maggio 1947, appena due anni che era finita la guerra ! Il porto di Napoli un ammasso di rovine, non parliamo poi della città, quello che era di macerie tra bombardmenti e le famose Quattro Giornate ! Dovemmo aspettare 3-4 giorni in albergo finchè non ci vennero a prendere con un mezzo per andare a Gaeta,ancora le ferrovie non funzionavano. In albergo ci raccomandarono di non allontanarci dal centro. Ancora in alcuni fabbricati distrutti dalle bombe, specie in zona porto, non erano stati rimossi i cadaveri per timore dei crolli.A Gaeta tutto il litorale era pieno di cartelli con scritta "MINE" in quanto ancora non bonificato, mia madre dovette andare in Comune per farsi rilasciare la tessera annonaria per comprare pane e pasta. E quando andammo a Roma, in treno, mia madre chiese al capostaione quando c'erano i treni e lui le rispose che avrebbe fatto sapere.Infatti la informò del giorno che sarebbe passato un treno da Formia (distrutta) ma non sapeva dire a che ora: "signora vada a Formia e resti in attesa". Il treno arrivò, era un convoglio di soli carri merci adibiti a passeggeri con le panche. A Roma la situazione non era diversa, in zona Tordinona, dove abitava una sorella di mia madre, primeggiava la borsa nera, un litro d'olio d'olivo 1000 lire. Io allora avevo 14 anni e non vedevo l'ora di tornare a Massaua.
Stammi bene.