Fauna ed idrografia dell’Eritrea
Dei testi: “Fauna ed idrografia dell’Eritrea”, non siamo in grado di citarne la provenienza; saremmo grati a chiunque fosse in grado di farlo.
I dati si riferiscono ai tempi della nostra colonizzazione del territorio, ovviamente molte cose possono essere cambiate tranne che ciò che riguarda l’idrografia. I Testi, chiari e concisi, corrispondono ai nostri ricordi, li riteniamo quindi esaustivi e meritano di essere conservati. L’unica nostra osservazione può essere che in Eritrea, seppur percorrendola in lungo e in largo, non abbiamo mai riscontrato la presenza di leoni o giraffe, mentre non viene segnalato il raro asino selvatico della Dancalia. Nulla da eccepire invece per quanto riguarda l’idrografia, ricordando che i fiumi sono a carattere torrentizio che alternano piene improvvise quando piove nell’Altopiano e solo i maggiori scorrono per tutto l’anno ma alcuni con la falda al disotto di circa un metro dai greti sabbiosi, come viene ben specificato.
Mai Taclì Agosto 2022, la Redazione.
1 Fauna. - La fauna eritrea è molto varia a causa della presenza nella regione, di zone di pianura stepposa e di altipiano. Frequenti le scimmie tra le quali il Cercopiteco grigio-verde (Cercopithecus sabaeus) che vive in piccoli branchi lungo i torrenti di montagna e più raramente in pianura; l'Amadriade (Papio hamadryas) propria della zona montuosa. Molti pipistrelli tra i quali il Pteropus dariae, una rossetta delle coste del Mar Rosso e insettivori rappresentati da ricci e toporagni. Tra i carnivori il leone (?), il leopardo, il ghepardo (Cynailurus guttatus), le iene abbondanti in tutta la colonia, che vivono in branchi e a volte assalgono gli armenti, il licaone noto per le leggende sul suo coraggio diffuse fra gl'indigeni, sciacalli, viverre, linci, mangoste e il tasso eritreo (Mellivora capensis) ghiotto di miele e tuberi, temuto dai possessori di pollai dove a volte compie incursioni. Gli elefanti una volta numerosi sono ora difesi nelle riserve. Segnalate le giraffe (?), numerosi: i facoceri, le antilopi (tra le quali il kudù maggiore e minore, la rara silvicapra (n.d.r.), le gazzelle, le lepri africane, gl'istrici.
Gli uccelli, assai numerosi, sono rappresentati da falchi, da altri rapaci, da pochi pappagalli, da storni dagli splendidi colori, struzzi, marabù, francolini, serpentari, fringuelli, ghiandaie e dalle meravigliose nectarinie. Tra i rettili, il coccodrillo (di una specie di piccole dimensioni n.d.r.), i varani ed altre grosse lucertole, i pitoni, i cerasti, le naie e altri serpenti velenosi. Tra i pesci sono da notare grosse specie di Siluridi. Ricchissima la fauna entomologica e malacologica con svariate forme a carattere prettamente equatoriale.
2 Idrografia. - Dei 117.000 kmq. costituenti la parte continentale dell'Eritrea, 24.000 kmq. appartengono al bacino del Nilo e quindi del Mediterraneo, 82.000 kmq. a quello del Mar Rosso, e 11.000 kmq. ai bacini chiusi della Dancalia. I due maggiori fiumi della colonia non le appartengono che in parte e volgono ambedue al Nilo.
Il Setit nasce con il nome di Tacazzè in Abissinia e interessa il territorio eritreo per un tratto di 150 kmq., segnandone in parte il confine meridionale, e abbandonandolo a Ombrega. Il solo affluente di qualche importanza, in territorio eritreo, è il Sittona. Il Setit ha acqua perenne anche nel suo corso inferiore, dove durante le piene è spesso inguadabile; ma nelle massime magre la portata si riduce a circa 4 mc. La portata media annua si calcola a mc. 97 con massimo di 1700.
Il Gasc interessa la colonia per 6/6 del suo corso (che è di circa 680 km.) e per un'area complessiva di 22.000 kmq., di cui circa2/3 montani e 1/3 di pianura entro confine. Nasce con il nome di Mareb dal M. Tacarà (m. 2579) non lungi da Asmara e dopo un tronco diretto N.-S. segna per un certo tratto il confine meridionale. Con la confluenza dell'Ambessa o Mareb Nusc s'inizia il medio corso, attraverso il paese dei Cunama, che lo chiamano Sona. Il basso corso (Gasc) principia a Elit e, attraversata la stretta di Tessenei, irriga le colture di cotone della pianura omonima, dopo di che esce dal territorio eritreo al M. Gulsa, verso Kassala. Il Mareb ha acqua perenne, sebbene con regime variabile; il Sona è già un fiume temporaneo; il Gasc ha acqua per circa 90 giorni, nel periodo delle piogge estive, durante le quali la portata media va da 20 a 63 mc., con massimi assoluti di oltre 1000 mc. Il deflusso totale annuo del Gasc si calcola da 158 a 486 milioni di mc.
Al bacino del Mar Rosso appartiene il Barca o Bàraka, che spetta all'Eritrea per la sua parte superiore e media (430 km. su 630). Nasce come il Mareb al M. Tacarà, ma volge a NO. assumendo nomi diversi, finché ai pozzi di Dambà riceve quello con cui è designato generalmente: nel suo corso medio ha acqua solo per pochi giorni nella stagione delle piogge; scende al mare con sei bracci presso Tokar, fuori confine. Affluente principale del Barca è l'Anseba (350 km.), che nasce presso Asmara con il nome di Mai Belà e ha acque perenni nel suo corso superiore, mentre più a valle corre solo durante o dopo la stagione delle piogge. Gli altri corsi d'acqua tributari del Mar Rosso hanno molto minore importanza: scarsa quelli che dalle rore o dal declivio orientale scendono attraverso il Sahel o il Samhar, quali il Falcat, il Lebca, l'Uachiro, l'Haddas, il Comaile, tutti perennemente asciutti nel loro tronco inferiore; scarsissima quelli che scendono dal declivio orientale della zona montuosa dancala, quali il Saroita, l'Erebli, il Gahar. I primi, essendo alimentati dalle piogge estive dell'altipiano, hanno qualche interesse per l'irrigazione dei paesi del bassopiano orientale, dove le piogge cadono invece d'inverno.
Nel bacino chiuso della Dancalia sboccano, scendendo dall'altipiano, il Dandero, che nasce nel Soira, e l'Endeli, che ha uno sviluppo di 130 km., originandosi nella conca di Senafè.
Dei varî bacini lacustri che si trovano nel fondo della depressione dancala, in territorio eritreo, uno solo ha qualche importanza: quello salato dell'Alel Bad (-120 m); altri minori esistono nella Penisola di Buri. La salsedine di queste acque è in rapporto sia con la mancanza di un deflusso al mare, sia con il clima desertico o subdesertico. Salmastre o selenitose sono del resto, per la maggior parte, le acque sotterranee che affiorano in numerosi pozzi nei bassopiani sudanese ed eritreo. Migliori sono le acque correnti nel subalveo dei torrenti anche asciutti, le cui valli perciò segnano le principali vie del commercio tradizionale indigeno.
(Da fonte sconosciuta)